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SFERISTERIO Il ricordo del Maestro Carlo Perucci a 100 anni dalla nascita

Toccante cerimonia in memoria del compianto maestro che è stato, anche, direttore artistico del Pergolesi di Jesi

MACERATA, 22 luglio 2021 – E’ stata una cerimonia toccante e importante per quanti sono intervenuti, allo Sferisterio di Macerata, creata per ricordare oltre al centenario della “prima” nel 1921 di “Aida” nell’arena maceratese, anche i cento anni dalla nascita del compianto Maestro Carlo Perucci, direttore
artistico del Pergolesi di Jesi, dello Sferisterio di Macerata, del Petruzzelli di Bari e dell’Arena di Verona, dove concluse la sua straordinaria carriera.

Scoprimento della targa nel foyer

L’incontro, intitolato “Carlo Perucci, costruttore di sogni”, ha percorso la lunga carriera artistica e culturale di uno dei personaggi che hanno fatto la storia di alcuni fra i maggiori Enti lirici italiani.

Ha introdotto una dotta relazione di Gianni Gualdoni, regista, ricercatore e scrittore, che ha analizzato gli oltre quarant’anni che hanno visto l’Arena Sferisterio crescere per importanza, imporsi con nuove e ricercate produzioni, con un occhio sempre al futuro.

Davanti a un pubblico attentissimo, sono scorse immagini importanti che hanno attraversato la storia teatrale dello Sferisterio e non solo. La figlia di Carlo Perucci, Elisabetta, non poteva non approfondire quelli che sono stati gli aspetti umani ma anche professionali del padre, proponendo immagini e aneddoti (soprattutto la registrazione di un Perucci baritono, inedito) che hanno contraddistinto il rapporto fra il maestro e i suoi tanti collaboratori, la sua umanità, il suo ufficio sempre aperto e a disposizione di quanti avessero necessità di parlare con lui.

Lucia Chiatti

Questo sia nel lungo periodo maceratese e jesino, sia all’Arena di Verona. E sono scorse sugli schermi foto, emozioni.

L’assessore alla cultura di Macerata, Katiuscia Cassetta, ha sottolineato quanto sia “necessario, importante guardare al futuro oggi, ma senza dimenticare chi, nel passato, questo futuro ce lo ha costruito”.

Anche il sovrintendente dello Sferisterio, Luciano Messi, che ha messo a punto anche la nuova straordinaria stagione, ha ricordato come, già a metà degli anni Sessanta, Perucci sia stato un costruttore reale di sogni, in un periodo difficile in cui l’unica lirica che veniva proposta era quella di tradizione.

La Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi è stata presente con l’assessore alla cultura Luca Butini e la direttrice generale, Lucia Chiatti.

Elisabetta Perucci

Hanno sottolineato che “al M° Perucci e all’allora sindaco del Comune di Jesi, Alberto Borioni, dobbiamo in primis il riconoscimento di Teatro di Tradizione, nel 1968: un grande privilegio per Jesi (l’unica città non capoluogo di provincia tra le 29 città sedi ancora oggi di un Teatro di Tradizione), una eredità che custodiamo con orgoglio e senso di responsabilità. Essere teatro di tradizione, non significa solo fare la lirica di tradizione, di repertorio, ma custodire e valorizzare quel legame strettissimo tra il teatro e la città, il territorio, il pubblico, i cittadini, valorizzare i giovani talenti, preservare i mestieri del teatro e affidarli alle nuove generazioni, scoprire, insieme al pubblico, la varietà e la qualità del teatro musicale attraverso i secoli fino ai nostri giorni, promuovere e organizzare attività educative e sociali, per e con le scuole, le associazioni, le istituzioni”.

Il vice sindaco Francesca d’Alessandro, l’assessore Cassetta ed Elisabetta Perucci hanno, in conclusione, intitolato il foyer dello Sferisterio a Carlo Perucci, “ideatore visionario e straordinario costruttore della stagione lirica maceratese”.

Un motivo di orgoglio, per concludere, rappresenta per il sottoscritto, dopo tanti anni di giornalismo fatto a viso aperto, l’essere stato chiamato da Luciano Messi a coordinare la serata. Ho cominciato a lavorare con il maestro Perucci che avevo appena vent’anni, digiuno o quasi di lirica. Mi ha insegnato ad amarla e a seguirla, da allora, sempre.

Mi sono sentito, ancora una volta, mentre scorrevano le immagini sullo schermo, un particolare di quella grande partitura che la musica riesce a creare con le sue emozioni.

Giovanni Filosa

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