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MONTE ROBERTO Vicenda Cag, parla la Costess

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MONTE ROBERTO, 15 gennaio 2020 – A fine dicembre, con una stringata comunicazione (dove si ometteva qualsiasi riferimento alle motivazioni), il sindaco di Monte Roberto ci ha fatto sapere che la convenzione per la gestione del Centro di aggregazione giovanile “Icaro” non ci sarebbe stata rinnovata. Restammo sorpresi e chiedemmo spiegazioni, che però direttamente non ci sono mai giunte. In compenso, il 31 dicembre con un comunicato stampa l’Amministrazione comunale di Monte Roberto fa sapere che tale mancato rinnovo è da ricondursi, in buona sostanza, al fatto che Costess non sa gestire “luoghi di crescita”, non sa proporre “relazioni buone”, non sa fare prevenzione né inclusione. Tutte cose che invece si avvereranno dal 2020 in poi, con la “trasformazione” di cui pure parla il comunicato.  E nel corso dell’assemblea pubblica svoltasi a Pianello sabato 4 u.s. viene rincara la dose: i rappresentanti dell’Amministrazione comunale nell’occasione hanno affermato che i Cag sono luoghi che non possono essere frequentati da giovani oltre i 18 anni di età (mentre noi – “cattivi gestori” – li avremmo accolti).

Le accuse sarebbero piuttosto gravi, se non fosse che sono prive di fondamento: i fatti sono lì a dimostrare il contrario. I fatti, ovvero la nostra storia professionale chiamano in causa – oltre a decenni di stimata buona gestione di servizi socio-educativi e culturali a favore di minori e giovani – anche riconoscimenti prestigiosi e in taluni casi eccellenze, come (per fare un esempio) nel caso del progetto che ha portato alla nascita di Radio TLT, la web radio dei Cag della Vallesina, che quando fu inaugurata, nel 2006, fu la prima web radio dei Cag in Italia. Ma non basta: i principali progetti realizzati nel settore delle politiche educative e giovanili, della prevenzione, dell’inclusione, nel nostro territorio da molti anni in qua sono stati messi a punto da Costess (e, detto tra parentesi, hanno portato discrete risorse finanziarie agli enti locali).  E il discorso vale anche per il Cag di Monte Roberto: il buon lavoro svolto da quasi 15 anni a questa parte dal nostro personale ha condotto a un risultato di tutto rispetto: la costituzione di cospicui gruppi di giovani che hanno frequentato il Cag con regolarità, trovandovi tanto uno spazio importante per il tempo libero, quanto un punto di riferimento adulto in grado di accompagnarli con cognizione di senso per un tratto del loro percorso di crescita. E attenzione, parliamo di giovani, di chi ha dai 15 anni in su: per costoro, se si toglie il punto di riferimento del Cag, non esiste un altro luogo simile, dove possano incontrarsi e stare insieme in presenza di figure educative (e l’importanza di situazioni di questo genere è così evidente che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni).

L’affermazione sui limiti di età di frequenza dei Cag, poi, è semplicemente falsa: non esiste alcuna norma che imponga divieti di tal fatta. La L. R. 9 (che detta i criteri per gli accreditamenti delle strutture in cui svolgere servizi socio-aggregativi) cita l’età di 18 anni solo perché l’oggetto dell’interesse di tale legge sono i minori, non certo per definire un criterio di esclusione dalla frequenza dei centri di aggregazione giovanile per chi ne ha di più (cosa che peraltro succede ovunque). Semmai ce ne fosse bisogno, comunque, molteplici normative, direttive, progettualità di livello sia nazionale che regionale, sono lì a dimostrare il contrario, ossia che nei Cag si possano (e debbano) svolgere attività rivolte a giovani anche oltre i 18 anni di età. Bisognerebbe informarsi meglio, specie se si ricopre una carica pubblica.

Pur nel rispetto delle scelte dell’Amministrazione comunale, dunque, dobbiamo far presente che dire non rispondenti al vero – e in questo caso lesive della nostra professionalità – non va bene. Ovvero: il Comune di Monte Roberto è liberissimo di decidere che un determinato servizio venga chiuso e le relative risorse siano destinate ad altro (come pure di cambiare i soggetti gestori: ci mancherebbe), le scelte però vanno comunicate correttamente: assumendosene la responsabilità e spiegando i reali motivi. Non imputandole a ipotetiche “cattive gestioni”, per tentare di dimostrare le quali poi, ci si arrampica su specchi del tutto improbabili.

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