Segui QdM Notizie

il parere dell’esperto

PSICOLOGIA OBESITÀ O SOVRAPPESO INFANTILE

Un nostro spazio quotidiano affidato ad esperti di settore. La rubrica “Il parere dell’esperto” si interesserà di Fiscalità, Medicina, Psicologia, Giurisprudenza, Osteopatia e Nutrizione.

 

 

Dr Alessandro Stronati, Psicologo-Psicoterapeuta, specializzato in terapia Cognitivo-Comportamentale, esperto nelle tematiche psicologiche dell’infanzia/adolescenza e dell’età adulta

 

 

 

OBESITÀ O SOVRAPPESO INFANTILE

Come il modo che i genitori hanno di sfamare i propri figli influenza lo sviluppo di sovrappeso e obesità?

Durante l’interazione madre-bambino nei momenti del pasto, sia lo stile genitoriale che il modo specifico di dar da mangiare al proprio figlio, possono influenzare il comportamento alimentare del bambino e, di conseguenza, avere un ruolo nell’insorgere di problematiche di sovrappeso e obesità infantile.
Il problema dell’obesità infantile sta diventando una sorta di emergenza sociale su cui sembra influire anche lo stile genitoriale. Tra i bambini in età prescolare, c’è stato un aumento del tasso di prevalenza di problematiche legate al peso che è passato dal 4.2% del 1990 al 6.7% nel 2010.

I bambini non sempre sono facili da gestire. Ci sono bambini che non vogliono mangiare, bambini che mangiano troppo e così via.

Il momento della pappa, per alcune mamme, diventa una guerra aperta! Ci sono bambini che proprio non vogliono sentire parlare di mangiare. E allora la mamma si impegna, cerca di distrarlo, prepara i cibi preferiti del bambino facendo attenzione però a variare qualcosa per stimolare i gusti del figlio, gioca con lui mentre lo imbocca sperando che non sputi tutto e, se riesce ad ottenere un piatto almeno dimezzato, gioisce per la vittoria. Ci sono bambini, invece, che mangiano volentieri tutto quello che la mamma prepara. Che soddisfazione per quella mamma, vedere che il figlio apprezza i suoi sforzi culinari e che cresce sano e forte. Se richiede dell’altro cibo, perché privargliene? Sì certo, ha mangiato molto, ma guarda come apprezza e mangia tutto! Ha addirittura mangiato le verdure! Un’altra cucchiaiata di pappa se la merita proprio!
Dietro ad ognuno di questi bambini ci sono dei genitori, una mamma ed un papà che si preoccupano molto se il bambino non mangia o se mangia troppo.

Lo stile genitoriale può influenzare il comportamento alimentare dei figli?
Sembra piuttosto logico immaginare che il modo di essere dei genitori, in particolare rispetto ai comportamenti alimentari, influenzi il modo di mangiare dei figli. Detta così la correlazione sembra molto semplice e, per certi versi, anche accusatoria. Sembrerebbe quasi che se il bambino è sovrappeso sia colpa esclusivamente del genitore. Ovviamente la questione è molto più complessa.
Ma andiamo con ordine. Perché per i ricercatori è così importante studiare quali sono gli elementi che possono avere un ruolo nello sviluppo di problemi di sovrappeso e obesità infantile? Il problema dell’obesità infantile sta diventando una sorta di emergenza sociale. Addirittura in età prescolare, in bambini di circa 5 anni, abbiamo assistito ad un aumento del tasso di prevalenza di problematiche legate al peso che è passato dal 4.2% del 1990 al 6.7% nel 2010. Questo incremento desta non poche preoccupazioni, dal momento che i bambini con obesità infantile hanno maggiori probabilità di diventare adulti obesi, con ricadute di tipo fisico. Poter studiare quali sono i fattori che concorrono nel causare problematiche di sovrappeso e obesità infantile consente di poter creare interventi ad hoc finalizzati a prevenire e trattare tale problematiche nei bambini e, di conseguenza, negli adulti.
L’ obesità è causata da una discrepanza cronica tra l’energia calorica assunta e quella consumata. Nello specifico, viene assunto cibo in eccesso rispetto a quanto richiesto dal metabolismo corporeo.

Nel mondo, secondo l’Organizzazione Mondial della Sanità (OMS), nel 2014, 41 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni di età erano in sovrappeso o obesi. Inoltre, secondo le stime, il 60% di coloro che sono sovrappeso prima della pubertà saranno adulti sovrappeso (Oms, 2016 – Report of the commission on Ending childhood obesity). In Europa, è in sovrappeso un bambino su cinque sotto i 5 anni di età ed uno su tre nella fascia compresa fra 6 e 9 anni (Centro Medico i Mulini).
Anche in Italia la situazione non è delle più rosee, l’obesità, compresa l’obesità infantile, infatti, resta uno dei maggiori problemi di sanità pubblica. L’Italia permane nella classifica dei peggiori Paesi europei per obesità infantile. L’indagine, coordinata dall’Istituto Superiore della Sanità, mostra che la percentuale di bambini obesi di età compresa tra i 6 e i 10 anni scende dal 12% del 2008/09 al 9,3% del 2016, e quella dei bambini in sovrappeso passa dal 23,2% del 2008/9 al 21,3% del 2016.

Il ruolo dei genitori

I genitori sono importanti agenti attraverso i quali si strutturano modelli di comportamento alimentare nei bambini. Questo può avvenire sia in modo diretto, come ad esempio controllando in modo costante i cibi assunti dal bambino, sia in modo indiretto, ad esempio tramite un modellamento passivo, essendo loro stessi un esempio di dieta più o meno salutare tramite il proprio comportamento alimentare.
Lo stile genitoriale è una costellazione di comportamenti ed atteggiamenti che i genitori hanno nei confronti del bambino. Questo costrutto comportamentale è costruito intorno a due dimensioni: la richiesta di disciplina ai figli (quanto controllo esercitano i genitori) e il sostegno emotivo (calore e accettazione in risposta ai bisogni del bambino). Rispetto a queste dimensioni, si strutturano quattro tipi di stili genitoriali:
• autorevole (alto controllo ed alto affetto)
• autoritario (alto controllo e basso affetto)
• permissivo (basso controllo ed alto affetto)
• trascurante/rifiutante (basso controllo e basso affetto)
Per quanto riguarda i comportamenti alimentari dei bambini, gli stili genitoriali maggiormente indagati sono stati quelli autorevoli ed autoritari.

In linea generale, questi stili genitoriali sono risultati influenzare le abilità dei bambini di autoregolarsi. Soprattutto un alto livello di controllo genitoriale è risultato limitare l’abilità dei bambini di controllarsi rispetto a varie situazioni, incluse il mangiare, ed in particolare il mangiare senza controllo, comportamento alimentare spesso correlato all’aumento di peso.

Per quanto riguarda le modalità che i genitori usano nel dar da mangiare al proprio figlio, quelle che sono risultate collegate a problematiche di peso dei bambini sono state la restrizione, la pressione a mangiare ed il monitoraggio. La restrizione rappresenta il limite imposto dai genitori nell’assunzione o accesso a certi tipi di cibi. La pressione a mangiare include comportamenti come forzare il bambino a mangiare certi tipi di cibi o a finire tutto ciò che è sul piatto. Il monitoraggio, invece, si riferisce al fatto che i genitori prendono nota dell’apporto calorico dei bambini.
Va da sé che lo scopo del genitore sia quello di implementare un’alimentazione sana, forzando i bambini a mangiare cibi sani, monitorando l’assunzione di cibo e limitando l’assunzione di cibo non sano. Ciò nonostante diverse ricerche hanno evidenziato che queste modalità di monitoraggio di assunzione di cibo comporti, involontariamente, conseguenze sia nei comportamenti alimentari dei bambini che nell’aumento di peso.
Rispetto ad altre modalità di dar da mangiare al proprio figlio, studi hanno evidenziato come lo sfamare in risposta alle emozioni del bambino, usare il cibo come ricompensa e l’organizzare un momento strutturato durante l’assunzione di cibo del bambino, non siano correlate con il peso ed il comportamento alimentare del bambino.

Qual è il ruolo del temperamento del bambino invece?

Questa evidenza ha fatto ipotizzare che anche il temperamento del bambino possa giocare un qualche ruolo nello sviluppo di problematiche di obesità infantile e sovrappeso.
Bambini che hanno un’alta affettività negativa durante l’infanzia potrebbero avere un più alto rischio di obesità. Questi bambini, infatti, sono più esigenti e più difficili da confortare, e per questo motivo i genitori sono più propensi a consolare i figli con il cibo, piuttosto che fare attenzione ad indizi che indichino la sazietà del bambino). Altre ricerche, mostrano che in realtà non c’è una relazione significativa tra il temperamento del bambino e l’obesità infantile in età prescolare e negli anni successivi. Questo probabilmente perché l’associazione tra il temperamento del bambino e il dar da mangiare in modo consolatorio da parte della mamma non conduce a comportamenti alimentari problematici negli anni successivi, quando ai bambini viene dato maggior controllo rispetto all’assunzione di cibo.

Non esiste una ricetta magica che insegna ai genitori la tecnica migliore per crescere figli sani e forti. Ogni modo di essere dei genitori, ogni stile genitoriale, ogni modalità di dar da mangiare al figlio, interagisce con uno specifico bambino, con un proprio temperamento, un proprio gusto alimentare, un proprio modo di reagire agli stimoli genitoriali. La ricerca sta ancora lavorando per trovare quali sono gli elementi che partecipano allo stabilirsi di problematiche di peso. Va da sé che per formulare interventi che mirano a diminuire il problema dell’obesità infantile, non si può prescindere dal tenere presenti le caratteristiche specifiche di quei genitori, di quel bambino e di quel contesto.

La sfida che attende i ricercatori è sicuramente ardua, ma mai quanto la sfida che ogni giorno affronta la mamma nel momento del pasto.

Dr Alessandro Stronati

© RIPRODUZIONE RISERVATA

News