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Lavorare in presenza o lavorare in smartworking: quali sono le differenze principali fra reale e virtuale nel mondo digitalizzato

Lavorare in presenza, lavorare in smartworking: quali sono le differenze principali fra reale e virtuale nel mondo digitalizzato

Il mondo del lavoro è cambiato negli ultimi 10 anni e lo smartworking rappresenta la conclusione della prima tappa del processo di digitalizzazione, in atto già dalla fine del secolo scorso per qualsiasi attività umana.

Dai Social come vetrina virtuale dei negozi, alle lezioni online fino a imparare l’inglese semplicemente con un clic, oggi, il Web rappresenta il mondo intero dove tutto è sempre a portata di mano: in qualsiasi momento e nel minor tempo possibile.

Prima di parlare delle fondamentali differenze fra smartworking e lavoro in presenza, è importante capire che il Metaverso diventerà una realtà autentica inquadrando la realtà virtuale attraverso il mondo che vivremo anche fisicamente, non solo mentalmente.

Questo significa che il processo di digitalizzazione universale è ormai arrivato già a distruggere le barriere tra reale e virtuale.

La digitalizzazione ha rotto il muro tra reale e virtuale

Concetti come Onlife e Infosfera coniati dal professor Floridi (docente di Filosofia ed Etica dell’Informazione all’Università di Oxford), mettono bene in evidenza la rottura fra reale e virtuale, infatti, le generazioni nate dal 2000 in poi non hanno mai vissuto il ponte che separa l’online dall’offline, essendo cresciuti sempre con l’ausilio della tecnologia nella quotidianità.

Il termine Onlife significa proprio questo: l’esperienza dell’uomo che vive in una società iperstorica dove non c’è distinzione tra online e offline.

Per chiarire meglio l’analisi fra lo smartworking e il lavoro in presenza, è opportuno chiedersi: esiste ancora questa dicotomia in un mondo totalmente digitalizzato?

Esiste ancora la differenza fra online e offline?

Ci sono alcune professioni che non richiedono l’ausilio della tecnologia e non possono essere svolte online, forse, in un futuro inverosimile, questo tipo di lavori verranno svolti dalle macchine, dai robot, ma adesso ancora il problema non si pone.

Contrariamente, esistono altri lavori che vengono già svolti online da anni, con apparecchiature tecnologiche che vanno dal pc fino al tablet e persino con lo smartphone, in questi casi, già prima dell’esistenza dello smartworking si trattava di professioni totalmente digitalizzate, il lavoro da casa ha semplicemente spostato la presenza fisica dell’essere umano da un luogo a un altro.

Anche se esiste ancora la differenza fra smartworking e lavoro in presenza per i professionisti, quello che ormai sembra assottigliarsi sempre di più è la linea che divide l’online dall’offline.

Le differenze fra smartworking e lavoro in presenza per i lavoratori

Lo smartworking ha disintegrato le distanze spazio – temporali fra offerta e domanda, se ogni azienda può essere presente nella grande vetrina multimediale di Internet, i lavoratori (sia dipendenti che liberi professionisti) possono finalmente godersi più tempo libero e dedicarsi al lavoro con una migliore qualità.

Con un clic è possibile partecipare a meeting e conferenze senza doversi spostare, scambiare materiale professionale con maggiore velocità ed efficienza, persino lavorare in team e modificare il briefing.

Le differenze principali dello smartworking con il lavoro in presenza, riguardano soprattutto l’ottimizzazione dei tempi per i lavoratori contemporanei, magari a discapito della socializzazione ma a tutto vantaggio del miglioramento della stessa qualità della prestazione professionale.

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