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Jesi

LETTERE&OPINIONI “ASSISTENZA DOMICILIARE INDIRETTA AI DISABILI GRAVI, SERVIZIO INAPPROPRIATO”

JESI, 9 aprile 2016 – La consigliera regionale del M5S Romina Pergolesi ed il consigliere comunale di Jesi Massimo Gianangeli presentano due interrogazioni per chiedere al presidente della Giunta Regionale ed al Sindaco le motivazioni di una mancata piena erogazione del servizio a persone aventi diritto.

“Un servizio erogato nettamente inferiore alle reali necessità di chi ne ha diritto”. E’ quanto evidenziano la consigliera regionale del M5S Romina Pergolesi ed il consigliere comunale di Jesi Massimo Gianangeli, in merito agli interventi di assistenza domiciliare indiretta ai disabili in situazione di particolare gravità, forniti dai Comuni secondo criteri attuativi stabiliti dalla Giunta regionale. Questo tipo di assistenza è un intervento integrativo rispetto a qualsiasi altro intervento o servizio fornito dall’ente locale ed è svolto da un familiare o da un operatore esterno individuato dal disabile stesso o dalla famiglia.

“Privilegiare l’assistenza domiciliare indiretta – dichiarano Pergolesi e Gianangeli- costituisce una scelta corretta in un’ottica di gestione efficace delle risorse finanziarie in grado di migliorare la tutela della salute e della vita delle persone colpite da gravi disabilità. Al contrario, il perpetrare una politica che privilegia l’istituzionalizzazione avvantaggia pochi a scapito del servizio, dei pazienti e del pubblico erario”.

Il contributo regionale ai disabili riconosciuti in situazione di particolare gravità viene assegnato sulla base di un punteggio tra 16 e 48 punti, distribuiti in cinque fasce, cui corrisponde un monte ore massimo settimanale ciascuna. “Essendo il monte ore assegnato definito massimo – spiegano i Consiglieri Pergolesi e Gianangeli – accade che una volta assegnata la fascia di punteggio, viene effettivamente erogato un contributo pari ad un numero di ore nettamente inferiore, talvolta corrispondente anche ad appena il 10-15% del monte ore massimo assegnato cui si avrebbe diritto. Il contributo regionale da erogare ai beneficiari viene poi calcolato in quota proporzionale tenendo conto dello stanziamento annuale e della spesa totale ammessa a finanziamento”.

I due consiglieri nelle interrogazioni chiedono, in particolare, i motivi che determinano la mancata piena erogazione del servizio di assistenza domiciliare indiretta e quali azioni Regione e Comune intendono intraprendere per risolvere queste criticità.

“Negare la possibilità di scelta dell’assistenza indiretta o non stanziare i fondi necessari per poter permettere alle persone affette da grave disabilità di poter scegliere di usufruirne – continuano Pergolesi e Gianangeli – costituisce pertanto una grave violazione dei diritti riconosciuti alle persone con disabilità da più istituzioni, dalle Nazioni Unite, all’Unione Europea. Di fronte alla prospettiva del nulla, le persone disabili sono costrette ad accettare l’assistenza diretta, anche se non sono d’accordo o se non è pienamente adatta alle loro esigenze”.

“La costrizione dell’erogare l’assistenza diretta impedendo alla persona disabile di esercitare il diritto di scelta – concludono i due consiglieri – può configurare una serie di contrasti o violazioni di norme a tutela della privacy, della vita privata, della tutela della libertà individuale delle persone disabili, costrette ad aprire la propria abitazione a uno e più estranei, farli entrare nella propria sfera privata, magari persino ad orari fissati, rigidi, perché costrette dal bisogno di assistenza”.

Il consigliere regionale

Romina Pergolesi

Il consigliere comunale

Massimo Gianangeli

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