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LETTERE & OPINIONI ‘JESI IN COMUNE’: LA NUOVA CICLABILE E’ COME LA CILIEGINA SULLA TORTA SENZA LA TORTA

JESI, 24 gennaio 2018 – Nelle ultime settimane l’Amministrazione Comunale ha ripreso a realizzare nuove piste ciclabili urbane nel quartiere Prato e nella zona della Stazione: se da un lato non possiamo che essere lieti della volontà di portare avanti un progetto, quello del BiciPlan, fondamentale per incrementare la mobilità sostenibile nella nostra città, dove il traffico automobilistico ha raggiunto ormai livelli insostenibili e gli incidenti si susseguono ormai settimanalmente, dall’altro non possiamo tacere le nostre perplessità sulle modalità con cui tali piste vengono realizzate: e non ci riferiamo al fatto che le nuove ciclabili hanno preso il posto di alcuni parcheggi auto – la realizzazione del BiciPlan serve proprio per incentivare l’uso della bici e disincentivare quello delle auto private, il cui numero deve necessariamente ridursi – né al fatto che sono tracciate per terra con la vernice senza divisione fisica dalla carreggiata – c’è infatti sufficiente spazio per senso di marcia e così facendo l’intervento è facilmente modificabile, se necessario, senza costi eccessivi.

Di fatto, il tracciato realizzato a dicembre nel quartiere Prato è secondo noi apprezzabile, ad eccezione del tratto sul marciapiede, pericolosissimo per ciclisti, automobilisti e pedoni e sicuramente da modificare.

Ci riferiamo piuttosto alle nuove “ciclabili” spuntate in questi giorni in Via XXIV Maggio e in Viale Trieste: le foto si commentano da sole.

Per fare una pista ciclabile non basta disegnare un simbolo su un marciapiede o in mezzo a una strada, ma bisogna delimitarle e separarle – fisicamente o mediante segnaletica orizzontale – dalle corsie per le auto e dagli spazi per i pedoni.

Senza contare poi che sui marciapiedi di Via XXIV Maggio si affacciano direttamente ingressi di negozi e abitazioni, con un pericolo serio per pedoni e ciclisti.

C’è solo il simbolo della ciclabile, nient’altro: come mettere la ciliegina sulla torta, ma senza la torta.

E le risposte dell’Assessore Napolitano non reggono: il passaggio sia di bici sia di pedoni sul marciapiede è si consentito, ma il buonsenso eviterebbe di consentirlo laddove sul marciapiede si affacciano direttamente accessi di abitazioni e negozi.

Senza sottolineare che lo stesso progetto formale del BiciPlan, per Via XXIV Maggio (Tavola Sezione A.m, per chi avesse voglia di andarla a cercare sul sito del Comune) prevedeva una separazione formale tra spazio per pedoni e spazio per bici ora tranquillamente gettata alle ortiche, che tanto i progetti chi se li guarda più?

Quanto alla “pista” di Viale Trieste, una domanda provocatoria: se quel simbolo non ci fosse, cosa cambierebbe? Dove passerebbero le bici? Lascio a voi risposta e considerazioni. “Dov’è il problema?”, dice la Napolitano.

Il problema è che le cose vanno fatte in maniera adeguata, e non con un patchwork di soluzioni differenti ogni 100 metri, solo per aggiungere tratti “ciclabili” alla conta.

Evidenziamo ancora una volta i limiti e i problemi di un progetto che sulla carta trova tutto il nostro sostegno, ma che viene realizzato in maniera tutt’altro che soddisfacente: carenza di progettualità: non sono chiare l’estensione del BiciPlan, le vie interessate (Viale della Vittoria, il Viale del Lavoro, Via Marconi, Via Ancona e altre vie a Jesi Est e nella zona industriale? L’area pubblica occupata dal Circolo Cittadino?), le modalità, le tempistiche e soprattutto le priorità (fondamentali, viste le scarse risorse annue destinate al progetto); carenza di condivisione delle informazioni: il coinvolgimento di associazioni, enti e soggetti interessati al tema permetterebbe di evidenziare e risolvere problemi prima della realizzazione, con un notevole risparmio di risorse. Ben vengano i 315.000€ derivanti dal nuovo bando del Ministero dell’Ambiente, ma perché non discutere con i diretti interessati il modo migliore di spenderli, anziché buttarli in vernice o per la realizzazione di marciapiedi che sono tutto fuorché ciclabili?; carenza di segnaletica e di sicurezza negli attraversamenti: pochi e mal segnalati gli attraversamenti, ancora più scarsi i cartelli che indicano il tracciato o la presenza di ciclabili; carenza di promozione: che ci sono piste ciclabili va detto e ridetto, sia ai cittadini sia ai turisti, mediante la realizzazione di cartelli, depliant, un sito web, mappe. Un esempio virtuoso, nemmeno troppo lontano? La Bicipolitana di Pesaro, di recente finita anche in TV su PresaDiretta; carenza di regole: serve la volontà di sanzionare quegli automobilisti che parcheggiano sulle piste ciclabili, e di educare sin dalle scuole primarie i giovani al valore e al rispetto della mobilità ciclabile; carenza di interventi in parallelo sulla mobilità automobilistica (da limitare e rallentare) e sul trasporto pubblico (da potenziare): l’auto è un lusso che più passa il tempo, meno ci possiamo permettere, ma è vista ancora come una comodità rispetto alla bicicletta. Per incentivare l’uso della bici, è necessario rendere l’uso dell’auto meno allettante.

Tutti questi aspetti sono inclusi nella nostra mozione depositata in consiglio comunale, sulla quale contiamo di ottenere un’adesione convinta anche dalla maggioranza e di non trovare il solito muro di gomma.

Siamo pronti inoltre a discuterne con l’Assessore all’Ambiente – se lo ritiene opportuno – ma non per valutare passivamente soluzioni già prese, bensì in un’ottica partecipativa, mettendoci al tavolo assieme a eventuali altri soggetti interessati per entrare nel dettaglio delle singole questioni e individuare le migliori soluzioni possibili.

gruppo consiliare ‘Jesi in Comune’

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