Arcevia
SASSOFERRATO ABBANDONANO MATERIALE EDILE E RIFIUTI TOSSICI, DENUNCIATI IMPRENDITORE E DUE OPERAI
6 Novembre 2018
Sequestrati due cumuli di rifiuti tra cui solventi e sostanze tossiche e due autocarri utilizzati per l’abbandono
SASSOFERRATO, 6 novembre 2018 – 10 metri cubi di cumulo di rifiuti abbandonati. I Carabinieri Forestali della Stazione di Sassoferrato, coadiuvati dalle Stazioni di Fabriano Arcevia e Pergola, dopo un mese di indagini sono arrivati alla denuncia dei presunti responsabili dell’abbandono di rifiuti rilevato lo scorso 20 settembre: un giovane imprenditore di Pergola e due suoi operai.
Il ritrovamento in un bosco vicino alla frazione Rotondo a Sassoferrato dopo le segnalazioni sui social network
Questi con la loro azienda avrebbero occupato di recente un capannone industriale e per ripulirlo avrebbero gettato tutto ciò che conteneva nei boschi e nelle campagne tra Pergola e Sassoferrato con i camion della ditta.
I Forestali sono arrivati ai 3 denunciati dopo aver analizzato i rifiuti, che erano stati abbandonati con un camion provvisto di cassone ribaltabile lungo il sentiero conosciuto come il “doglio bike park”, un percorso caro a tutti gli appassionati locali e marchigiani tra le frazioni di Rotondo e Doglio a Sassoferrato.
Materiale edile, compresi flaconi di sostanze chimiche tossiche abbandonati
Ai tre è attribuito anche un altro abbandono di rifiuti, del tutto simili a quelli trovati a Rotondo, che copre una superficie di diverse decine di metri quadri nelle splendide campagne in località Sterleto al confine tra Pergola, Arcevia e Sassoferrato, per cui è stato aperto un analogo fascicolo presso la Procura di Pesaro.
La Denuncia
I Forestali, coordinati e diretti dalla Procura della Repubblica di Ancona, hanno denunciato i tre in concorso per abbandono di rifiuti speciali pericolosi ai sensi del Testo Unico Ambientale e hanno sequestrato i due autocarri della ditta con cui si ritiene abbiano effettuato gli abbandoni per evitare che continuino ad imbrattare le campagne e le montagne dell’appennino umbro marchigiano.
Ora l’imprenditore ed i suoi due operai rischiano una pena fino a due anni di arresto e l’ammenda fino a 26.000 euro, oltre alla confisca dei camion sequestrati e dovranno procedere a bonificare le aree compromesse. I Forestali hanno inoltre posto al vaglio dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente l’eventuale inquinamento provocato dagli agenti chimici presenti tra i rifiuti per valutare l’eventuale inquinamento del suolo e dell’ecosistema che comporterebbe pene ben più gravi.
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