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Castelplanio

SPECCHIO CORTESE A TU PER TU CON…IL “MACISTE” DEL FUMÈ

A Tu per Tu per raccontare il proprio mestiere, le passioni, i sogni davanti al taccuino che per l’occasione diventa uno Specchio Cortese

 

 

 Intervista a cura di Agnese Testadiferro

 

 

 

 

A TU PER TU CON…IL “MACISTE” DEL FUMÈ

 

Un personaggio che in Vallesina è come un’istituzione. Lui è Maciste, il re dei maccheroncini al fumé. Nome d’arte di Stefano Marzi. Il 2018 è il suo anno: decine di candeline da spegnere. 70 per le sue primavere, 50 per il body building che con costanza non ha mai abbandonato, e 40 per il suo locale a Castelplanio. E a questo proposito, il sindaco Barbara Romualdi, nel corso di una cerimonia svoltasi in Comune, gli ha consegnato una pergamena di benemerenza per aver fatto conoscere nei vari concorsi nazionali, oltre ai suoi maccheroncini, anche il paese di Castelplanio.

Perché questo suo nome d’arte?

A vent’anni iniziarono a chiamarmi così e alla fine ho ceduto al fascino di questo nome. Cinquanta anni fa ho iniziato a fare body building e gli amici mi chiamarono Maciste come il personaggio cinematografico: un muscoloso uomo mitologico.

Il suo fisico è molto richiesto per le esibizioni, ne va fiero?

 Tantissimo! Avere settanta anni (è nato il 7 aprile 1948 ndr) e poter contare ancora sui miei 50 kg di muscoli, mi fa stare bene perché vuol dire che ho sempre avuto cura del mio fisico e della mia ambizione estetica. Curo personalmente alimentazione e allenamenti, nella mia palestra privata. La mia non è presunzione, ma sono convinto che solo io posso sapere come reagisce il mio corpo ad un allenamento piuttosto che ad un altro: chi meglio di sé conosce se stesso? Oltre che per le esibizioni mi piace anche mettermi in gioco nelle gare di esibizioni muscoli (dove tanti sono i trofei portati a casa ndr). Quest’anno gareggerò nella categoria over 60 e over 70. Il mio fisico è il mio orgoglio. Quando mi chiedono l’età, nessuno crede alla mia risposta.

La passione per la cucina quando è arrivata?

Probabilmente l’ho ereditata da mio nonno materno, Stefano Mancini di Montecarotto. Credo che lui sia stato il pioniere del catering in Vallesina: girava tra le campagne con cavallo e carretto insieme alla sua attrezzatura e andava a cucinare dove lo chiamavano di volta in volta; erano gli anni ’30. A 14 anni ho iniziato come lavapiatti a Roma durante le stagioni estive. Poi, piano piano, sono passato ai fornelli fino a quando sono approdato alle cucine del Bernini Bristol di Roma, a Piazza Barberini. Poi, sono ritornato nel mio paese, Apiro: ho sposato Anna Maria, gestito il bar dei miei genitori, poi il Circolo Cittadino di Jesi e a trenta anni ho accettato una sfida.

Quale?

Mi informarono che c’era una licenza vacante a Castelplanio. Ed io, non ci pensai due volte: la presi e diedi il via al pub pizzeria Maciste. Lì dentro sono nati i miei maccheroncini al fumé. Vado orgoglioso della mia ricetta e del modo con cui ancora oggi mi prendo cura della ricetta. Reputo importante dare un prodotto di qualità ai miei clienti a partire dalla scelta della materia prima. Tra le padelle mi piace stare molto e sono sorpreso quando la gente si meraviglia, sbirciando in cucina, nel vedermi preparare i maccheroncini. Questo piatto mi ha dato, e continua a darmi tantissime soddisfazioni.

Due su tutte?

La prima vedere il cambio generazionale: chi era bambino a fine anni ’70, quando inaugurai a Castelplanio il 10 giugno 1978, ritorna ancora oggi …ma insieme ai propri figli. È bellissimo vedere che sono stato un punto di riferimento per tanti ragazzi che hanno deciso di continuare la tradizione di trascorrere e far trascorrere ai figli, un po’ di tempo in mia compagnia. E poi, una grande emozione l’ho vissuta quando l’ex sindaco Luciano Pittori mi dedicò una pergamena nel 2013.

Come fa ad esser sempre rimasto sulla cresta dell’onda?

Grazie alla cordialità, al sorriso, all’affetto. Mi piace stare tra i tavoli, raccontare barzellette ai clienti, fare battute simpatiche. Sono sicuro che un gestore con il sorriso, senza il muso lungo, sia ciò che serva in un luogo pubblico: la gente ha già i suoi problemi e quando esce vuole trascorrere il tempo in modo piacevole.

Un suo consiglio ai giovani?

Di essere più svegli! (ride, ndr) Di sapersi godere la vita e di star meno tempo con i social. La solitudine è sempre dietro l’angolo ed è una brutta bestia: bisogna avere il coraggio di vivere anche senza il web e senza la paura di lasciare la mamma per fare esperienze fuori casa.

Agnese Testadiferro

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