Segui QdM Notizie

Cronaca

SASSOFERRATO Verità e giustizia per Italo Toni e Graziella De Palo

Il Presidente della Federazione della Stampa ha ribadito la necessità di giustizia per i due giornalisti:«Chiederò al Presidente della Camera Fico un incontro per perseguire la verità»

SASSOFERRATO, 5 settembre 2021 – 41 anni di vuoto, 41 anni senza conoscere il destino di Italo Toni e Graziella De Palo. Giornalisti italiani, cinquantenne sassoferratese lui, proveniente da una nota famiglia locale di artigiani del ferro e appena ventiquattrenne romana lei, scomparsi nel nulla di Beirut incendiata dalla guerra.

Incontro per ricodare i 41 anni dalla scomparsa di Italo Toni e Graziella De Palo

All’incontro pubblico organizzato domenica 5 settembre dall’amministrazione di Sassoferrato, anche un messaggio del Presidente della Camera Fico, che ha così voluto ricordare la vicenda di Italo Toni e Graziella De Palo. «Professione come vocazione, per questo importare il ricordo di Toni e De Palo. Nei loro confronti debito di riconoscenza, e per loro c’è bisogno di verità. La riapertura delle indagini possa dissipare la nubi sulla loro scomparsa. Impulso può venire dalle desecretazioni degli atti».

Si erano recati  per realizzare un reportage sulle condizioni di vita dei  campi profughi palestinesi e per raccontarne la guerra civile, ma molto si è perso nel tempo e forse anche quelle motivazioni sono state erose da incertezze e da forzature più o meno volute.

Nella foto, a sinistra, il fratello di Italo, Aldo Toni

«41 anni di muro di gomma – ha detto il fratello di Italo Toni, Aldo, presente alla manifestazione – ma non solo questo fatto perché sin dalla strage di Portella della Ginestra ci sono segreti da chiarire. L’elenco è purtroppo lunghissimo, e per quanto riguarda il nostro l’unica certezza è che Italo e Graziella non torneranno mai più. L’auspicio è quello che la desecratazione di tanti fascicoli segreti possa fare luce piena».

Lungaggini e documenti impossibili da consultare nonostante le normative che regolamentano gli archivi di Stato, ulteriore fardello nella scoperta della verità e non solo della vicenda che ha coinvolto Toni e De Palo. Tra cambi di legislazione, cambi di denominazioni ed eventuali proroghe dei segreti ancora molte difficoltà nell’accedere ai segreti dello Stato nonostante alcuni passi avanti nel corso degli ultimi anni (direttiva Prodi 2006, direttive Renzi 2014 e direttiva Draghi 2021).

«La scomparsa, la morte di Italo e Graziella è uno dei misteri d’Italiaha commentato il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Marche Franco Elisei –  uno dei tanti che riguarda chi cerca di trovare la verità. In Italia per ogni giornalista ucciso ce ne sono decine e decine minacciati ed altrettanti sotto scorta. È difficile parlare di verità, sembra quasi utopistico, ma bisogna pretendere lo sforzo per arrivare ad una verità putativa. I misteri d’Italia sono uno schiaffo alla democrazia».

Per la politica regionale la consigliera Chiara Biondi, che ha portato i saluti del presidente Acquaroli e che ha voluto ricordare il sacrifio di Toni e De Palo per cercare la verità.

Tra gli interventi quello di Libera e anche quello di Giuseppe Giulietti, presidente dell’FNSI (Federazione Nazionale della Stampa Italiana), che ha sottolineato la necessità di perseverare nell’opera di “Desecretrazione degli atti perché non provarci sarebbe criminale”.

«Chiederò al presidente Fico un incontro per perseguire la verità – ha detto Giulietti – ed è un caso che è estremamente simile a quello dell’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Le parole del Presidente della Camera non sono di circostanza, ma possiamo agire per trovare la verità. Cerchiamo di ripercorrere e ricostruire gli ultimi passi di questi grandi giornalisti uccisi o svaniti nel nulla. Non per commozione, ma per capire dove quei passi li stavano conducendo».

Italo Toni e Graziella De Palo

La mattina del 2 settembre 1980 Italo Toni e Graziella De Palo, da dieci giorni a Beirut per documentare le condizioni di vita dei profughi palestinesi e la situazione politico-militare, escono dal loro albergo per recarsi con una jeep del Fronte Democratico Popolare per la Liberazione della Palestina, nei pressi del castello di Beaufort, su una delle linee di fuoco che li opponeva agli israeliani e ai loro alleati.

Il giorno prima della scomparsa comunicarono la loro intenzione all’ambasciata italiana, chiedendo di essere cercati se non fossero rientrati nell’albergo di Beirut entro tre giorni. La versione più accreditata che ha ricostruito la sorte dei due giornalisti parlò di una imboscata, messa in atto da un mezzo (una jeep, appunto) che si spacciava per quella del Fronte Democratico. Mezzo che realmente attendevano.

“Sappiamo dove sono e che li detengono i falangisti cristiano-maroniti”. Questo è quanto affermò il Presidente del Consiglio dell’epoca, Arnaldo Forlani. Poi più nulla.

Al termine della giornata organizzata dall’Amministrazione di Sassoferrato, un momento di raccoglimento a monte del parco della Rimembranza in rione Castello, intitolato ad Italo e Graziella per non perdere la memoria e la voglia di giustizia.

(s.s.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

News