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Cronaca

MONTECAROTTO IL XV FESTIVAL PERGOLESI SPONTINI IN UNO DEI TEATRI-GIOIELLO DELLE MARCHE

Andrea Coen (foto Stefano Binci)

Andrea Coen (foto Stefano Binci)

MONTECAROTTO, 9 settembre 2015 – Tre secoli di musica per cembalo da Gesualdo a Pergolesi per il XV Festival Pergolesi Spontini con il concerto “Tastiera napoletana” che si terrà giovedì 10 settembre al Teatro Comunale di Montecarotto con Andrea Coen, uno dei raffinati interpreti del repertorio antico. In programma, musiche del Cinquecento, Seicento e Settecento a Napoli: un itinerario da Carlo Gesualdo Principe da Venosa al genio di Giovanni Battista Pergolesi attraverso Antonio Valente, Ascanio Mayone, Gregorio Strozzi, Alessandro e Domenico Scarlatti, Francesco Geminiani e Pier Domenico Paradisi. In occasione del Festival, la Delegazione FAI di Ancona in collaborazione con Montecarotto Promo Link proporrà inoltre l’apertura del Torrione dell’Orologio di Montecarotto, con visite guidate dalle ore 18 alle 22.
La creazione di brani dedicati esclusivamente all’esecuzione su tastiera sola era entrata in uso come attività collaterale della composizione vocale: brani vocali inizialmente concepiti per voce e strumento accompagnatore venivano trascritti per tastiera in un’unica composizione in cui generalmente la linea melodica della voce era affidata alla mano destra mentre la sinistra si occupava dell’accompagnamento. Terreno fertile per le composizioni da tastiera era stato il vivace ambiente culturale che caratterizzava le corti rinascimentali, in cui – secondo il principio per cui “l’om bene instituito sia ancor musico” (Baldassarre Castiglione, Il Cortegiano, 1528) – le arti erano, insieme alla letteratura, il nucleo del sistema pedagogico. L’ambiente di corte era dunque fortemente interessato alla musica.
Tra i principali autori fu Gesualdo da Venosa, principe melanconico per il quale la musica sembra essere stata la maggiore preoccupazione. Fatto inquietante e doloroso fu per lui l’assassinio della prima moglie Maria d’Avalos e dell’amante di lei Fabrizio Pignatelli Carafa, duca d’Andria: colti i due in flagranza di adulterio, li fece uccidere, quasi obbligato dalle consuetudini dell’onore familiare. Nonostante venisse immediatamente assolto dal processo che seguì al duplice assassinio, non riuscì mai a perdonarsi e i sensi di colpa lo perseguitarono per il resto della sua vita. Ne fu influenzato persino il rapporto (disastroso) con la seconda moglie Leonora d’Este, per quanto questo secondo matrimonio gli fosse stato di grande stimolo per l’opportunità che gli diede di entrare in contatto con il florido ambiente musicale estense. Detto Il Principe dei musici, era musicista a tutto tondo, versato tanto nel suonare e nel cantare quanto nel comporre.
Con l’inizio del Settecento la sonata per cembalo diventò un genere legato all’editoria e al consumo domestico del galant homme, il dilettante che deve liberarsi da ogni pedanteria, per applicarsi all’arte nuova, moderna, come l’esecutore delle sonate di Domenico Scarlatti. Tra i napoletani più affini allo stile di Domenico Scarlatti si trovano Pietro Domenico Paradisi e Francesco Geminiani. Quest’ultimo era stato allievo dello Scarlatti padre e virtuoso del violino, ed ebbe da Tartini il soprannome di Il Furibondo in ossequio alla sua tecnica eccelsa che evadeva dalle strutture precostituite. A renderlo famoso fu anche la sua passione per i quadri, che rischiò di portarlo in rovina.
Con la fine del secolo XVIII e l’imporsi di nuovi strumenti a tasto, dalle corde percosse piuttosto che pizzicate, l’arte tastieristica confluì in nuovi generi espressivi: Giovanni Battista Pergolesi, jesino di formazione partenopea, chiude idealmente una sfilza di autori napoletanissimi, la sintesi delle cui composizioni, se non ci fa sentire gli aromi di pastiera e millefiori, certo ci fa entrare nei palazzi della nobiltà napoletana nei secoli dei sui più alti splendori.

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