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Morro d’Alba Dai droni alle App: il biologico marchigiano guarda al futuro

Presentati i risultati del progetto Biocereals 4.0, condotto dalla cooperativa Montebello con Univpm e Apra – Var

Morro d’Alba, 30 ottobre 2022 – Dall’impiego di droni per monitorare la salute delle piante alle App per caricare direttamente dal campo tante informazioni utili alla gestione dell’attività agricola.

Grazie al progetto Biocereals 4.0, condotto dalla cooperativa Montebello (ecosistema Girolomoni) insieme con l’Università Politecnica delle Marche e Apra – Var, l’agricoltura biologica delle Marche ha avuto l’opportunità di testare una serie di strumenti digitali per innovare il settore.

I risultati del progetto, realizzato grazie ai fondi Psr messi a disposizione dalla Regione Marche, sono stati illustrati venerdì nel corso del convegno “Nuovi scenari per la transizione ecologica e digitale delle filiere agricole biologiche” che si è tenuto presso l’azienda Mario Lucchetti.

«Il progetto Biocereals 4.0 – ha sottolineato Pierfrancesco Fattori, presidente della Montebello – è stato importante per capire che questi nuovi strumenti rispondono a un bisogno concreto delle aziende e che è necessario sviluppare una serie di servizi per favorire il lavoro in rete. Dunque digitalizzazione e consulenza saranno concetti fondamentali per il futuro del bio marchigiano».

Il progetto è stato realizzato in tre anni di lavoro e ha visto l’Università Politecnica delle Marche sviluppare una intensa attività di ricerca per applicare le nuove tecnologie alla filiera agroalimentare.

«In agricoltura biologica – ha detto Raffaele Zanoli, professore di economia agraria alla Politecnica – le difese sono naturali, per questo gli strumenti per prevedere infestazioni e malattie sono particolarmente importanti. La digitalizzazione consente risparmi e controllo, anche se il digital divide, è ancora un problema».

Zanoli ha tracciato un quadro delle risorse per la ricerca, risorse limitate a fronte dell’ambizioso obiettivo dell’Unione europea di avere entro 2030 il 25% della superficie agricola complessiva trattato con metodo biologico.

Gianluca Regoli di Apra – Vargroup Company,  ha illustrato gli strumenti adottati in Biocereals 4.0, tra cui i sistemi per gestire normative e contratti, per compiere scelte ragionate sulla programmazione delle semine, per raccogliere dati direttamente sul campo e orientare le decisioni, per controllare in tempo reale i processi di conferimento dei cereali e la situazione nei centri di stoccaggio.

Francesco Maria Martini di Univpm si è concentrato sul ruolo dell’intelligenza artificiale e della sensoristica avanzata, che grazie a un monitoraggio costante sulla salute della piante consentono di intervenire tempestivamente e anche di sviluppare modelli predittivi.

Ma perché il bio entri nel futuro servono scelte di fondo.

«Il quadro generale è favorevole al bio e alla transizione ecologica – ha detto Francesco Torriani, coordinatore del settore biologico per Alleanza delle Cooperative Italiane Agroalimentare – ma saranno in pochi a cogliere queste opportunità se non superiamo il problema che sta alla base: la frammentazione nella produzione. L’innovazione va realizzata in termini di sistema, coinvolgendo tutta la filiera, anche sul piano delle conoscenze e delle competenze»

Al convegno sono intervenuti, inoltre, Giovanni Girolomoni, presidente della cooperativa Girolomoni; Ugo Testa, responsabile del Progetto Innovation Broker Pubblico – InnovaMarche, e Francesco Solfanelli di Univpm.

L’esperienza di Biocereals 4.0 confluirà in un nuovo progetto che prenderà avvio alla fine di quest’anno e che proseguirà sulla strada della transizione ecologica e digitale delle aziende biologiche marchigiane.

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