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SASSOFERRATO Teatro del Sentino, progetti post-pandemia

Orizzonte 2021: speranza, e determinazione di voler tornare a riaprire il sipario appena sarà possibile

 

SASSOFERRATO, 14 dicembre 2020 – L’emergenza determinata dal Covid 19, con il conseguente stop di quasi tutte le attività a livello nazionale, non ha certo risparmiato un settore, quello artistico-culturale,  uno dei fiori all’occhiello del Comune di Sassoferrato.

A fare le spese della pandemia, oltre alle numerose iniziative in ambito culturale che caratterizzano annualmente l’attività dell’Amministrazione comunale e quella delle varie associazioni locali, sono state in primis la Rassegna interazionale d’arte/premio “G.B. Salvi” e la stagione di prosa del Teatro del Sentino.

Dalla riapertura del Sentino, avvenuta il 3 febbraio 2009 (dopo trentacinque anni di inattività) sotto l’impareggiabile direzione del compianto Tommaso Paolucci, fino all’ultimo spettacolo andato in scena il 28 gennaio scorso, “A che servono gli uomini?”, di Iaia Fiastri, con Nancy Brilli, per la regia di Lina Wertmuller, le stagioni di prosa sassoferratesi hanno conosciuto un successo crescente sia di pubblico, sia di critica.

A testimoniarlo sono i record di abbonati e di presenze in sala che hanno prodotto il sold out  in tutti gli spettacoli delle ultime due stagioni teatrali. E la speranza, così come la determinazione di voler tornare a riaprire il sipario appena sarà possibile, è palpabile negli organizzatori, a cominciare dal sindaco e dall’assessore alla cultura.

«Confidiamo – osserva il primo cittadino Maurizio Greci – che l’ormai prossimo arrivo del vaccino anti covid 19 e il comportamento sempre più virtuoso della popolazione possano favorire il ritorno alla normalità in un tempo ragionevolmente breve, perché questa emergenza ha determinato problemi seri in tutti i settori della vita pubblica. Per quanto riguarda il teatro intendiamo riavviare l’attività mantenendo alto il livello qualitativo degli spettacoli e, comunque, pur trovandoci in una fase di stasi, continuiamo a tenerci costantemente in contatto con le varie produzioni artistiche per non farci trovare impreparati quando sarà il momento di ripartire e ci auguriamo che ciò possa avvenire quantomeno nella seconda metà dell’anno venturo. Nel frattempo abbiamo sostituito la vecchia bacheca del teatro con una più funzionale e certamente migliore sotto l’aspetto estetico; inoltre stiamo valutando la possibilità ampliare la dotazione dei camerini, realizzandone altri due in modo da offrire maggiore spazio e comodità di movimento agli artisti, in particolare alle compagnie più numerose».

A risentire degli effetti negativi della pandemia è stata naturalmente anche l’attività della Scuola comunale di teatro, il cui corso di recitazione, in piena fase operativa, si è interrotto bruscamente il 3 marzo scorso, causando disappunto e rammarico nei ventiquattro allievi iscritti (ragazzi e ragazze dai sette ai tredici anni di età).

«Purtroppo – spiega l’assessore alla cultura Lorena Varani – non è stato possibile portare in scena lo spettacolo dei bambini nel maggio scorso e nemmeno riprendere il corso nel successivo mese di novembre. E questo è certamente un fattore negativo, dato che il corso di recitazione è stato sempre molto partecipato e, al di là dell’aspetto puramente artistico, esso costituisce un elemento importante per la formazione e la crescita educativa e morale delle giovani generazioni anche per il coinvolgimento dell’Istituzione scolastica nel progetto stesso. Noi però vogliamo porci davanti ai problemi con una visione ottimistica e faremo in modo di riproporre a partire dal prossimo anno tutte le iniziative annullate, non soltanto quelle teatrali, che avevamo messo in cantiere. Per gli spettacoli dal vivo stiamo pensando di allestire una stagione estiva che non riguardi soltanto la prosa, ma anche la musica, sia leggera che classica, e per fare ciò potremmo giovarci della “Residenza creativa” approntata all’interno di Palazzo degli Scalzi. In tal senso stiamo promuovendo sinergie e collaborazioni con altri soggetti istituzionali e vorremmo estenderle anche a quelle associazioni interessate a rendere visibili e fruibili le proprie attività».

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