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L’INCHIESTA Riaprono i circoli ricreativi ma la crisi non è finita

Situazione difficile a Falconara e Chiaravalle, parlano i gestori che si sentono abbandonati

FALCONARA, 2 maggio 2021 – «Siamo stati abbandonati, anzi dimenticati, ora cerchiamo di ripartire ma c’è chi ha chiuso i battenti e chi a stento rialza la testa. Nessuno ci ha davvero aiutato».

Sono ancora molto amareggiati e preoccupati i gestori dei circoli ricreativi che stanno riavviando l’attività in questi giorni. Tra Falconara e Chiaravalle diversi hanno provato a farsi sentire ma alcuni non sono riusciti a rialzare la serranda del loro circolo.

Barbara Sorgente e Valentina Fioretti sono presidente e vicepresidente dal 2019 del Circolo Quercetti, uno spazio che contava prima del lockdown oltre 300 soci. Sono giovani dinamiche e piene di idee che hanno visto vessati tanti dei loro sacrifici ma non hanno mai mollato.

Circolo “Quercetti” di Castelferretti

«Quello che abbiamo vissuto ha dell’incredibile con 7 mesi di chiusura. Proseguendo la chiusura dei circoli è stata negata ogni forma di socialità sia ai giovani che agli anziani, molti dei quali hanno perso qualsiasi punto di riferimento e di svago. I bar hanno potuto lavorare per un periodo – dicono Valentina e Barbara – ma i circoli no, visto che non eravamo considerati attività commerciali eppure abbiamo fornitori da pagare per la ristorazione e il bar e anche loro hanno subito il contraccolpo della nostra chiusura».

«Oltre a non avere più il finanziamento dei soci, anche la Regione non ha mai stanziato fondi che stiamo ancora aspettando eppure abbiamo dovuto far fronte a spese e utenze. Il lavoro è tutto in salita: prima della pandemia avevamo 300 soci, ora solo 120 anche se stiamo cercando di incrementarli tramite servizi e offerte. Nel frattempo ci siamo fatte in quattro migliorando il locale sia nell’aspetto che nella qualità e ci siamo rimboccate le maniche per ripartire senza l’aiuto di nessuno».

Al Circolo Quercetti c’è un campo da bocce desolatamente vuoto.

«Non si può giocare perché è al chiuso ed è una grave mancanza per gli anziani che erano abituati alla loro partita così come al gioco delle carte».

Le difficoltà sono tante e un circolo a Chiaravalle, il Fenalc di via Curiel, ha chiuso definitivamente i battenti.

«Altri si sono salvati perché hanno gli immobili di proprietà. Molti sono in difficoltà perché non avendo partita Iva non hanno diritto né al decreto ristori né al decreto sostegno varato da Draghi».

Anche Vandino Piersantelli, presidente del Circolo sociale Leopardi di via dello Stadio non nasconde le difficoltà del periodo.

«Avevamo 500 soci e ora stiamo rinnovando le tessere. Da noi si potevano fare tante attività e tra gli anziani c’è stato molto scoramento. Per mesi tanti non si sono visti e non sono usciti di casa. Non possiamo utilizzare neppure il nostro campo da calcetto coperto, nonostante la riapertura agli sport di squadra, perché per il protocollo dovrebbe essere scoperto. Organizzavamo piccoli spettacoli di vernacolo, di ballo, un po’ di ristorazione ma è ancora tutto fermo. In una parte del nostro edificio ospitiamo il centro vaccinale che ha contribuito a farci conoscere e apprezzare. Speriamo di ripartire».

La stessa speranza la nutrono anche nella vicina Chiaravalle dove si stanno rimettendo in moto il Circolo Settebello (foto in primo piano), che vanta una storia epica con 170 soci, l’Arci Molinelli con una nuova gestione, quello di via fratelli Bandiera, il Fenalc di piazza Mazzini e il Circolo Caccia e Pesca di via Toti.

Gianluca Fenucci

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