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Fabriano

Sassoferrato Spunta un nuovo impianto fotovoltaico, l’allarme del Comitato

Nuova presa di posizione del Comitato Monte Strega

Sassoferrato – È ancora forte la preoccupazione dei cittadini per quanto potrà accadere, a Monterosso di Sassoferrato (zona “Dolciotti – Fossa”), nella zona D2/A, ancora definita di espansione produttiva sovracomunale (Sassoferrato, Cerreto d’Esi, Fabriano, Genga), classificata dal PPAR Marche come area di rilevante valore paesaggistico, ove vige il divieto di caccia, vicino a “Natura 2000”, rete di siti per la biodiversità, per un problema salito all’onore della cronaca nell’ultimo anno di cui molto si è parlato per i molteplici progettati campi fotovoltaici con moduli ubicati a terra.

È bene ricordare che il “Comitato Monte Strega”, forte dell’adesione di 3.000 cittadini che hanno sottoscritto la loro contrarietà agli impianti, ha chiesto alle istituzioni pubbliche coinvolte, nel marzo scorso, quale fosse la natura di tale area, se industriale sovracomunale, che consentirebbe la costruzione in edilizia libera, oppure no. La risposta, fu detto, sarebbe arrivata successivamente, la qual cosa non è mai avvenuta e questo ci fa ritenere che esista qualche problema a definirla pienamente “produttiva sovracomunale”.

La situazione attuale è questa: Vi è un impianto realizzato tredici anni fa, nel 2011, tuttora funzionante, che crea disagi per l’aumento della temperatura e il rumore costante; ve ne sono due, su progetto della Ditta “Solar Italy XII Srl”, con permesso rilasciato in edilizia libera, i cui lavori non sono ancora iniziati; poi ve ne sono ancora due, denominati “Sassoferrato 1” e “Sassoferrato 2”, con annesso elettrodotto di 4/5 chilometri ed esproprio o richiesta di passaggio per circa 50 proprietari di terreni, su progetto della Ditta “Solar Challenge 7”, autorizzati questi ultimi due dalla “Conferenza dei Servizi”, ente procedente la Provincia di Ancona, nel marzo 2024, i cui lavori non sono stati iniziati.

Vi è poi, nella stessa zona, un altro progetto, che ora preoccupa, anche questo in edilizia libera, presentato da una Ditta locale, che avrebbe richiesto al Comune di poter realizzare un cavidotto, di circa m. 70, sul fronte stradale, per connettersi con la Rete E-distribuzione S.p.A. Ma l’area in cui insiste quest’ultimo progetto, in zona “Fossa”, sembra che non rispetti la distanza, stabilita in almeno m. 500, dal Bene storico tutelato e presente in un apposito Catalogo del  Ministero della Cultura, la Chiesa di S. Ugo, Patrono di Sassoferrato. Come pure sembra che non si tenga conto di un torrente limitrofo che richiederebbe di tenersi ad una congrua distanza.

Come lo stesso “Comitato” ha più volte sottolineato nei documenti e comunicati-stampa, negli interventi di opposizione ai progetti, tutta l’area non può essere classificata come industriale, non essendo intervenuto il necessario, costitutivo Accordo di programma, ovvero lo strumento di espressione della volontà delle Amministrazioni comunali interessate dalla previsione (Fabriano, Cerreto d’Esi, Genga), le quali, viceversa, hanno dichiarato per iscritto, su richiesta, che non esiste alcuna loro deliberazione consiliare in merito, di essere completamente ignare e di non aver mai esplicitato il proprio potere pianificatorio in un’area solo presuntivamente “sovracomunale”.

Tutto questo mentre alla Regione Marche, come alle altre Regioni italiane, è richiesto di adottare nelle proprie leggi sulle aree idonee, entro gennaio 2025, i criteri stabiliti nel decreto scaturito dall’Accordo Stato-Regioni per gli impianti a fonti rinnovabili (G.U., 2 luglio 2024, n. 153). Nel Decreto, i Ministeri dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, di concerto con il Ministero della Cultura, fissano principi e criteri per l’individuazione delle aree idonee sulla base delle direttive europee e degli obiettivi di decarbonizzazione, ma con la necessità di ridurre gli impatti e i rischi ambientali, tenendo conto del Codice dei Beni culturali e del paesaggio e della necessaria tutela del patrimonio culturale.

In particolare l’art. 7 recita così: le Regioni individuano come aree non idonee le superfici e le aree che sono ricomprese nel perimetro dei beni storici sottoposti a tutela, “stabilendo una fascia di rispetto di ampiezza differenziata fino ad un massimo di 7 chilometri”.

Intanto nella seduta del Consiglio Comunale tenutosi, martedì 22 Ottobre 2024, è stata presentata, dal Consigliere di opposizione Marco Artigiani, un’interrogazione in cui si chiede quale sia lo stato di avanzamento dei progetti “fotovoltaici” nella zona di Monterosso Stazione ed, in particolare, dell’ultimo sopra richiamato. Nella stessa seduta il Sindaco ha dichiarato che avrebbe dato risposta all’interrogazione in un prossimo Consiglio Comunale.

Comitato Monte Strega

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