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L’ARTICOLO Caterpillar, mazzata improvvisa: non lasceremo sole le famiglie

La delocalizzazione dello stabilimento industriale di via Roncaglia comunicata dalla multinazionale che ascolterà solo se si riuscirà a parlare attraverso alti livelli

JESI, 21 dicembre 2021 – Lo stesso giorno in cui ci giungeva la bella notizia che l’Elica di Fabriano, dopo otto mesi di scioperi, dibattiti, tensioni e incontri a tutti i livelli, aveva risolto pacificamente il problema per centinaia di lavoratori rinunciando definitivamente alla delocalizzazione, la nostra Caterpillar dichiarava alla rappresentanza dei dipendenti che l’industria jesina chiuderà tutto entro il prossimo marzo.

È lo spettro di 270 disoccupati. La cruda notizia ad altrettante famiglie nella vigilia di Natale.


Lo scoramento della città è totale, anche perché i primi a esser soddisfatti del lavoro e della conduzione del centro operativo sono proprio gli operai, pressoché tutti specializzati e con ottima intesa con i dirigenti. La causa è data dal fatto che oramai il noto prodotto dei cilindri idraulici (lunga e meritoria storia della nostra industria meccanica), raro un tempo, è finito per essere un prodotto presente in diverse parti del mondo per cui quello di Jesi non è più competitivo.

Una grande e stimata multinazionale che butta via tanti lavoratori super-professionali in un botto. Conta solo il guadagno.

Ma guai a scoraggiarsi. E i primi a tener duro sono proprio i più direttamente colpiti, oltre a tutta la città. Abbiamo alcuni mesi davanti a noi che vanno sfruttati al meglio come sapranno fare i sindacati coadiuvati sino in fondo dal Comune, dalla Regione e dalla Diocesi. Appare chiaro che una grande multinazionale, per la quale il centro produttivo jesino appare una piccola cosa che scompare agli occhi dei vertici generali, ascolta solo se riusciamo a parlare attraverso alti livelli.

Solo al livello Draghi. È un fatto troppo doloroso e dai contorni organizzativi troppo lontani da noi per cui solo chi può lavorare politicamente a livello europeo ha la possibilità di aprire un confronto che possa portare, con la buona volontà di tutte le parti, a una soluzione che non scontenti nessuno.

Che, soprattutto, non sia tragedia per tante famiglie le quali, certo, passeranno un Natale molto crudo. Mi pare che sia opportuno anzi, doveroso, che un’organizzazione locale (sindacato o chi per esso) apra anche una sottoscrizione per far fronte più facilmente a tutte le esigenze che si manifesteranno nelle prossime settimane e perché si possa offrire un modesto, piccolo sollievo alle famiglie colpite dalla decisione della dirigenza di Caterpillar.

E certamente con tanti altri cittadini non le lasceremo sole, mai, queste famiglie.

Vittorio Massaccesi

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