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SANITÀ Mobilità passiva: «Quanti soldi sprechiamo per le cure fuori Marche?»

Simona Lupini:  «La fuga dei pazienti dalla sanità marchigiana: le chiusure di reparti e ospedali sono un risparmio o un costo nascosto?»

 

ANCONA, 14 dicembre 2020La riorganizzazione della sanità marchigiana continua a far parlare: dopo il danno dei pesanti tagli e delle chiusure di interi ospedali nel nome dell’equilibrio di bilancio, potrebbe arrivare la beffa di costi nascosti per decine di milioni di euro, causati dalla cosiddetta “mobilità passiva”.

La consigliera regionale 5 stelle Simona Lupini conosce bene la questione, essendo stata eletta a Fabriano, che in questi anni ha perso il Punto Nascita e ha visto il pesante ridimensionamento di numerosi reparti.

E adesso la consigliera, vicepresidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali, è a caccia di numeri: «I cittadini hanno il diritto di curarsi ovunque in Italia: parliamo di mobilità passiva quando un paziente sceglie di andarsi a curare fuori dalla propria Regione. E in questo caso, le Marche devono rimborsare la Regione che ha preso in carico il malato».

Un debito che potrebbe costare alle Marche decine di milioni di euro, specialmente per la fuga di cittadini delle aree interne che, dal Nord al Sud della Regione, scelgono di curarsi o di nascere in Emilia Romagna, in Umbria o nel Lazio.

Un fenomeno molto diffuso in Italia e che aggrava le diseguaglianze territoriali e sociali: anche in caso di cure coperte dal Servizio Sanitario Nazionale, non tutti possono permettersi i costi di una “trasferta” sanitaria a centinaia di km di distanza.

La consigliera ha quindi presentato, per la sessione del Consiglio Regionale del 15 dicembre, un’interrogazione

«Vogliamo sapere esattamente quanti pazienti, dopo la chiusura del loro ospedale di territorio o lo smantellamento del reparto che li seguiva, sono stati costretti a fuggire in altre Regioni per curarsi, magari affidandosi a cliniche private. Chiederemo all’assessore Saltamartini i dati della mobilità passiva degli ultimi 5 anni, e a quel punto parleranno i numeri: sarebbe fuori da ogni logica continuare ad impoverire i sistemi sanitari locali nel nome dell’equilibrio di bilancio, se poi queste scelte non soltanto mettono a rischio la salute dei cittadini, ma comportano anche spese extra per la Regione».

A quel punto, è la speranza della Lupini, per gli ospedali territoriali fatti a pezzi negli ultimi anni potrebbe finalmente aprirsi uno spiraglio: «La salute dei cittadini non si può misurare in entrate e uscite, e nemmeno in distanze in linea d’aria. L’emergenza Covid ci ha ribadito che la sanità territoriale fa la differenza, nella vita delle persone: vogliamo imparare la lezione?».

Movimento 5 Stelle Marche

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