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SASSOFERRATO “Porto Franco”, mostra di Carlo Cecchi al Mam’s

Quel titolo ironico scelto dall’artista fa capire che sta per cominciare un viaggio fantastico con un certo “Franco” a vedere le meraviglie della sua avventura

SASSOFERRATO, 21 agosto 2020 – Inaugurerà sabato 22 agosto alle 19 la mostra personale e con opere inedite di Carlo Cecchi al Mam’s,  Galleria d’Arte Contemporanea di Sassoferrato.

Carlo Cecchi è l’artista che molti non vorrebbero essere. È coerente con la sua cultura, non si immerge in pozzi senza fondo conditi di “ismi” alla fine di ogni frase, non accarezzaliscia il pelo ai “critici, ai personaggi austeri, militanti severi” che ricordava con l’amaro in bocca il maestro Guccini.

Carlo Cecchi

Carlo è lì a seguire la sua ispirazione da sempre, sin dai primi lavori. È ironico, si prende gioco degli altri ma soprattutto si meraviglia quando qualcuno gli butta lì – mentre ti osserva malizioso dietro al suo naso che sembra un metronomo, che fa da spartiacque al suo serio e al suo faceto – la tua interpretazione del quadro appeso davanti a te.

Ironico, perché intitolare “Porto Franco” una serie di sue opere, ti fa capire che sta per cominciare un viaggio fantastico e lui stavolta non paga la tassa, anzi si porta un certo Franco a vedere le meraviglie della sua avventura.

In un momento di lucidità mi ha detto che «l’arte è un porto franco, un attracco aperto dove trovi di tutto, santi, delinquenti, “quello che ha venduto per tremila lire sua madre a un nano”, arrivi, partenze, naufragi. I due alla finestra sono mio padre e mia madre che mi aspettavano, quando facevo tardi la notte e talvolta ero anche con te, e con altri scellerati come te», mi confida con candore.

Il suo. La realtà, che sgorga dalla sua opera pittorica, è una creatura aperta a interpretazioni ma che alla fine è comunque rigida nel seguire l’iniziale idea creativa.

Cecchi merita la sua aria da intellettuale scarmigliato, volutamente fuori del tempo, che pensa mentre parla.

Ma non pensa solo a quel che dice bensì a cosa può scaturire, da mettere subito sulla tela, dal dialogo con colui o colei (sempre meglio la seconda…) che ha di fronte.

Per quanto ci si possa “divertire” a cazzeggiare con Cecchi, lui di fronte all’arte è categoricamente talebano. Lavora per sé anche se ha una commissione da realizzare, perché è Cecchi che racconta Cecchi, non altri.

È una specie di Re nudo, e ve ne accorgerete a Sassoferrato, in questa terza mostra che chiude una triade di artisti ospitati in ravvicinata successione, a sancire l’inizio di una vera e propria stagione museale che terminerà in corrispondenza dell’anno solare (dicembre 2020).

La Mam’s season 2020 – come è stata denominata – segna, inoltre, l’inclusione dell’intero contenitore creativo di Palazzo degli Scalzi (sede del Mam’s) all’interno del macro progetto Alte Marche Creative seguito e coordinato da Happennines in collaborazione con il Comune di Sassoferrato.

Alla fine vi dirà, anzi ci dirà, quale Franco ha portato. Gli ho chiesto se si tratta di Franco quarto o Franco primo, due idoli della nostra gioventù, interpreti di “Ho scritto t’amo sulla sabbia”, famosa hit.

«Mi sa che porto Franco “iv” e lascio Franco “i” a casa».

Benvenuti a casa Cecchi, Sassoferrato. Vi aspetta fino al 26 settembre, tutti i sabati e le domeniche dalle 17 alle 19, con prenotazione obbligatoria.

Giovanni Filosa

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