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Cronaca

VERTENZA ELICA «Acquaroli chieda il ritiro del piano industriale»

Il capogruppo Dem in regione Mangialardi attacca: «L’appoggio ricevuto in campagna elettorale da Acquaroli e dalla destra non deve essere pagato da territorio e famiglie»

FABRIANO, 19 maggio 2021 – Dopo l’incontro in Regione e l’annuncio del presidente Acquaroli di un nuovo incontro lunedì prossimo con la proprietà di Elica, il capogruppo Dem, Maurizio Mangialardi, parte all’attacco.

«Probabilmente né il presidente Acquaroli, né gli assessori Aguzzi e Carloni, hanno compreso la portata della crisi sociale ed economica che rischia di innescare la delocalizzazione in Polonia delle linee produttive di Cerreto d’Esi e Mergo annunciata dalla proprietà di Elica e la conseguente perdita di oltre 400 posti di lavoro. Non si capisce – attacca Mangialardi – altrimenti, la posizione ostinatamente ambigua della Giunta regionale in merito alla vertenza, in cui si continua a tenere i piedi in due staffe senza mai pronunciare una parola sull’unica azione vera e concreta da compiere: chiedere all’azienda il ritiro del piano industriale come prerequisito per l’apertura di un tavolo tra Regione Marche, Ministero dello Sviluppo economico e parti sociali».

«Continuare a ripetere genericamente che la Regione continuerà a sostenere Elica e i suoi lavoratori – spiega Mangialardi – significa nascondere la testa sotto terra e temporeggiare in attesa che l’azienda ponga tutti davanti al fatto compiuto. Qui, infatti, non siamo di fronte a una crisi aziendale, ma a un’operazione speculativa a danno dei lavoratori, posta in essere dalla proprietà di una realtà produttiva di eccellenza, con un fatturato in attivo e grandi prospettive di sviluppo. Auspico davvero che il presidente e i due assessori, in occasione dell’incontro con l’azienda del 24 maggio, assumano un profilo più adeguato alla situazione chiedendo, appunto, il ritiro del piano».

«Comprendiamo lo stretto legame politico con il Cavaliere del Lavoro Francesco Casoli – affonda concludendo Mangialardi – ma l’appoggio ricevuto in campagna elettorale da Acquaroli e dalla destra non può e non deve essere pagato ora dal territorio e dalle centinaia di famiglie che rischiano di restare senza reddito».

(Redazione)

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