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MAIOLATI SPONTINI LA LEZIONE DI VITA DI ALE E FRANZ

“Nel nostro piccolo”, spettacolo andato in scena al Teatro Spontini per la Stagione di Prosa

MAIOLATI SONTINI, 21 febbraio 2019Ale e Franz hanno dato, con lo spettacolo Nel nostro piccolo – martedì 19 scorso – al Teatro Spontini, per la stagione di prosa, una lezione di vita.

Al centro l’uomo, e le decine di foto in bianco e nero che lo ritraggono – le immagini proiettate ce ne offrono un vasto campionario – soprattutto pescando fra gli “ultimi”. Ancora al centro Milano, non più quella “da bere” ma quella che racconta leggende, che si arrabatta e magari di nome fa Cerutti Gino (ma lo chiamavan drago, gli amici al bar del Giambellino) e ruba una lambretta, la gelosia, la vecchiaia, la povertà, la morte, la religione ed un funerale tutto da ridere.

E poi Ma mi, canzone infinita. Avrete capito che è al mondo di Gaber, Jannacci, Fo che i due si ispirano, anzi, «abbiamo preso alcune loro canzoni che ci hanno particolarmente colpito e attorno a queste abbiamo scritto la storia dei personaggi che raccontano».

In scena anche una signora band, che ha scandito i tempi delle varie scene di quotidianità, trasformando la pièce in un turbinio di riflessioni. Non tutte alla “Zelig” («Noi da Zelig abbiamo imparato moltissimo, ritmo e professionalità») ma molto più vicine al teatro – canzone di Gaber. Qualcuna più esilarante, altre un po’ più riflessive, altre ancora filosofiche ma un po’ ingombranti, forse più lente nel ritmo di quelle battute a raffica che li hanno resi famosi.

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Una performance teatrale fatta a più mani, infatti il duo è sempre affiancato, sul palco, da un’orchestra formata da ottimi musicisti: Francesco Luppi, Luigi Schiavone, Fabrizio Palermo e Marco Orsi. Peccato per chi non ha vissuto, parlo non solo delle canzoni, i tempi dei due grandi corsari milanesi, cosi li chiamavano Gaber e Jannacci, oltre al contorno che ci ha fatto rivivere il momento in cui è nato tutto, quando l’arrivo del cosiddetto nonsense, il regno dell’assurdo di Campanile, la comicità di Marcello Marchesi (ricordo una sua vecchia battuta: «”Dio t’assista”, senza l’apostrofo, è una bestemmia?»), l’agilità genial creativa di Fo, il teatro dei Gobbi, la musicalità assoluta di Franco Nebbia e… hai voglia a ricordare e poi chi se li ricorda tutti…ah, i Gufi, ci perdonino!

La famosa panchina del duo? Ma c’era, eccome, non è mai mancata, quella specie di divano dello psicanalista ha rovistato dentro a tutte le nostre storture. Magari sorridendoci sopra e facendoci riflettere. Per finire in gloria, bravi anche a cantare.

Prossimo appuntamento il 6 marzo, sempre al Teatro Spontini, con Sei personaggi in cerca d’autore, uno spettacolo di VicoQuartoMazzini, con Michele Altamura, Alice Conti, Simonetta Damato, Filippo Paolasini, Gabriele Paolocà.

Giovanni Filosa

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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