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MOIE Memorie di cucina, la tradizione natalizia a tavola

Il banchetto del 25 dicembre prevedeva il cappone ma anche il tacchino, il lesso era accompagnato con le erbe di campo anticipato dalla minestra di stracciatella o quadrellini, raramente i cappelletti

MOIE, 25 dicembre 2020 – Natale era davvero una festività dove il pranzo era avvertito come qualcosa di speciale, e degno di memoria tra le ricorrenze dell’anno.

I cittadini di Moie erano soliti apparecchiare con cura, la tovaglia di cotone o di lino era rigorosamente bianca, i piatti di porcellana, le posate di ottone lucidate in maniera accurata con la cenere.

Non tutte le famiglie potevano permetterselo, alcune erano talmente povere da disporre di un solo bicchiere per tutti. Il banchetto del 25 di Dicembre prevedeva il cappone natalizio, ma anche il tacchino. Il lesso di tacchina era accompagnato con le erbe di campo e spesso era anticipato dalla minestra natalizia di stracciatella o quadrellini, raramente i cappelletti.

Nella memoria dei moiaroli si rammenta anche, per quanto riguarda il secondo piatto come il cappone, lesso ma anche arrosto, cucinato alla griglia sull’arola del camino, poi la tradizionale parmigiana di gobbi. La ristoratrice Jolanda ricorda la presenza tradizionale sia della tacchina, bollita e arrosto, o del cappone bollito; tra i secondi piatti natalizi la signora Jolanda rammenta anche il lavoro complesso per la galantina, con ripieni sontuosi ed inediti, comprati appositamente per l’occasione.

Per quanto riguarda le minestre natalizie Jolanda ricorda la sfoglia all’uovo sia per i quadrellini  sia per i cappelletti, da servire ugualmente in brodo. Il brodo era ottenuto con pezzi di carne scelta ed assortita, e poi sedano, carote e cipolla, ed a metà cottura ci si aggiungeva un po’ di pomodoro, fresco oppure pelati o conserva, per dargli quel sapore speciale. Jolanda sottolinea il ripieno fatto con tante carni assortite, vaccina e maiale, e gli aromi di noce moscata e scorza di limone.

La signora Ersilia per il pranzo di Natale si concedeva i cappelletti, con un ripieno di prosciutto, formaggio, uova per legare e pangrattato che aumentava la consistenza, e dopo questa minestra in brodo la pietanza di carne lessa era il tacchino di casa, mentre come contorno ci potevano essere gli spinaci bolliti, ma anche i sedani. Il dolce delle feste nelle case più umili era il ciambellone, che era la conclusione anche del pranzo di Natale.

Racconti tratti dal libro Memorie di cucina a MoieTestimonianze, ricordi di feste e tradizioni a tavola

Daniele Guerro – Tommaso Lucchetti

©️RIPRODUZIONE RISERVATA

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