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il parere dell’esperto

PSICOLOGIA COMPORTAMENTI AGGRESSIVI NEI BAMBINI

Un nostro spazio quotidiano affidato ad esperti di settore. La rubrica “Il parere dell’esperto” si interesserà di Fiscalità, Medicina, Psicologia, Giurisprudenza, Osteopatia e Nutrizione.

 

Dr Alessandro Stronati, Psicologo-Psicoterapeuta, specializzato in terapia Cognitivo-Comportamentale, esperto nelle tematiche psicologiche dell’infanzia/adolescenza e dell’età adulta

 

 

 

 

 

COMPORTAMENTI AGGRESSIVI NEI BAMBINI

Fattori di rischio nello sviluppo di comportamenti aggressivi nei bambini.

Violenza e comportamenti aggressivi nei bambini e negli adolescenti sono un fenomeno in crescente diffusione ai giorni nostri. Ma quali sono i fattori di rischio nello sviluppo di tali condotte aggressive?

Quando si parla di fattori di rischio si fa riferimento a particolari caratteristiche o processi ritenuti all’origine del problema.

 

Un fattore di particolare importanza è la qualità dello sviluppo della relazione genitore-bambino. In particolare, gravi disordini nell’attaccamento (lo stile di relazione con le figure di riferimento) portano allo sviluppo di comportamenti aggressivi nei bambini, comportamenti controllanti e disturbi nella condotta. Già a partire dai 5-6 anni, questi bambini mostrano mancanza di responsabilità, autogratificazione a spese altrui, disonestà e disprezzo per gli standard sociali Secondo Bowlby un attaccamento problematico nei primi 3 anni di vita può portare ad una psicopatia affettiva, ossia all’incapacità di formare relazioni affettive significative, unita allo sviluppo di una forte rabbia, scarso controllo degli impulsi e assenza di rimorso.

Una combinazione di fattori emotivi, sociali e biologici può interagire tra loro e promuovere comportamenti violenti e acting-out antisociali, in particolare l’interazione tra vulnerabilità interna (es. deficit emotivi e/o cognitivi) e fattori ambientali negativi (es. abusi o trascuratezza), possono dar vita a veri e propri disturbi della condotta.

Ambiente familiare e fattori ambientali

Un significativo fattore di rischio è dato dall’ambiente familiare. Numerose ricerche hanno messo in luce una forte correlazione tra particolari aspetti dell’ambiente familiare e comportamenti aggressivi nei bambini e negli adolescenti, in particolare un basso livello socio economico, l’essere genitori single, alti livelli di stress e depressione materna e l’esposizione a violenza fisica e psicologica, contribuirebbero alla formazione di condotte distruttive.

Oltre alla famiglia, il bambino viene anche a contatto con l’ambiente esterno che può fornirgli modelli ed esempi che esaltano la violenza e in molti casi la giustificano. Quando si parla di fattori ambientali si fa riferimento ad un’atmosfera altamente impoverita, caratterizzata da modelli di violenza all’interno di comunità e dall’immediato accesso alla violenza fornito dai media. I comportamenti violenti possono infatti essere in larga parte appresi.

Un’ulteriore fonte di apprendimento è la TV, infatti si è visto che bambini che guardano cartoni animati violenti sono più predisposti a picchiare i compagni di scuola, non rispettare le regole all’interno della classe e a discutere con le insegnanti.

Fattori biologici

Ad arricchire il quadro dei fattori di rischio nello sviluppo di disturbi della condotta e comportamenti aggressivi nei bambini, contribuiscono anche i fattori biologici, quali l’esposizione prenatale a droghe e alcool, problemi nello sviluppo del feto, stress materno, complicazioni nel parto e nascite premature, deficit nutrizionali e background genetico.

Oltre ai fattori familiari, ambientali e biologici, particolarmente rilevante nello sviluppo di comportamenti

aggressivi nei bambini risulta essere lo stile di attaccamento.

La teoria dell’attaccamento (Bowlby) postula l’esistenza nell’uomo di una tendenza innata a ricercare per tutto l’arco di vita la vicinanza protettiva di una figura ben conosciuta (di riferimento) che accudisce e protegge, ogni volta che si costituiscono situazioni di pericolo, dolore, fatica, solitudine. Quando si raggiunge il riavvicinamento con essa, dopo una fase di lontananza, l’attivazione fisiologica e le emozioni si attenuano e l’individuo si tranquillizza.

All’interno del sistema di attaccamento vengono evocate emozioni di paura, collera, tristezza, gioia e sicurezza, attraverso cui si modula la richiesta di cura e di vicinanza e si sollecita nel genitore il sistema motivazionale innato di accudimento.

Con il passare del tempo le modalità attraverso le quali si entra in relazione con le figure di riferimento si generalizzano, arrivando a formare gli Internal working model, ossia rappresentazioni di sé, dell’altro e di sé con l’altro, schemi cognitivi interpersonali che regolano in direzioni individualmente diverse il comportamento di attaccamento su base innata (Ainsworth et al., 1978). Queste rappresentazioni apprese costituiscono una caratteristica personale che modella le relazioni interpersonali, portando alla formazione di uno specifico stile di attaccamento.

Attaccamento sicuro

Un tipo di attaccamento definito sicuro prevede che il bambino abbia sicurezza e protezione dalle vulnerabilità attraverso la vicinanza con il caregiver. In questo contesto risultano fondamentali la sensibilità e la responsività materna che si esplicano in: percezione accurata dei segnali espliciti e delle comunicazioni implicite del bambino, interpretazione accurata dei segnali percepiti, sintonizzazione affettiva (condivisione empatica), risposta comportamentale, ossia prontezza e appropriatezza della risposta, completezza della risposta e costanza (prevedibilità).

Attraverso uno stile di attaccamento sicuro, il bambino apprende funzioni fondamentali per il suo sviluppo.

La creazione di una relazione di attaccamento sicuro tra madre e bambino è il principale fattore protettivo contro la formazione di comportamenti violenti e pattern cognitivi e comportamentali antisociali.

Attaccamento insicuro

Purtroppo, però, non tutti i bambini sperimentano un attaccamento sicuro, caratterizzato da amore, sicurezza e genitori che offrono protezione. I bambini con una marcata compromissione nell’attaccamento spesso diventano impulsivi, oppositivi, mancano di coscienza ed empatia, sono incapaci di dare e ricevere affetto e amore, esprimendo, quindi, rabbia, aggressività e violenza.

Le cause di disordini nell’attaccamento (attaccamento insicuro) possono essere svariate: abuso, depressione, difficoltà temperamentali, nascita prematura o problemi prenatali del feto nel bambino e povertà, casa o comunità in cui si esperisce violenza e aggressività.

Un attaccamento insicuro può influenzare molti aspetti del funzionamento del bambino ed in particolare

Il comportamento: il bambino tenderà maggiormente ad essere oppositivo, provocatorio, impulsivo, bugiardo, fino a commettere piccoli furti, aggressivo, iperattivo e autodistruttivo;

Le emozioni: il bambino proverà una rabbia intensa, si sentirà spesso depresso e senza speranze, sarà lunatico, avrà paura e sperimenterà l’ansia, sarà irritabile e avrà delle reazioni emotive inappropriate di fronte agli eventi esterni;

I pensieri: avrà credenze negative su sé stesso, sulle relazioni e sulla vita in generale, problemi attentivi e di apprendimento e mancherà del ragionamento causa-effetto;

Le relazioni: mancherà di fiducia verso gli altri, sarà controllante, manipolativo, avrà relazioni instabili con i pari e tenderà ad incolpare gli altri per i propri errori;

Attaccamento disorganizzato

Questo stile si sviluppa quando i bambini percepiscono la figura d’attaccamento come fortemente scostante o addirittura minacciosa.

Le madri di bambini con attaccamento disorganizzato hanno, spesso, storie di violenze familiari e abusi, piuttosto che trascuratezza emotiva prolungata, sono spaventate dalle memorie del trauma passato, possono presentare problemi di dissociazione e far vivere i loro figli all’interno di un dramma familiare irrisolto.

Queste mamme non sono assolutamente sincronizzate con le richieste dei loro bambini, rimandando ad essi messaggi confusi, come ad esempio stendere le braccia verso il bambino, mentre stanno indietreggiando, e risposte inappropriate ai segnali dei bambini, come ridere mentre il bambino piange. Questo dimostra come uno stile di attaccamento disorganizzato, così come ogni altro stile di attaccamento, possa avere una trasmissione intergenerazionale. Genitori cresciuti in famiglie violente e maltrattanti trasmettono le loro paure e i loro conflitti irrisolti ai figli attraverso abusi o deprivazione emotiva.

Le credenze che questi bambini sviluppano sono caratterizzate da autovalutazioni negative e disprezzo verso sé stessi. In particolare penseranno di essere cattivi, incompetenti e non amabili, che i genitori non rispondono ai loro bisogni, sono insensibili e inaffidabili e che il mondo è pericoloso e la vita non merita di essere vissuta. Questo pattern di credenze porta il bambino ad un senso di alienazione dalla famiglia e dalla società in generale; egli sentirà sempre il bisogno di controllare gli altri e di proteggere sé stesso in ogni momento attraverso l’aggressività, la violenza, la rabbia e la vendetta.

Sono proprio i casi di attaccamento disorganizzato a portare allo sviluppo di comportamenti aggressivi nei bambini e disturbi della condotta, fattori che potrebbero poi contribuire allo sviluppo di una personalità antisociale.

Conclusioni

In conclusione, l’attaccamento insicuro ed in particolare uno stile di attaccamento disorganizzato, favorisce comportamenti aggressivi nei bambini e devianza sociale a causa dell’utilizzo dell’aggressività come reazione difensiva e per l’assenza di considerazione dei bisogni e dei sentimenti degli altri. Ma questo non è sufficiente per considerare l’attaccamento insicuro/disorganizzato come sinonimo di comportamento aggressivo. La maggior parte dei bambini cresciuti in ambienti poveri e degradati manifesta un attaccamento insicuro, ma non per questo in età adulta si comporta in modo criminale o violento.

Un intervento d’elezione per prevenire lo sviluppo di comportamenti aggressivi nei bambini, sarebbe quello di favorire in età precoce l’incremento di abilità che possano ridurre la necessità di questi bambini di agire in maniera violenta nel loro ambiente. Una modalità interessante a tale riguardo potrebbe essere quella di affiancare al tempo dedicato al gioco libero, lo sviluppo di attività di gioco strutturate che promuovano in tutti i bambini empatia, abilità sociali e rafforzino l’autostima.

Voi che stile di Attaccamento avete o state trasmettendo ai vostri piccoli?

Dr Alessandro Stronati

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