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ROSORA Nel paese della sapa una festa da “ritrovare”

Comparso un nuovo cartello, dopo quello di “Balcone della Vallesina”, per celebrare un appuntamento divenuto tradizionale

ROSORA, 13 ottobre 2021Rosora paese della sapa è quello che da qualche giorno si trova scritto nei due cartelli della segnaletica verticale, posti ai due ingressi del paese, sotto al titolo Balcone della Vallesina.

Perché Rosora viene chiamato paese della sapa? La tradizione risale al 1995, quando vi si festeggiava, tra la seconda e le quarta domenica di ottobre, la festa della sapa.

«Era una festa bellissima che portava a Rosora molta gente. Lungo le vie del paese si svolgevano manifestazioni con sbandieratori, giocolieri e sfilate varie», racconta il sindaco Fausto Sassi, che spera di poter ripristinare presto quel clima di festa, perso ormai da due anni a causa della pandemia.

Ottobre è il mese della vendemmia, dai vicoli dei piccoli borghi di collina si può iniziare a sentire l’odore di mosto fresco che riscalda e rallegra il cuore degli abitanti. Facendo bollire il mosto fresco per ventiquattro ore a fuoco lento, si ottiene proprio la sapa, una leggera marmellata.

La sapa era un prodotto povero, che veniva usato nel dopoguerra dalle famiglie contadine come condimento, in special modo per la polenta, ma anche per la preparazione dei dolci.

«Gli anziani del paese mi hanno raccontato che la polenta veniva messa su una spianatoia con un foro al centro dove veniva versata la sapa e ognuno prendeva un cucchiaio di polenta per immergerla nel condimento», ricorda il Sindaco.

Con il passare degli anni queste tradizioni sono scomparse ma a Rosora ancora oggi si cerca di rivivere queste emozioni, grazie a Renato Uncini e Agostino Priori che producono sapa di qualità.

Nicoletta Paciarotti

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