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il parere dell’esperto

OSTEOPATIA LA LOMBALGIA

Un nostro spazio quotidiano affidato ad esperti di settore. La rubrica “Il parere dell’esperto” si interesserà di Fiscalità, Medicina, Psicologia, Giurisprudenza, Osteopatia e Nutrizione.

Matteo Facchin, diplomato Massaggiatore e Massofisioterapista, Osteopata e specializzato in biodinamica e nell’approccio somato-emozionale

 

 

 

 

 

LA LOMBALGIA

Nell’articolo precedente abbiamo trattato il dolore alla cervicale. Oggi parliamo di un altro dolore che è fra i più diffusi nella popolazione: la lombalgia. Ne soffrono 15 milioni di persone nel nostro Paese!

Vediamo insieme perché questa zona è in apparenza così delicata. Ma, soprattutto, cerchiamo di vedere questa problematica da diversi punti di vista. Non tratteremo insieme le differenti strutture che possono creare dolore lombare, perché questi sono aspetti già ultra sviscerati e trattati in tantissime altre sedi.

Il tratto lombare della colonna vertebrale è compreso fra la zona dorsale e il bacino. È formata da cinque vertebre, chiamate vertebre lombari. In anatomia vengono indicate con la lettera L e numerate dall’alto verso il basso dalla numero 1 alla numero 5 ( L1, L2, L3,L4 ed L5). Queste sono le vertebre più grosse presenti nella colonna, in quanto sono quelle che subiscono una maggior sollecitazione meccanica in compressione.

La zona lombare presenta una curva denominata lordosi lombare.

Quando questo tratto della colonna manifesta un dolore le strutture che possono essere coinvolte sono:

– le vertebre

– i legamenti vertebrali

– i muscoli

– i dischi intervertebrali.

– faccette articolari

– la capsula articolare che riveste le faccette articolari

Come abbiamo già visto negli articoli precedenti andiamo ora a vedere le tre differenti origini di un dolore lombare. Non ci soffermeremo a studiare tutte le strutture precedenti. Ma cercheremo di capire insieme che cosa ci sta suggerendo il dolore.

 

La prima causa del dolore lombare è l’origine meccanica.

In questo caso il dolore ha a che fare con le cause fisiche. Si parla in questo caso di sollecitazioni meccaniche.

Come abbiamo precedentemente accennato, la zona lombare della colonna è la regione che riceve più carico perchè si trova nel passaggio di incrocio tra le forze ascendenti e discendenti. Ovvero, la colonna lombare riceve sia la spinta verso il basso, costituita dal peso del busto e della testa, che la forza ascendente delle gambe che respingono il peso del corpo dal terreno. Inoltre il baricentro dell’intero corpo è situato a livello dell’ombelico. L’ombelico si proietta circa a livello di L3. Ecco che il punto di equilibrio dell’intero corpo è situato al centro della colonna lombare. Questo fa sì che la colonna lombare diventi il fulcro dell’ intero organismo e sia, quindi, sottoposta a grandi carichi. Infatti, ogni volta che afferriamo un peso con le braccia la leva del corpo si scarica prevalentemente a livello della colonna lombare.

Per questo motivo le continue sollecitazioni meccaniche a cui sottoponiamo la colonna lombare quotidianamente possono, alla lunga, logorare le strutture sopracitate e dare quindi origine a dolori di diverso tipo.

  • Quindi una prima causa meccanica riguarda ad esempio le sollecitazioni dovute a lavori usuranti. Lavori che, per le loro caratteristiche, costringono la persona a sollevare molti pesi durante la giornata. In questo caso il rimedio consiste in una corretta igiene al movimento. Sono per questo nati i corsi della legge 626 sulla corretta movimentazione dei carichi.
  • Un altro aspetto che può portare dolore alla colonna lombare riguarda la postura. Un appoggio scorretto dei piedi, la presenza di scoliosi, di atteggiamenti scoliotici possono generare nel tempo dolore lombare.
  • Un altro esempio sono i traumi. Ad esempio fratture vertebrali e conseguenti deformazioni delle stesse possono creare dolore lombare anche a distanza di molto tempo dall’evento.

 

Come si riconosce?

Come più volte accennato precedentemente Lo scopo di questo articolo non è tanto capire quali strutture possono generare dolore, ma capire cosa il dolore ci vuole dire.

Il dolore lombare di origine meccanica ha, innanzitutto un andamento caratteristico. Ovvero generalmente si presenta con il movimento ripetuto. Cioè al mattino la colonna non presenta dolore poi, nel corso della giornata il dolore aumenta con l’aumentare delle ore e dei movimenti effettuati. Questo indica esplicitamente il fatto che le strutture che generano dolore sono legate al movimento meccanico della colonna. Quindi più movimenti effettua la colonna e più il dolore aumenta.

Il riposo, nel dolore di origine meccanica, crea beneficio alla colonna.

La seconda origine del dolore lombare e quella organo-viscerale.

Qui le cose si fanno più interessanti.

In questo caso le strutture che creano dolore sono le medesime descritte precedentemente ma ciò che causa il dolore è una tensione viscerale.

Una delle cause più frequenti è la tensione intestinale. Qui occorre distinguere due tipi di tensione: quella dell’ intestino tenue è quella di intestino crasso, chiamato anche colon.

L’intestino tenue, nell’adulto, misura di circa 6 metri. Presenta numerosissime curvature. Ma l’aspetto che più ci interessa è che l’intestino tenue presenta nella sua faccia posteriore un grosso legamento, chiamato radice del mesentere. Questa struttura sospende letteralmente l’intestino tenue e lo collega con la colonna lombare. Precisamente la radice del mesentere si inserisce fra L2 ed L3. Uno dei ruoli della radice mesentere è quella di sospendere l’intestino. In modo tale che, le sollecitazioni meccaniche a cui è sottoposto l’intestino, gli permettano di rimanere in sede. La radice del mesentere crea anche una relazione fra lo stato dell’ intestino e la colonna lombare. Accade quindi che quando l’intestino tenue è teso questa tensione viene trasmessa anche alla colonna lombare attraverso la radice del mesentere. Come risultato abbiamo che ad una tensione intestinale si associa una tensione lombare. Questa tensione porta, in alcuni casi, ad un dolore della regione lombare alta.

Inoltre una tensione intestinale crea una vera e propria trazione meccanica della radice del mesentere verso l’avanti. Questo si manifesta posturalmente con uno “spanciamento” del soggetto e un conseguente sovraccarico della colonna lombare (vedi figura sottostante).

Per quanto riguarda il colon occorre ricordare innanzitutto le sue caratteristiche. L’intestino crasso misura circa 1,5 mt nell’adulto e ha una forma di U capovolta all’ingiù. A livello inferiore, nelle due fosse iliache vicino alle anche, il colon presenta a destra la Valvola Ileo Cecale e a sinistra la curvatura che costituisce il colon sigmoide. Quindi nell’insieme possiamo vedere il colon come un grosso quadrilatero con quattro angoli. Quest’ultimi rappresentano le zone dove il colon presenta la maggior parte dei problemi. Il fatto è che l’innervazione del colon fa sì che il dolore si irradia, con buona precisione nella parte posteriore corrispondente della colonna lombare. Quindi i due angoli superiori si rifletteranno nella parte superiore e laterale della colonna lombare. I due angoli inferiori si rifletteranno nella parte inferiore della lombare.

Capita quindi che il dolore lombare viscerale si confonda molto bene con il dolore lombare di origine meccanica.

 

Un altro organo che crea dolore lombare importante è costituito dall’utero nella donna e dalla prostata nell’uomo. Queste due strutture hanno dei legamenti molto importanti che creano una forte connessione con L5 e l’osso sacro. Questo fa sì che una tensione presente in questi due organi si riflette posteriormente sulla parte inferiore della colonna lombare.

Come si riconosce?

Il dolore lombare di origine organo-viscerale, si riconosce molto bene rispetto allo stesso dolore di origine meccanica per via del suo andamento.

Generalmente il dolore, paradossalmente, aumenta con il riposo e quindi non è legato al movimento. Talvolta il movimento può creare un aumento del dolore, ma non è il fattore più evidente.

Solitamente la persona riferisce che il dolore non le permette di riposare bene. È costretta ad alzarsi e dopo qualche passo, può tornare a riposare perché il movimento le ha creato giovamento.

Un altro fatto spesso riferito riguarda l’utilizzo dell’automobile. Solitamente la persona fa fatica a compiere lunghi viaggi. Infatti con l’aumentare dei chilometri, aumenta il dolore lombare. È sufficiente qualche passo per “sgranchirsi” e il dolore si affievolisce di molto.

Tutto questo può essere confuso anche con un dolore sciatalgico, con la differenza che il dolore lombare di origine viscerale non crea irradiazione lungo gli arti inferiori, a differenza della sciatica.

La terza origine del dolore lombare è quella somato-emozionale.

In questo caso quello che contraddistingue questo tipo di dolore è la sua insorgenza. Infatti, nella maggior parte dei casi, si presenta in maniera violenta. Ma, soprattutto, in seguito a movimenti banali. Questo può essere il fattore differenziante rispetto al famoso “colpo della strega”. Infatti il blocco lombare di origine meccanica si presenta in seguito a sollevamenti importanti o a sforzi importanti.

Quindi capita frequentemente che la persona non si capaciti come la colonna possa essersi bloccata in seguito ad un movimento così banale.

L’origine reale di questi blocchi non è fisica, cioè meccanica o viscerale, ma è di origine neurologica. Precisamente e il sistema nervoso che “blocca” letteralmente la persona. Possiamo dire che il cervello blocca la schiena. Questo scade perché la persona è inserita in un contesto stressante, sta vivendo un momento stressante della propria vita. Il cervello quindi, per preservare la persona, utilizza il blocco della colonna lombare per costringere la persona a fermarsi con l’intento di farla “meditare” sul problema. È come se il cervello dicesse alla persona: “Ora ti fermi, ti ascolti e sistemi questa faccenda!”.

Questo è un punto di vista che spesso sorprende molto, ma è altrettanto sorprendente osservare come nell’istante Esatto nel cuore la persona identifica la fonte precisa del suo stress il dolore scompaia quasi miracolosamente!

Il dolore è sempre nostro amico, vuole sempre suggerirci qualcosa di importante, occorre comprenderlo, non ostinarci a farlo scomparire e basta.

Matteo Facchin

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