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il parere dell’esperto

OSTEOPATIA LA CERVICALE

Un nostro spazio quotidiano affidato ad esperti di settore. La rubrica “Il parere dell’esperto” si interesserà di Fiscalità, Medicina, Psicologia, Giurisprudenza, Osteopatia e Nutrizione.

 

 

Matteo Facchin, diplomato Massaggiatore e Massofisioterapista, Osteopata e specializzato in biodinamica e nell’approccio somato-emozionale

 

 

LA CERVICALE

 

Oggi parliamo di uno tra i dolori più diffusi tra la popolazione: quello alla “cervicale”. Tecnicamente chiamato crevicalgia. Ne soffre il 60% delle persone.

Il motivo per cui questa regione della colonna vertebrale sembrerebbe essere così delicata è perché oltre ad essere il tratto della colonna vertebrale più mobile, e quindi molto sollecitato, è anche una zona che ha molteplici connessioni con il corpo.

La colonna cervicale unisce la testa al tronco. La sua estrema libertà consente alla testa di compiere moltissimi movimenti. Si compone di sette vertebre. Le prime due vertebre sono molto anomale ed infatti hanno anche dei nomi propri. La prima vertebra cervicale si chiama atlante, in analogia con il personaggio della mitologia greca. Questa vertebra, infatti, sostiene la testa, proprio come Atlante sosteneva la terra. La seconda vertebra cervicale si chiama epistrofeo. Oltre ad avere una conformazione molto particolare, queste vertebre hanno anche un’altra caratteristica, non presentano un disco intervertebrale, come invece hanno tutte le altre vertebre

Come anticipato nel precedente articolo lo scopo di questa rubrica è di comprendere che cosa vuole suggerire il dolore. Ricordo anche che il dolore è nostro amico, se ben compreso.

Il dolore alla cervicale può provenire da strutture come:

– le vertebre (artrosi, artrite, osteoporosi, ecc…)

– i dischi intervertebrali (protrusioni o ernie)

– i nervi (sindromi compressive da ernie, protrusioni, fenomeni artrosici, ecc…)

– i muscoli (stiramenti, contratture, sovraccarichi, ecc…)

– i tendini (stiramenti, piccole distrazioni, elongazioni, ecc..)

Chiaramente ogni struttura causerà un dolore differente.

Il punto è che il dolore avrà sempre un’origine legata a queste strutture, ma occorre capire qual’è la causa che ha generato il dolore per essere efficaci e risolutivi.

Analizziamo quindi le tre cause che possono da origine al dolore cervicale: meccanico-strutturale, viscerale ed emozionale.

Dal punto di vista meccanico-strutturale la cervicale soffre per tutte quelle tensioni che possono originare dalla postura, dalle posizioni mantenute ad esempio al lavoro, dai traumi o da differenti tipi di sovraccarichi.

Quindi, in questo caso, parliamo di problemi che determinano delle vere e proprie sollecitazioni meccaniche.

Nel caso della postura i dolori cervicali possono derivare da squilibri nell’appoggio dei piedi, torsioni del bacino, scoliosi o atteggiamenti scoliotici della colonna vertebrale, da disallineamenti delle spalle, ecc…

Oppure la persona mantiene per lungo tempo una posizione scorretta sul posto di lavoro. Spesso questo accade accade in impieghi di tipo impiegatizio, dove la persona si trova costretta a mantenere la stessa posizione per diverse ore. Questo a lungo andare può portare ad un sovraccarico della colonna cervicale. Da qui è nata l’esigenza di creare delle norme di igiene sul lavoro che si trovano racchiuse nella famosa legge 626.

Oppure ancora la cervicale può soffrire dal punto di vista strutturale a causa di differenti tipi di incidenti o traumi, che hanno determinato delle tensioni importanti a livello della colonna cervicale.

Un altro tipo di sovraccarico strutturale può essere quello dovuto ad un tipo di sforzo meccanico. Si può pensare ad un atleta che per allenamento solleva diversi tipi di peso oppure ad un lavoratore che movimenta carichi pesanti con le braccia.

Come riconoscerlo

Il dolore cervicale di origine strutturale ha delle caratteristiche ben precise. Infatti, indipendentemente dalla causa (posturale, sovraccarico lavorativo, traumatica, ecc…), è possibile distinguerlo dagli altri dolori che vedremo in seguito perché generalmente diminuisce con il riposo. L’andamento del dolore durante la giornata e di questo tipo. Al risveglio la persona non avverte dolore. Quest’ultimo inizia a presentarsi durante il corso della giornata, oppure in seguito a movimenti ripetuti. Ciò sta ad indicare il fatto che più la struttura viene sollecitata è più la cervicale viene sovraccaricata. In questo caso per la persona è sufficiente distendersi, fare qualche esercizio di allungamento, per provare subito sollievo.

Un’altra origine del dolore cervicale è quella organo-viscerale. In questo caso il dolore sta dicendo che la causa va ricercata nel problema di un organo o di un viscere.

Qui il discorso si fa più interessante. Chiaramente l’intensità e il tipo di dolore cervicale può essere identico alla situazione precedente. Ma Chiaramente la cura dovrà essere ben diversa rispetto a la causa strutturale.

Vediamo ora quindi quali strutture organo viscerali possono dare fastidio alla cervicale.

Quando generalmente si pensa alla cervicale subito il pensiero va alle vertebre.

Ma, come ben sappiamo, il tratto cervicale della colonna vertebrale è solo una piccola componente del collo. Infatti, davanti alle vertebre cervicali ci sono tante altre strutture che si collegano con la colonna. C’è la trachea, l’esofago, le arterie carotidi, alcune fasce che sospendono i polmoni, ecc… Bene tutte queste strutture prese singolarmente possono creare tensione al tratto cervicale della colonna e quindi nel tempo creare dolore.

Facciamo subito un esempio che tutti possiamo comprendere. Quando abbiamo un bel mal di gola, come sentiamo la cervicale? Ecco in alcuni casi possiamo sentire collegato un dolore cervicale. Chiaramente, in questo caso, è facile fare la connessione. Ovvero la persona si rende immediatamente conto che il suo dolore alla cervicale è causato dal mal di gola. Ma come fa un’esofagite o una gastrite a creare un dolore al collo?

Spesso spiego ai miei pazienti questo tipo di relazione con l’effetto cravatta dello stomaco e dell’esofago. Infatti anatomicamente questi due visceri sono letteralmente “appesi” alla cervicale e ricordano molte bene una cravatta.

Come si vede dalla figura, la freccia rossa indica la tensione generata dall’esofago e dallo stomaco. In questo caso si può ben intuire come un problema allo stomaco crea un dolore cervicale. Generalmente la persona avverte una sensazione come se portasse uno zaino sulle spalle.

Come riconoscerlo

Quello che vi può aiutare a comprendere che il dolore cervicale ha un’origine di tipo organo viscerale è l’andamento durante la giornata. Infatti il dolore cervicale di origine viscerale generalmente si comporta in modo opposto a quello di tipo strutturale. Innanzitutto non fa riposare bene la persona. La cervicale si fa sentire anche di notte. Magari inizialmente, nella prima parte della notte, il dolore rimane ad una soglia accettabile ma, col passare delle ore, il riposo si fa sempre più disturbato. Il risveglio generalmente è molto doloroso. In poche parole la cervicale durante il riposo è peggiorata. Durante la giornata il dolore migliora. Il movimento generalmente crea beneficio, comunemente si dice che quando si “scalda” il collo va meglio.

Questo accade perché durante la notte lo stomaco e l’esofago continuano a “tirare”. Mentre durante il giorno il movimento del corpo riesce a contrastare questa tensione e la cervicale ne beneficia.

La terza origine del dolore cervicale e quella somato-emozionale.

In questo caso il problema originario non è da ricercare nel corpo ma, piuttosto, nella mente del paziente. Ovvero, nelle dinamiche sommato emozionali, il corpo fà da specchio al sistema emozionale. In poche parole il corpo, attraverso il dolore, mette in evidenza un disagio più profondo che la persona sta vivendo in quel particolare periodo della sua vita. Imparare a leggere queste dinamiche può voler dire possedere uno degli strumenti più potenti in campo terapeutico.

Ritornando alla nostra cervicale, per poter leggere il disagio profondo nascosto dietro il dolore, dobbiamo concentrarci sul “cosa rappresenta” il collo per la persona. Quando si arriva a comprendere il vero significato che sta dietro al dolore è incredibile come lo stesso svanisca quasi istantaneamente.

Ad esempio, un blocco al collo potrebbe significare: “in questo momento della vita mi trovo bloccato perché sono ad un bivio e non so dove guardare”.

Oppure: “Con questa persona non mi sento libero di guardare …”

O ancora: “In questo contesto particolare mi sento il peso sulle spalle ma non so dove rivolgermi”

Il corpo in questi casi utilizza il dolore per evidenziare in modo molto netto che il disagio profondo ha bisogno di essere ascoltato. E dato che ci prendiamo cura di noi stessi solo quando siamo preoccupati perché abbiamo una sensazione disagevole o un dolore, allora il sistema emozionale utilizza il dolore per stimolarci all’azione.

Come riconoscerlo

Il dolore di tipo somato-emozionale ha un andamento molto particolare. Innanzitutto non è legato né al tipo di movimento né al riposo. Spesso è un dolore violento che tende a bloccare la persona. Nella stragrande maggioranza dei casi questo tipo di dolore non trova beneficio con alcuna terapia che non approfondisca l’aspetto emozionale. Potrebbe, in alcuni casi migliorare leggermente, per poi comunque ripresentarsi nel giro di poco tempo.

Matteo Facchin

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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