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LETTERE&OPINIONI CAMPAGNA PRO VITA, RISPONDE IL POPOLO DELLA FAMIGLIA

«È più facile aggredire che controbattere con argomenti», le parole di Gabriele Cinti del Pdf

JESI, 31 ottobre 2019 – Se il consigliere Agnese Santarelli avesse letto il regolamento della pubblicità sui camion vela, saprebbe che gli stessi da regolamento comunale possono girare all’interno della città ed effettuare delle brevi soste e così è stato anche nel pomeriggio di domenica 15 settembre in occasione della Festa della Famiglia ai giardini pubblici.

Ritengo sia politicamente sconveniente oltre che maleducato, etichettare una persona o un’associazione come fascista solo perché la pensa in maniera diversa, ma comprendo che se non si hanno argomenti per controbattere, piuttosto che informarsi e trovarli (ammesso che ci siano) è più facile aggredire verbalmente l’avversario.

Gabriele Cinti

Il grande filosofo Ortega y Gasset già a metà del secolo scorso disse: “Essere di destra o essere di sinistra equivale a scegliere tra due delle innumerevoli maniere che si offrono all’uomo per essere imbecille. Entrambe infatti sono forme di emiplegia mentale”.

Oltretutto il Popolo della Famiglia, erede del popolarismo italiano, si pone come alternativa sia alla destra che alla sinistra.

Ritengo assurdo che una persona che ricopre la carica di consigliere comunale pretenda che l’Amministrazione entri nel merito dei contenuti della campagna informativa di Pro Vita. Ricordo al consigliere Santarelli (alla quale sembra piaccia citare il fascismo) che queste cose le faceva il Minculpop (Ministero della cultura popolare), che durante il ventennio fascista aveva il compito di controllare quello che veniva scritto dalla stampa.

Agnese Santarelli

In Italia, per fortuna, dal 1948 abbiamo una Costituzione che garantisce la libertà di pensiero e di espressione.

Non posso fare a meno di notare che nel suo ultimo comunicato non ha risposto alle mie osservazioni sui rischi della deriva di questa legge che già si sono palesati nei primi giorni dopo la sentenza della Consulta, quando un giudice ha autorizzato il suicidio assistito di una donna di 62 anni su segnalazione dell’amministratore di sostegno, né alle giuste osservazioni di Nina Daita, responsabile nazionale delle politiche a favore dei disabili Cgil.

Forse perché non ha argomentazioni? Devo ammettere che il dubbio mi è venuto, ma la risposta è più semplice: non si può controbattere alla realtà dei fatti.

La verità prevale sempre sull’ideologia.

Gabriele Cinti
Vicepresidente Popolo della Famiglia Marche

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