Segui QdM Notizie
;

Attualità

L’ARTICOLO La pace è possibile, se guardiamo il mondo dall’alto

L’assenza e l’incontro o il vuoto e la sorpresa

CASTELPLANIO, 19 aprile 2020 – Al principio di ogni esperienza cristiana sta il sepolcro vuoto. Non un comandamento, non un pensiero teologico, non un rito sacro. Semplicemente un’assenza: «Non è qui»

I Suoi amici ci han detto che il sepolcro è vuoto perché Egli è vivo, han toccato con mano la verità delle parole dell’Angelo: «È risorto»; davvero la morte non ha saputo far bottino di Lui.

La fede è un incontro inaspettato con il Crocifisso Risorto. Un evento che è anzitutto frutto del Suo desiderio ardente e della Sua iniziativa libera ed efficace. Vuole incontrarci lungo le nostre strade.

I primi discepoli furono travolti dalla gioia al vederLo vivo e ricevettero il dono della pace. 

Quel sepolcro vuoto e quelle testimonianze vaghe, nella loro debolezza, sono l’unico annuncio che l’incontro è possibile e auspicabile per tutti e in ogni tempo e in ogni luogo, anche oggi in questo doloroso e oscuro momento di prova. Non siamo chiamati a credere «per sentito dire» o a essere cristiani con la fede degli altri. Piuttosto a vivere in prima persona un incontro con la luce del il Risorto, lasciando che la nostra esistenza ne sia trasformata.

Chi sa che il Crocifisso è vivo non teme di abbandonare tutto ciò che nella propria esistenza sa di morte, non si arrende di fronte al male che cerca di imporsi, non abbandona la lotta contro le ingiustizie, non alza bandiera bianca nella battaglia con il proprio peccato, non smette di usare misericordia offrendo salvezza a chi non la merita, non indugia nel donare tutto di sé a favore di chiunque sia bisognoso, non si scoraggia quando si misura coi fallimenti, non finisce di sperare contro ogni speranza.

La quarantena che ci chiude nelle nostre case e negli ospedali, è il tempo in cui possiamo scrutare i nostri pensieri, le nostre parole, i nostri gesti, i nostri sentimenti per cogliere in essi i segni dell’incontro con la Vita, che ai nostri occhi sembra rivestita di grigio, eppure nasconde scintille di Luce. Le donne, la mattina di Pasqua, hanno compreso l’annuncio di Pace, perché si sono fidate di Lui, l’autore della Vita, hanno saputo attendere. Corrono a narrare l’incontro, perché il cuore della donna non può trattenere l’amore. La donna è fatta per donare. Sempre!

L’abbraccio

Corri o donna,
con occhi infossati
dal pianto,
lo sguardo appassionato,
dell’amore!
L’amato non è qui!
Vai…
con la tenerezza di donna,
la forza della tua fede,
annuncia l’evento nuovo.
“Salve mia dolce amica!”
è lo Sposo che chiama,
invia te, donna amica,
a portare il messaggio di vita!
“Ti abbraccio, mio Signore,
Ti stringo al mio petto,
voglio sentire la Vita,
nella Tua carne, o Maestro,
il calore della presenza amica”.
Non ti arrestare,
corri e rivela ciò che vedi.
Corri,
il tempo è maturo,
l’Amico è là,
dove l’amore chiama,
dove la morte inghiotte,
dove il grido di dolore
arriva fino al cielo

nella notte della prova.

Vai! Con passo veloce,
dona il calore dell’abbraccio
ai duri di cuore,
agli impauriti del buio,
a tutti gli infelici,
ai malati.

Vai, corri,
donna innamorata,
madre e sposa!
Porta la Luce,

abbraccia
la carne dei poveri,
consola gli anziani,
i malati,
tutti miei amici.
Vai,
non ti fermare,
mi rivedrai!
Ti aspetto mia sposa
per sempre!


“Pace a voi!”
È il saluto, il Risorto sussurra all’orecchio del nostro cuore! Non importa se dietro a cancelli e a mura di carceri o di ospedali, perché il Signore non abbandona nessuno! I medici, gli infermieri e tutti gli operatori sanitari che lavorano cercando la salute, la vita e la pace degli altri, e pagano direttamente di persona, si lasciano coinvolgere dall’amore e, senza saperlo, già hanno incontrato il Risorto!

“Pace a voi”, è la perla preziosa che Gesù depone nel cuore delle donne, giunte al sepolcro. È l’augurio per i suoi discepoli, e per tutti gli uomini e le donne che ricercano costantemente la guarigione, insieme a una convivenza solidale e responsabile

Pace a voi”, è l’augurio di Gesù che ci invita a rivedere il nostro stile di vita, il nostro sistema economico familiare o aziendale per ricentrarlo sulle persone, sulla loro salute, sulla famiglia e le sue esigenze, sul rispetto e la custodia dell’ambiente, inteso come la grande casa comune di cui occuparci con rispetto per il bene di tutti.

Pace a voi”, è il dono che le donne, la mattina di Pasqua, hanno compreso con il loro sentire femminile, come inaspettato dono all’umanità. La pace appunto! Assenza di conflitti, assenza di guerre, assenza di violenza sulla donna, sui bambini, sugli anziani, assenza di sfruttamento non controllato del creato

Pace a voi! È il sogno di Dio, la sorgente dell’amore, la nuova visione del mondo! La pace è possibile, se riusciamo a vedere il mondo dall’alto, distaccati dai nostri egoismi, senza tracciarne i confini.

«Se ti sedessi su una nuvola non vedresti la linea di confine tra una nazione e l’altra, né la linea di divisione tra una fattoria e l’altra. Peccato che tu non possa sedere su una nuvola» (Gibran). 

È possibile, in questo tempo di prova, purificare il nostro cuore e superare i confini di appartenenza? Non occorre sedere in alto, basterebbe entrare nel profondo dei nostri cuori, dove il piccolo seme dell’amore attende la sua crescita e la libertà di tendere verso la Luce! Non mettiamo il lucignolo della solidarietà di questo tempo sotto il peso dello scoraggiamento, ma sul candelabro della speranza!

Suor Anna Maria Vissani

©RIPRODUZIONE RISERVATA

News