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MAIOLATI LA CITTADINANZA ONORARIA AL SINDACO DI RIACE INFIAMMA IL DIBATTITO POLITICO

Accesa discussione sui social tra i sostenitori di Domenico Lucano e il gruppo consiliare dei 5 Stelle

 

 

MAIOLATI SPONTINI, 28 novembre 2018 – Dopo l’approvazione a maggioranza dell’o.d.g. che concede il via libera al conferimento della cittadinanza Onoraria per il Sindaco di Riace Domenico Lucano, da parte del Consiglio Comunale di Maiolati Spontini, le posizioni tra le forze Politiche in campo restano distanti, come già emerso dal dibattito Consiliare. Hanno votato contro i due Consiglieri del Movimento 5 Stelle, con Leonardo Guerro che si è anche imbattuto in un’accesa discussione sui social con i sostenitori di Lucano. I penta stellati di Maiolati spiegano che la non condivisione dell’ o.d.g. in questione è figlia di vari motivi: Innanzitutto, perché c’è tuttora in corso un’indagine della Procura di Locri nei confronti del sindaco di Riace per dei reati penalmente rilevanti che, ammesso e non concesso possano essere stati commessi per scopi umanitari, è inaccettabile che a compierli sia stato proprio un rappresentante delle istituzioni il cui primo dovere è fornire l’esempio nel rispetto delle leggi dello Stato. Vorremmo chiedere al sindaco Domizioli se, al pari di Domenico Lucano, sia disposto a rilasciare carte d’identità fasulle o celebrare matrimoni truccati per aggirare la disciplina prevista dalle norme nazionali, onde ottenere l’ingresso in Italia di migranti, dando loro la residenza nel Comune di Maiolati Spontini in assenza dei requisiti necessari. Vorremmo chiedere, a quanti si fanno belli con la solidarietà degli altri, quale sindaco tra tutti i Comuni europei, americani e di qualsiasi nazione a livello mondiale permette l’ingresso di migranti privi di documenti e di permessi di soggiorno, celebrando per essi matrimoni fasulli, in dispregio delle rispettive leggi nazionali. Un altro aspetto, per cui non condividiamo l’Ordine del Giorno, riguarda l’uso strumentale della vicenda giudiziaria del sindaco di Riace (che peraltro segue un filone separato da quello inerente il blocco dei fondi ministeriali e la conseguente chiusura dello Sprar di Riace) quale pretesto per attaccare l’attuale Governo italiano. Tanto per sgomberare il campo da equivoci e dare a Cesare quel che è di Cesare, l’inchiesta della Procura di Locri è iniziata quasi venti mesi fa, quando il Capo del Governo si chiamava Gentiloni, non Conte, e il Ministro dell’Interno era Minniti, non Salvini”.

Ha scelto di astenersi “Innovazione e Responsabilità”, e il Capogruppo Aldo Cursi motiva la decisione presa: “Su un tema così importante e delicato per il nostro futuro, si è persa l’occasione per andare ad un consenso più ampio. Siamo d’accordo sull’importanza dell’accoglienza, come principio della coesione sociale e civile, ma crediamo che anche le regole vadano rispettate. Il fenomeno dell’immigrazione è stato gestito con troppo lassismo, e questo ha contributo a far crescere nella popolazione un senso di preoccupazione. Nulla da eccepire sul principio che ha spinto alla presentazione dell’ordine del giorno, ma bisogna considerare che è in corso un indagine della Magistratura, che va rispettata. Avevamo proposto un emendamento in cui chiedevamo di aspettare almeno che la Magistratura emettesse la sentenza nel primo grado di giudizio, e basarci su quella per prendere una decisone ragionevole. Invece la sinistra radical chic ha voluto ideologizzare e mettere il cappello sulla tematica dell’accoglienza, ottenendo come risultato quello di far aumentare l’astio e la contrarietà dei Cittadini. La smania del Partito Democratico di ricucire con l’ex alleato (Sinistra Unita) ha portato ad una strumentalizzazione delle posizioni, svilendo un tema strategico e di carattere socio culturale”.

Soddisfatto del risultato raggiunto invece il Gruppo Sinistra Unita: “Abbiamo voluto aderire all’appello della Rete dei Comuni Solidali, che propone a tutti i Comuni Italiani di accogliere simbolicamente Mimmo Lucano, conferendo ad esso la Cittadinanza Onoraria, in quanto appare inaccettabile che a seguito delle misure restrittive subite, dopo aver reso Riace la casa di tutti, egli non possa attualmente restare nella propria casa. Un segnale, il nostro, di impegno coerente, vista la storica tradizione di solidarietà ed accoglienza del Comune di Maiolati Spontini, ma anche soprattutto di apprezzamento del cosiddetto modello Riace, esempio di accoglienza, integrazione e di politica che mette al centro del proprio agire la Persona umana e la sua dignità”.

Resta sulle proprie posizioni il Partito Democratico, convinto che la mediazione travata in consiglio abbia prodotto un documento di alto livello:Abbiamo proposto questo importante ordine del giorno, arricchito e integrato con quello presentato contestualmente dal gruppo consiliare Sinistra Unita, con un duplice scopo: uno di espressione di solidarietà nei confronti di Domenico Lucano e l’altro come messaggio politico nei confronti di questo Governo giallo-verde. Lo spirito di solidarietà da parte nostra è totalmente sincero nei confronti di una persona, che indipendentemente da qualche leggerezza amministrativa che la magistratura avrà il compito di chiarire, se compiuta, nel corso del suo operato da Sindaco, ha avuto apprezzamenti in tutto il mondo e per giunta sotto varie forme. Stiamo parlando di una persona, Mimmo Lucano, che rientrerebbe di diritto tra i cosiddetti “Giusti” ovvero tra coloro che simboleggiano l’essere umano e la sua capacità di scegliere il bene contro il male e di non restare indifferente.  Il messaggio politico è rivolto a chi, tra le forze politiche di governo si pone nei confronti del problema immigrazione in maniera, a nostro avviso, del tutto preoccupante. Il decreto sicurezza appena trasformato in legge da questa maggioranza non risolve il problema integrazione, ma mira solo a fare propaganda e allo stesso tempo, a favorire la clandestinità. Obiettivi quindi in completa anti tesi rispetto a quelli portati avanti dal Sindaco di Riace. Noi siamo per la legalità ed il rispetto delle regole, ma crediamo anche che l’integrazione sia alla base della convivenza civile”.

 

Marco Pigliapoco

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