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Agnese Testadiferro, giornalista

 

 

Il Borgo ispiratore

Un’istituzione per il teatro di Maiolati Spontini. Walter Ricci è il custode, e il tuttofare, del luogo capace di racchiudere emozioni nel cuore del paese di Gaspare Spontini. Regista pluripremiato della compagnia teatrale El Passì di Jesi (recentemente ha vinto il primo Festival “Dialetti a confronti” e Walter quello come miglior regia), sa affascinare per la sua capacità di tradurre in poesia gli eventi che ruotano intorno al suo amato borgo, firmandosi con il nome d’arte “V alter ego”.

Come nasce la sua passione per il teatro?

Anno 1982, grazie al gruppo parrocchiale di Maiolati Spontini. Si doveva mettere in scena il musical “Forza venute gente” e per la parte di Bernardone, il padre di San Francesco, fu il mio nome ad essere indicato. Era la prima volta che mi approcciavo al teatro, infatti non mi chiamarono per la mia esperienza, bensì per il mio modo di essere! Ero solito fare battute al bar e fare imitazioni, soprattutto dei professori di scuola: la parte che avrei dovuto interpretare sarebbe stata una parte comica e quindi ecco perché fui io a venire n mente. Probabilmente chi mi chiamò, Gianpiero Ruggeri, intuì in me una predisposizione per il teatro.  Da quel momento non ho più smesso di fare teatro e di circolare nel mondo teatrale. Iniziai ben presto a studiare, a frequentare corsi di recitazione in giro per le Marche e mi inserii in compagnie teatrali.

Dalla recitazione alla regia, quando ha iniziato a scrivere i testi?

In occasione del Premio Natale, che per molti anni si svolgeva nel periodo natalizio con il coinvolgimento delle scuole, iniziai a scrivere delle brevi scenette di circa venti minuti. In chiave comica raccontavo la quotidianità come i vari problemi di figli, famiglie, litigi con i suoceri: il tutto messo in scena dai ragazzi del paese. Un bel periodo quello…

Dal 2010 è alla regia di una delle compagnie teatrali in vernacolo jesino più amate degli ultimi anni, El Passì, molte commedie messe in scena, e premiate, sono scritte da lei: cosa significa scrivere una commedia che sappia racchiudere comicità, profondità di pensieri, storia di vita vissuta, dettagli reali del passato?

Significa fare un lavoro molto impegnativo, di ricerca e di sintesi. Fortuna che sono aiutato da collaboratori molto validi nella stesura dei testi, come Laura Pigliapoco e Maria Carla Cesaroni. La cosa curiosa, ed emozionante, è che tutte le scenette che avevo scritto per le varie edizioni del Premio Natale sono state unite insieme e hanno rivisto la luce dando vita alla mia prima commedia firmata in toto, dal titolo “’Nte la vida …’n batte mai paro!”.

Cosa pretende dai suoi attori?

Tengo molto al ritmo degli spettacoli, alla veridicità dei personaggi impersonati, alle espressioni e ai movimenti associati alle battute. Voglio naturalezza.

Aneddoti curiosi da raccontare?

In “’Nte la vida …’n batte mai paro!” c’è la mia vita, che ho messo “a nudo”. E poi …tanti personaggi di Maiolati Spontini sono i protagonisti, a loro insaputa, delle mie scenette. Ovvio che cambio i nomi nel copione, ma i maiolatesi sono la mia fonte di ispirazione n.1! Per privacy non posso ovviamente rivelare di più (ride ndr).

Con la “Paginetta della Sfinge”, rubrica in cui occorre trovare la parola misteriosa, sta riscuotendo da cinque anni molto successo: poesie in rima, o sonetti o filastrocche, su riflessioni e fatti legati a Maiolati Spontini, un appuntamento fisso, nel suo profilo di Facebook, ogni sabato alle 13. Quanto ama il suo paese?

Tantissimo! Potrebbe esser valorizzato di più, magari con più rappresentazioni delle opere minori di Gaspare Spontini. Mi rendo conto che non è facile, ma mi piacerebbe immaginare Spontini nei grandi cartelloni di lirica.

Il potere del teatro qual è?

Tutto si trasforma. Un ragazzo timido sul palcoscenico è capace di diventare un’altra persona. Il teatro è terapia, sconfigge le paure. Libera se stessi. È importante per il linguaggio e per la socializzazione. È utile, e importante, per i bambini.

Agnese Testadiferro

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