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San Marcello Quando il vino incontra la pittura tra le vigne della Vallesina

Le colline di Marta Mancini, pittrice di Jesi, trovano una collocazione perfetta al Resort Filodivino

San Marcello, 11 maggio 2022Vino, pittura, ambiente. Partiamo da qui. Dalle nostre colline, dove tutto è talmente vicino che sembra fondersi, da sempre.

Tre elementi che evidenziano come il vino sia stato fonte di ispirazione per i grandi maestri della pittura, per fare un esempio, e sia stato rappresentato nelle sue varie sfaccettature: dalle scene di vendemmia, ai momenti conviviali, ai richiami mitologici sacri e profani, ai ritratti di personaggi. Caravaggio docet.

Se ti avventuri nello scenario formato dalle sinuose scanalature che rendono le Marche uniche, create apposta perché le vigne sfruttino completamente l’influenza del mare, del terreno, del sole, non ti meravigli quando incontri i tre elementi iniziali fusi insieme, per di più in un luogo unico.

Le colline, scelte da Marta Mancini, pittrice di Jesi, che al Resort Filodivino, nei pressi di San Marcello, ha trovato la collocazione perfetta per le sue intuizioni pittoriche. E’ proprio in questo scenario che ha esposto alcuni suoi lavori, in un’azienda che produce bellezza, buongusto e non solo, una serie di opere su tela e su carta dedicate alle amate colline, «alla linea morbida dei loro crinali, agli albori mattutini».

Dice Marta: «Il mio legame con questo posto, che frequento sin da quando ero piccola, è fortissimo. L’idea di esporre in questa straordinaria location è nata da una serie di miei dipinti dedicati, appunto, a questa natura affascinante che ci circonda. I colori che si fondono, dai quadri all’ambiente, rappresentano la mia ultima produzione, dove trovi tonalità del blu, unito anche al grigio, con delle gradazioni più fredde, non più quelle carnose, proprie della stessa terra. Perché ho chiamato la serie Oblio? Perché dentro qualcosa mi dice, mi spinge a “voler dimenticare” quelle cose che nella vita ti hanno fatto soffrire. Per poter andare avanti e non guardare più al passato con malinconia. Infine, ho creato tre etichette dedicate ad alcuni vini qui prodotti, un verdicchio (il Dino), un rosso (il Soara), un rosato (Albae). Ho preso particolari da opere che avevo realizzato, decidendo in base a quello che trasmette il colore del vino stesso. Inoltre, ho cinque opere su carta e lavori più grandi che resteranno qui, alla cantina Filodivino».  

Bisogna trovarsi, prima o poi, in questo angolo di Marche, dove puoi abbandonare e lasciar fuori, a rotolare lungo il pendio, i crucci dello spirito, perché questo “sito”, come dicono i proprietari Alberto Gandolfi e Alida Beretta, con cui Marta ha avuto un feeling immediato, «ti conduce in un viaggio senza tempo, sospeso tra lo stupore della bellezza intorno a te, nella cura dei dettagli e la sensazione tangibile di un’accoglienza genuina e familiare».

Giovanni Filosa 

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