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LETTERE&OPINIONI “JESI IN COMUNE”: «CI SI ACCORGE DELLE SCUOLE ADESSO CHE C’È STATO IL TERREMOTO E SI AVVICINANO LE ELEZIONI»

JESI, 11 febbraio 2017 – Leggiamo con divertita sorpresa la risposta stizzita di Jesiamo alla nostra nota sulla situazione delle scuole jesine. Quel che scrivevamo (che così tanto sembra averli infastiditi), altro non faceva che riprendere due “dati” recentemente comunicati a mezzo stampa dalla stessa Giunta sulla base dei quali emerge che dopo anni al Perchi ancora non c’è soluzione al problema, e che la Giunta si fa vanto di aver ridotto il debito ed aver risparmiato molto. E sempre su questa scia, sarà opportuno ricordare che il termine “priorità” è stato usato in primis proprio dall’attuale primo cittadino, non da noi.

Ebbene, se priorità significa “precedenza di qualcosa per la sua importanza o urgenza”, allora con buona pace di Jesiamo le scuole non sono state una priorità per questa amministrazione in termini di importanza. E’ una questione di scelte: l’attuale giunta ha pensato bene di investire risorse in altre cose piuttosto che nella manutenzione ordinaria e straordinaria delle scuole (giusto per ricordarne solo qualcuna tra le più discutibili: la sabbia in piazza, i “panettoni” del corso, l’affitto dei locali per il museo virtuale, le decine e decine di telecamere la cui utilità è controversa, e così via). Prendiamo atto di quel che ci dicono ma ci permettiamo di contestare che le scuole siano state considerate una priorità. Dati alla mano, e senza approssimazioni. Un sano esercizio di democrazia, dunque, non di demagogia come frettolosamente sentenziato da Jesiamo.

Che le scuole jesine non siano in buone condizioni non ce lo inventiamo noi: abbiamo verificato le criticità con genitori e insegnanti, leggendo i report degli incontri tra rappresentanti dei genitori e il sindaco dopo il terremoto, recuperando alcune delle segnalazioni preoccupate inoltrate dai dirigenti scolastici al Comune da diversi anni a questa parte (consigliamo anche a Jesiamo di farlo). E’ chiaro che le condizioni di precarietà degli edifici sono un problema annoso, con buona pace dei milioni di euro di cui parla Jesiamo, e che per il momento per Savoia, Federico II, Romero, Gemma Perchi, plesso Collodi e Arcobaleno (tempo ormai scaduto per Lorenzini e Cepi) non ci sono fondi. E questo vale non solo per gli interventi ma nemmeno per le verifiche (nel 2017 ci saranno solo le verifiche antisismiche alla Federico II). Questa amministrazione ha evitato a lungo di ascoltare le richieste di dirigenti e consigli di istituto con riguardo alla cura delle strutture scolastiche.

Ci si accorge delle scuole adesso che c’è stato il terremoto e si avvicinano le elezioni. E si procede gestendo l’emergenza, ritrovandosi non in grado di affrontare il problema nel suo complesso. Quanto ai denari necessari e ai “capitoli di bilancio” che Jesiamo non sa individuare e che ci prega di segnalare, oltre alle sopracitate spese per altre priorità ed ai famosi risparmi e alienazioni di beni vincolate agli investimenti, che Bacci non manca occasione di sbandierare, ricordiamo che gli strumenti di finanziamento della manutenzione del patrimonio pubblico non si esauriscono nella spesa corrente e nei trasferimenti ordinari. Però, certo, sarebbe necessario avere un piano d’insieme degli interventi e buoni progetti che permettano di concorrere con successo all’assegnazione di risorse aggiuntive.

Ed infine, visto che ci si chiede anche consiglio “tecnico” rispetto al Perchi, ricordando che un monitoraggio serio su infiltrazioni d’acqua non può durare cinque anni, la soluzione “definitiva” da mettere in cantiere è semplice: riparare il tetto.

Jesi in Comune

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