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Le carte da gioco più diffuse nelle Marche

Le carte da gioco più diffuse nelle Marche

Le carte da gioco rappresentano ancora oggi uno dei passatempi più diffusi nella penisola italiana.

Ciascuna regione ha il suo mazzo di carte prediletto e differiscono tra loro solo a livello estetico. In linea generale, i mazzi si compongono di 40 carte suddivise in 4 semi differenti: questo vale per tutte le varianti regionali, poi ciascuna differisce nella decorazione della carta.

È possibile suddividere la penisola italiana in quattro sottogruppi, ciascuno con un tipo di carte differente: la derivazione spagnola, l’origine francese, il tipo tedesco ed infine la versione dell’Italia settentrionale.

Le carte di derivazione spagnola sono quelle maggiormente usate nelle Marche, la regione non ha una propria variante specifica e per tale ragione utilizza le piacentine.

Le carte da gioco in Italia

Oltre ai territori emiliani, questa versione è altresì diffusa nelle zone appenniniche, ma anche nel sud della Lombardia, Umbria e Toscana.

Le versioni napoletane e piacentine costituiscono i due tipi di mazzi più diffusi in Italia.

Il mazzo conta 40 carte e le figure vengono rappresentate a due teste: questa è una particolarità più recente perché fino a metà del secolo scorso le figure erano disegnate nella loro versione intera.

I quattro semi che sono stati adottati sono: bastoni, coppe, denari e spade. Una variazione legata alla temporalità riguarda anche il disegno dei bastoni: i loro gambi indicavano inizialmente il basso, ora sono invece rivolti verso il centro.

Un’altra differenza risiede nella rappresentazione delle figure: sono tutte ritratte in piedi, solitamente negli altri mazzi del nord Italia il re viene invece rappresentato seduto. Ogni singola carta misura 50×94 mm.

I giochi tradizionali che possono essere fatti con questo mazzo di carte sono: briscola, scopa, solitario, sette e mezzo, rubamazzo, dubito.

I primi due in particolare sono i giochi più diffusi, praticati con tutte le varianti di carte presenti in Italia.

Il termine Scopa deriva da quello che concretamente avviene durante la sfida a carte: il giocatore che vince conquista parte delle carte disposte scoperte, così le “scopa” via, pulendo il tavolo da gioco.

Fondamentale conoscere le regole della Primiera a Scopa, elemento centrale della strategia e del punteggio di questo gioco insieme al Settebello, Denari e Carte.

L’origine delle piacentine

Le carte dai segni francesi vennero riprodotte artigianalmente a partire dal 1480, i cui disegni erano più semplici e meno costosi da replicare rispetto alle carte della versione tedesca.

Le carte piacentine assumono questa denominazione a seguito del loro ridisegnamento all’interno della città emiliana: qui furono introdotte da truppe francesi che le utilizzavano per il gioco delle Aluette, diffuso in Francia dal periodo rinascimentale in avanti.

Il gioco è conosciuto anche con il nome di “La vache” (vale a dire la mucca), derivante dalla raffigurazione presente sulla carta del due di Coppe.

Un comune del piacentino, Ponte dell’Olio, ha creato una sua particolare rivisitazione del classico mazzo di carte, con l’obiettivo di andare a promuovere cibi e bevande tipiche del territorio.

Le carte prendono così il nome di “pontolliesi” ed al posto dei tradizionali semi, sono presenti coppa, salame, pancetta e gutturnio.

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