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L’evento Il Progetto Arca presentato a Berlino

Bruno Garbini: «Orgoglioso dell’interesse suscitato all’Ambasciata d’Italia» durante la “Settimana della cucina italiana nel mondo

Il Progetto Arca è stato presentato a Berlino all’Ambasciata d’Italia in occasione della VII edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo (14-20 novembre).

Il presidente Bruno Garbini è stato ospitato per illustrare il progetto marchigiano volto alla rigenerazione del suolo. 

Il progetto è stato presentato attraverso la testimonianza di Emanuele Zannini, professore associato di Scienze Alimentari all’Università “La Sapienza” e agricoltore Arca con una relazione all’interno del panel dal titolo “Promoting the Mediterranean Diet from agriculture to products” inserito nel programma dell’evento Italian Agri-Innovation for Sustainability.

Massimo Fileni, Emanuele Zannini, Bruno Garbini

Il panel è stato dedicato al tema dell’agricoltura rigenerativa e l’impatto delle nuove tecnologie agricole sul cambiamento climatico. Un appuntamento volto alla promozione di uno scambio costruttivo su tematiche prioritarie per l’agenda europea, quali l’agricoltura biologica, la protezione del clima, la promozione di un’alimentazione sana, l’innovazione a beneficio della sostenibilità.

«Essere stati ospiti dell’Ambasciata d’Italia a Berlino è motivo per noi di grandissimo orgoglio. Quando la presidente del Future Food Institute, Sara Roversi, che conosce bene la nostra realtà, ci propose di partecipare a questa importante manifestazione in quanto considerati concretamente esperti di agricoltura biologico rigenerativa, abbiamo subito aderito con vivo entusiasmo. Ci onorava, infatti, essere parte attiva della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo organizzata dalle Ambasciate d’Italia come anche avere un giusto riconoscimento per il ruolo del Progetto Arca che, in estrema sintesi, partendo dalla rigenerazione del suolo e innescando un processo virtuoso, vuol far diventare il cibo il motore della rigenerazione ambientale – afferma Bruno Garbini, ideatore del progetto e presidente di Arca Benefit Srl, società fondata con Giovanni Fileni ed Enrico Loccioni, che detiene e porta avanti il Progetto Arca .

«Per noi di Arca il suolo è al centro dei nostri studi e delle nostre tecniche biologiche rigenerative. Essere conosciuti e riconosciuti in questo ruolo da più parti, e ora anche a livello internazionale, come realtà positiva che concretamente percorre vie innovative per una nuova agricoltura che finalmente si prenda cura del suolo come bene primario al pari di aria e acqua, finora però completamente bistrattato, è anche un giusto accreditamento ai livelli più alti dei risultati fin qui ottenuti».

La delegazione di Arca era composta da Bruno Garbini, Massimo Fileni, vicepresidente della Fileni Alimentare Spa e da Emanuele Zannini, professore associato in Scienza del Cibo all’Università La Sapienza di Roma e imprenditore agricolo che usa le pratiche agronomiche rigenerative Arca nella sua azienda di Jesi. Quest’ultimo ha assunto il ruolo di portavoce.

Il prof. Emanuele Zannini nel suo intervento ha sottolineato che «il progetto Arca si propone di intensificare i sistemi di produzione biologica sviluppando modelli agricoli rigenerativi e sostenibili nelle sue declinazioni ambientali, sociali ed economiche. Attraverso l’implementazione di tecniche di minima lavorazione, cover cropping/intercropping e ampie rotazioni colturali, si intende diversificare i modelli colturali nello spazio e nel tempo affiché sia l’ecosistema a guidare le nostre attività agricole e non viceversa».

«Ma Arca – prosegue – non è solo agricoltura, è anche educazione alimentare nei confronti del cittadino che deve fare del cibo un potente veicolo della rigenerazione alimentare rimettendo l’agricoltore al centro del sistema food. Quindi, cittadino non più visto come consumatore ma come co-produttore di rigenerazione alimentare. Validare e dimostrare modelli di agricoltura rigenerativa significa fare gioco di squadra generando sinergie che Arca ha sviluppato con le istituzioni pubbliche, gli agricoltori, aziende del comparto agroalimentare e quello della meccanizzazione agricola».

Dopo la sua relazione il prof Zannini ha risposto ad alcuni quesiti posti dal pubblico sulla sostenibilità economica dell’agricoltura biologica rigenerativa affermando che essa diventa sempre più sostenibile, nel senso più ampio del termine, praticandola nel tempo, iniziando a vedere i primi risultati positivi dal quarto anno in poi.


Oltre all’esposizione del Progetto Arca, gli altri relatori del panel sono stati la dott.ssa Nina Wolff, presidente di Slow Food Germania, ed esperti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao), del Future Food Institute di Bologna, dell’Università Roma 3 e rappresentanti di aziende italiane attive nel campo dell’agricoltura rigenerativa.


Tra i focus trattati anche la dieta mediterranea e la necessità di contrastare i prodotti italian sounding, i prodotti italiani imitati all’estero.

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