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LA PROTESTA Baristi e ristoratori di Chiaravalle e del territorio alla manifestazione

I professionisti del settore a Roma per chiedere con “Mio Italia” di riaprire le attività in sicurezza e seguendo le norme: «Altrimenti chiuderemo»

ROMA, 25 gennaio 2021Molti sono stati bloccati dal maltempo, altri dai treni in ritardo che hanno fatto perdere coincidenze a chi era partito da tutta Italia per unirsi alla manifestazione indetta da Mio Italia, associazione confederata appoggiata da Confindustria e Federturismo, che per la prima volta ha compreso in un’unica manifestazione tutta la filiera.

E infatti il titolo dell’evento era proprio La Filiera Unita per il Diritto al Lavoro“.


«Eravamo quindi meno di quelli preventivati e previsti – dice Rita Diligenti del locale Amnesya di corso Matteotti a Chiaravalle – , probabilmente non superavamo i 1.500 anche se si attendevano almeno 3.000 persone. Esercenti, produttori, rivenditori esasperati dai continui Dpcm che di volta in volta contribuiscono a far morire numerose attività, dapprima “sacrificate” per un bene comune quale è la salute, ma ora, dati alla mano, è stato provato dai numeri il fatto che non sono attività come bar e ristoranti ad aver contribuito, stando chiusi, all’innalzamento del picco del Rt».


«Sono quindi altri i settori da controllare, da bonificare, e a cui applicare controlli e protocolli più severi. Quello che abbiamo chiesto come ristoratori e baristi è molto semplice, e per altro fa parte della carta costituzionale: la possibilità di aprire le nostre attività, con i dovuti protocolli di sicurezza e i relativi controlli».

«Se continueremo a restare chiusi – dice Anna del bar Baraonda tante attività moriranno, molte altre si indebiteranno sopra le forze. Perché tutto questo? Perché il Governo sta facendo una manovra di integrazione massiva di grandi multinazionali nel settore alimentare, grandi catene come ad esempio McDonald’s, Burger King, Roadhouse, a dispetto delle piccole e medio grandi attività enogastronomiche, vero e proprio patrimonio della cultura italiana. Ci auguriamo che gli italiani, e tutti coloro che ci governano, abbiano a cuore la nostra cultura culinaria, la nostra storia, il nostro saper fare bene da mangiare, tanto da non spodestarci tutti per preferire le grandi catene. Insomma, oggi tutti noi non avremo vinto una guerra, ma abbiamo tutti, nel nostro piccolo, contribuito a fare parte della battaglia».

«Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso».

Giorgio Canonico del Piccadilly precisa che «non c’era molta gente ed è stato un peccato, comunque ho ascoltato discorsi molto interessanti. Si voleva poi fare una passeggiata pacifica fino a Montecitorio, ma non ci è stato possibile. Era autorizzata una manifestazione statica, non un corteo».

Non è mancato un pensiero a un piccolo, grande chiaravallese, volato in cielo ieri.

«Eravamo a Roma per difendere il nostro lavoro ma anche nella capitale noi ristoratori e baristi di Chiaravalle abbiamo ricordato, con tanta tristezza, il grande Graziano Socci».

Gianluca Fenucci

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