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Cronaca

VALLESINA POLITICA IN STALLO, AL CIS SI VA AVANTI (PROVVISORIAMENTE) CON IL CDA SCADUTO DA UN ANNO

VALLESINA, 15 agosto 2016 – È proprio vero: in Italia non c’è nulla di più stabile del provvisorio. Prendiamo l’esempio del Cis, il consorzio intercomunale dei servizi che raggruppa 12 comuni del comprensorio della Media Vallesina, dove Sergio Cerioni (Pd), continua a governare l’ente con l’esercizio provvisorio (ovviamente chiestogli dai sindaci). Per intenderci,  tutto ciò sta accadendo da più di un anno (avete letto bene). Il vecchio management continua a rimanere in sella e a prendere decisioni, anche se il mandato, neanche a ricordarlo, è scaduto esattamente nel giugno del 2015.
E mentre la bottiglia per il brindisi del rinnovo delle cariche resta saldamente riposta nel frigorifero, il carrozzone sovracomunale va avanti stancamente e senza un senso di marcia. Nessuno parla, nessuno grida allo scandalo. Si tace.

Eppure c’è un documento che porta la firma di 8 sindaci, su un totale di 12. Otto primi cittadini che militano sotto le insegne del centrosinistra e la maggior parte dei quali (cioè sette su otto) sono del Pd. Un carteggio che riguarda il destino del Cis. In quelle cartelle è riportato il percorso che dovrà intraprendere il management del consorzio. Ma dato che otto di loro hanno già sottoscritto la mozione programmatica, si attende l’avvio del risanamento di questo ente che ha costi pesanti dovuti al personale ma risultati flebili.

Insomma, prima si voleva nominare un nuovo Cda; poi non riuscendo a comporre il mosaico dei 3 nomi le segreterie politiche si sono indirizzate verso la scelta di un amministratore unico, e infine, non collimando tale volontà con le norme statutarie vigenti, si era pensato di nominare un direttore generale. Una soluzione che poggia sulle indicazioni del governo Renzi, il quale nel tagliare il numero delle partecipate pubbliche (e il Cis c’è a pieno titolo) avrebbe pensato di ridurre il numero dei consigli di amministrazione o di cancellarli.

Ecco allora che il Pd ha colto la palla al balzo, facendo sottoscrivere ai suoi primi cittadini nel gennaio scorso una mozione programmatica che appunto prevede la figura del direttore generale. Ma siccome la gatta frettolosa rischia di partorire gattini ciechi, è stato dato mandato all’ex presidente Sergio Cerioni e ai due consiglieri uscenti di “accompagnare” il documento. Il primo step riguardava appunto il “via libera” dell’Assemblea dei Sindaci, al quale poi si dovevano accodare i consigli comunali.

Ma la mozione si è incagliata, finendo in una specie di limbo. E c’è un motivo: la figura un direttore generale o manager, fino ad oggi assente, avrebbe di certo costi molto importanti. Tuttavia il punto è anche un altro: un direttore generale sarebbe una figura solo tecnica e non di governo, pertanto non sostituirebbe un Cda o un amministratore unico (che da Codice Civile è obbligatorio nominare nelle società). E allora i costi vecchi si sommeranno a quelli nuovi. Ma possibile che non c’era una strada più semplice?

Intanto sembra tramontata la candidatura di Luca Piermattei, maceratese (al momento impegnato appunto nel Gal- Colli Esini San Vicino), il quale avrebbe fatto un passo indietro (secondo alcune fonti del Cis), visto il tira e molla per comporre il nuovo Consiglio di amministrazione.

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