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Cronaca

MONTEMARCIANO ‘IL BACIO’, A TEATRO CON BARBARA DE ROSSI E FRANCESCO BRANCHETTI

MONTEMARCIANO, 19 gennaio 2018 –  Una storia d’amore dei nostri tempi: un uomo, una donna, due vite segnate dall’infelicità, due persone ferite dall’indifferenza e dalla noia.

E’ l’incipit de “Il bacio” dell’olandese Ger Thijs che Francesco Branchetti, nel doppio ruolo di regista ed attore, e Barbara De Rossi hanno portato magistralmente in scena al teatro Alfieri di Montemarciano conquistando gli applausi convinti di un pubblico emozionato e perfino commosso.

E un anonima serata di un anonimo giovedì di gennaio diventa parabola di sentimenti, gioco di seduzione, una perfetta e tenue storia d’amore, intrisa anche da un’ironia che rende più leggero un percorso drammatico e aspro.

Francesco Branchetti e Barbara De Rossi sono splendidi e poetici: le due ore di dialogo anche serrato, sempre coinvolgente, passano velocemente fino a giungere ad un finale che apre orizzonti e arcobaleni.

Un uomo e una donna si incontrano in una panchina, in un bosco dove si snodano dei sentieri. Entrambi sono infelici, delusi, annoiati, impauriti. In mezzo agli alberi e tra i sentieri, che rappresentano una sorta di magica “terra di mezzo”, arrivano a sfiorarsi, a toccarsi. Una donna che va alla ricerca del suo destino, un uomo che fa i conti con i suoi fallimenti e con la sua storia. La magia e i misteri dei sentieri e del bosco fa da sfondo all’incontro tra i due, la magia del mondo che li circonda ed una strana quiete che talvolta guadagna il suo “spazio” accompagnano l’avvicinarsi di queste due anime; dalla diffidenza iniziale, alle prime confidenze ad una complicità a tratti quasi struggente e intrisa di emozione, il tutto raccontato con una leggerezza di tocco, con una grazia che accompagna l’indagine psicologica dei personaggi e della nascita di un sentimento forse d’amore e ogni sfumatura, ogni battuta, diventa emozione condivisa, “batticuore” per lo spettatore. I sentieri sembrano una Via Crucis e invece nascondono l’approdo alla gioia, alla felicità forse, alla vita vera. Una storia di purezza e di candore raccontata con dolcezza e umanità; una storia che in definitiva è la storia di tutti noi, anime fragili e sensibili.

 

Gianluca Fenucci

 

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