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L’INTERVISTA Il virologo Roberto Burioni: «Debelleremo anche il Covid-19»

«Ma bisogna continuare a essere attenti», ospite della serata in Piazza della Libertà a Catelplanio dove è stato presentato il progetto per il museo dedicato a Carlo Urbani

CASTELPLANIO, 30 agosto 2020 – C’erano aspettativa, curiosità, interesse, per ascoltare il noto virologo Roberto Burioni, ospite martedì sera – con il suo libro Virus, la grande sfida – dell’importante e bella serata organizzata in Piazza della Libertà, palcoscenico suggestivo per la presentazione del progetto relativo al museo dedicato a Carlo Urbani, voluto da Aicu, Comune, Regione Marche.

Il virologo Roberto Burioni a Castelplanio

Il Covid-19 è ben al di là dall’essere cancellato, almeno in tempi brevi, dovremo farcene una ragione, e l’esperto lo ha ribadito, anche se in toni lasciano spazio a più di una speranza in quanto, eventualmente, «sarebbe il primo virus sul quale non riusciremmo ad avere la meglio, con gli altri ci siamo sempre riusciti, tutti quanti, o a sconfiggerli o a renderli molto meno pericolosi di quello che erano, ma debelleremo anche il coronavirus», ha sottolineato il virologo 58enne dell’Università Vita – Salute San Raffaele di Milano, marchigiano di Fermignano, con trascorsi di docente per quattro anni alla Politecnica delle Marche, il cui volto e le cui parole sono transitati per tanti giorni dagli schermi accesi delle nostre tv, soprattutto in epoca lockdown.

«Il virus ancora c’è e si può diffondere – ci dice il professor Burioni -,  siamo usciti da una situazione drammatica e tragica quale era quella della scorsa primavera ma adesso abbiamo guadagnato un vantaggio che non dobbiamo disperdere: perciò continuare a essere attenti, indossare le mascherine, distanziamento, igiene con la pulizia costante delle mani, evitando i luoghi affollati e al chiuso che sono pericolosi, nell’attesa che arrivi una terapia efficace o un vaccino, che sarebbe importante fare tutti ma con un’opera di sensibilizzazione che dovrebbe iniziare sin da ora, a farci ritornare alla vita di sempre. La ricerca scientifica, che in questo campo ha fatto passi da gigante negli ultimi mesi, non è in grado di dire quali saranno le conseguenze in futuro di questa pandemia. Lo sapremo solo e soltanto quando accadranno».

L’apertura delle scuole, a settembre, tra preoccupazioni e le immancabili disorganizzazioni, incombe, resta sul tavolo il problema di come preservare i nostri figli dal contagio e garantire loro la massima sicurezza possibile.

«Queste sono decisioni che spettano alla politica, la scienza dice che il virus è pericoloso e si può trasmettere, però bisogna trovare un giusto bilanciamento tra il diritto alla salute e il diritto all’istruzione, entrambe importanti. Ed è compito della politica, ripeto, non della scienza quello di decidere come bilanciarli».

Pino Nardella

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