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Cronaca

SERRA SAN QUIRICO DISASTRO AMBIENTALE, A VUOTO GLI APPELLI E LE DENUNCE: I PESCI SONO TUTTI MORTI (FOTOGALLERY)

SERRA SAN QUIRICO, 11 agosto 2017 – Se quei quintali di pesci lasciati in una pozza d’acqua lungo il canale superiore di Sant’Elena (Cavedani, Trote Fario, Barbi, Anguille, pesci di taglia e avanotti) ieri potevano essere salvati in quantità e da morte sicura, con un travaso nei corsi d’acqua sottostanti, grazie al disinteresse e all’inesorabile deflusso dell’acqua non è stato possibile.

Questo è quello che ieri (10 agosto fino alle ore 17.00) abbiamo potuto verificare con foto e video, perché poi, probabilmente, nella tarda serata di ieri o al più tardi all’alba di quest’oggi nel suddetto manufatto è stata riammessa l’acqua, e i pesci morti sono finiti nel canale di scolo adiacente a quello principale e da li nel corso d’acqua più a valle.

Ieri, vedendo tale situazione, avevamo avvertito le Istituzioni preposte, non espressamente ma fortuitamente, in quanto la nostra denuncia pubblica era già in rete.

Sono stati interessati ed  informati personalmente chi di dovere, quasi implorando una soluzione per evitare l’ultimo affronto, ricevendo assicurazioni.

Invece quei quintali di pesce sono stati lasciati morire in una pozza d’acqua bollente, oggi sparita del tutto, lasciando il rammarico e le deduzioni che ognuno vorrà trarne.

La legge prevede per estreme necessità il prosciugamento di parte di un corso d’acqua naturale o manufatto, con ordinanze specifiche; in questi casi la fauna ittica, dopo essere stata raccolta in un punto favorevole alla cattura, deve essere prelevata e subito riversata nel primo corso d’acqua utile, e ciò alla presenza di rappresentanti di provincia o regione e di altre istituzioni competenti.

Ci dispiace dover costatare che nulla si è potuto fare per salvare quei pesci.

Avevamo erroneamente pensato di aver percorso la strada giusta per poter mettere una “pezza” in questa vicenda, iniziata con la morte per annegamento di caprioli e cervi, invece oggi dobbiamo registrare anche la moria di quintali di pesce lasciati a secco.

Sulla questione dei cervidi affogati si è attivata ufficialmente anche l’Associazione Nazionale Protezione Animali di Roma e il circolo “Azzaruolo” di Legambiente.

Ma Legambiente si è anche attivata non appena i responsabili sono venuti a conoscenza della moria di pesci. “Ieri mattina – ci dice Leonello Negozi -, in qualità di rappresentante del Circolo LegambienteAzzaruolo” di Jesi, che segue per questa Associazione le questioni relative a corsi d’acqua, sono stato informato che il canale superiore, che corre parallelo alla frazione di Sant’Elena (Serra San Quirico), si stava prosciugando, mettendo a rischio la sopravvivenza della fauna ittica presente. Del fatto, ho immediatamente messo a conoscenza il responsabile Enel, che gestisce il canale e la relativa centrale idroelettrica, il quale mi assicurava che ne avrebbe preso visione e nel caso avrebbe preso provvedimenti. Evidentemente, tutto, troppo tardi, visto il filmato pubblicato da questo stesso giornale online nella stessa giornata di ieri”.

Aggiunge Negozi: “Oggi, venerdì 11 agosto, avendone la possibilità mi sono recato a visionare il canale superiore dove ora l’acqua scorre seppure la portata è ridotta. Ma i pesci? Come questo possa continuare a succedere è inspiegabile. Superficialità? Sicurezza di restare impuniti? O quant’altro…? Eppure i mezzi per poter intervenire li abbiamo”.

Conclude il rappresentante del circolo Azzaruolo: “La quasi assenza di precipitazioni di quest’estate, che ha ridotto di molto la portata dei nostri corsi d’acqua, se non il loro prosciugamento ha fatto si che la Regione Marche nella figura della dirigente del settore Caccia e Pesca: dott.ssa Loredana Borraccini abbia dovuto chiedere, molto opportunamente, alle Associazioni Pescatorie Regionali: “di monitorare lo stato di salute della fauna ittica e di conseguenza evidenziare a questa PF eventuali criticità”. Questo attenzione alla fauna ittica ha anche portato ad interventi di salvaguardia. Ultimo, l’intervento fatto dalle Guardie Ittiche Volontarie della FIPSAS coordinate dal responsabile Adriano Togni, le quali hanno prelevato per trasferirli in acque più sicure quintali di pesci dalle pozze, che si stavano prosciugando, del Fiume Cesano”.

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