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Cronaca

L’inchiesta Report “indaga” Fileni, che risponde: «Mistificazioni»

La trasmissione su Rai 3 si è occupata ieri della nota azienda del territorio leader nella produzione di proteine animali biologiche e terzo player nazionale delle carni avicole sollevando dubbi e accuse, il Gruppo: «Contenuti diffamatori»

di Redazione

Jesi, 10 gennaio 2023 – Annunciata da giorni e distribuita con anticipazioni, l’inchiesta di Report sull’azienda Fileni (che si divide tra Cingoli e Jesi), curata da Giulia Innocenzi, è andata in onda ieri sera. Azienda, attiva da oltre 40 anni, che dal 2021 aveva evoluto la propria forma giuridica in Società Benefit e che da giusto un anno è certificata B Corp per essersi distinta nell’impegno a coniugare profitto, creazione di valore per la società e attenzione all’ambiente e, quindi, con elevati standard di trasparenza, responsabilità e sostenibilità.

E sul piatto servito dal servizio sono finiti l’abbattimento di polli ai quali verrebbe torto il collo, il broiler, vale a dire il pollo comune allevato esclusivamente per produrre carne, la produzione bio e quella dei Rusticanello, l’impatto sull’ambiente prodotto dagli allevamenti intensivi.

Va aggiunto che il Gruppo aveva risposto ai quesiti che sarebbero stati posti da Report «solo lo scorso 4 gennaio» con «risposte da inoltrare entro il 6» – e il tutto lo si può leggere sulla pagina fb del programma – sottolineando anche come si tratti di «un servizio palesemente diffamatorio e chiaramente volto ad istigare il sabotaggio di Fileni».

Azienda che anche a questo link affida la sua replica.

L’abbattimento di polli obtorto collo, ad esempio, viene mostrato da un filmato, fornito dalla Lav, nel quale la pratica – non prevista dalla normativa – viene messa in atto, anche con calpestamento, da alcuni operai nel sito di Monte Roberto. Un ex dipendente, reso anonimo, spiega che si ricorrerebbe a ciò per mancato incremento ponderale, vale a dire mancata crescita che impedirebbe la corretta macellazione.

Fileni contesta il fatto e, in più, aggiunge che è «tutt’altro che peregrino il sospetto che quelle immagini possano costituire il frutto di un allestimento ad hoc in pregiudizio dell’Azienda, se non una vera e propria forma di deliberato sabotaggio con il favor di telecamera».

Il servizio di Report punta anche sulla produzione bio che, per la trasmissione, non avverrebbe secondo i canoni richiesti, in virtù del fatto che un terzo della loro vita i polli debbono trascorrerla all’aria aperta ma non sarebbe del tutto così, secondo quanto mostrato da altri filmati forniti dalla Lav.

«Le aperture possono variare – sottolinea l’azienda – , non solo da allevamento ad allevamento (come da Voi riscontrato), ma persino da capannone a capannone o da stagione a stagione. L’avicoltura biologica si caratterizza non solo per l’allevamento all’aperto (per almeno 1/3 del ciclo vitale), ma anche per molte altre caratteristiche, che ne determinano il maggior costo di produzione. L’avicoltore biologico non ha nessun rilevante vantaggio economico-produttivo dal tenere gli animali al chiuso, piuttosto che all’aperto».

L’impatto ambientale – per il quale da sempre il Gruppo si è detto attento alle ricadute della propria attività – dovuto agli allevamenti intensivi chiude il lungo excursus dedicato all’azienda, mostrando le prese di posizione e le proteste sollevate da residenti, sia a Jesi che a Cingoli, con particolare attenzione alle emissioni di ammoniaca.

Per le quali Fileni, tra l’altro, ha precisato di rispettare e di adeguarsi «a tutta la complessa normativa di settore sulle emissioni: direttiva quadro sulle acque, direttiva sui nitrati e direttiva sulle emissioni industriali, oltre alle migliori tecniche disponibili del 2017 – BAT, applicabili per gli impianti con allevamento di pollame e suini. Inoltre, Fileni non solo usa sistemi di mitigazione esclusivi ed all’avanguardia, ma cerca anche un costantemente miglioramento ed ammodernamento degli stessi».

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