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Cronaca

VERTENZA ELICA Dopo il Mise coro di “No” al piano industriale

La vice ministro Todde: «Il Governo non è disponibile supportare la scelta dell’azienda ad abbandonare il Paese per spostare la produzione da altre parti»

FABRIANO, 4 aprile 2021 – Sono reazioni dure, decise, quelle che arrivano a margine dell’incontro in videoconferenza di ieri che ha messo confronto Elica, sindacati e la viceministro Todde.

Posizioni ancora una volta distanti con le parti sociali decise nel chiedere ancora una volta il ritiro immediato di un piano che porterà alla riduzione dei volumi produttivi (da 1.400.000 a meno di 400.000), chiusura di reparti a Mergo, la chiusura dello stabilimento di Cerreto D’Esi ed il trasferimento di linee produttive in Polonia ed Elica a ribadire con forza la necessità del piano per permettere la sopravvivenza della multinazionale.

Il Vice Ministro Alessandra Todde

«Credo che presentarsi ad un tavolo istituzionale dicendo che il piano dell’azienda è immutabile non sia un approccio corretto. Il Mise – ha dichiarato a margine la vice ministro Alessandra Todde – è pronto a mettere a disposizione tutti gli strumenti disponibili per capire come rendere più competitiva l’azienda in Italia cercando di evitare la delocalizzazione annunciata. Il territorio di Fabriano ha già vissuto gravi crisi industriali e i problemi dell’area sono chiaramente legati all’impoverimento del territorio e al terremoto subito. L’Italia è un mercato importante per Elica, soprattutto grazie al valore riconosciuto del “made in Italy”. Il Governo non è disponibile supportare la scelta dell’azienda ad abbandonare il Paese per spostare la produzione da altre parti».

Stesso impeto anche da parte dei sindacati, con Fiom, Fim e Uilm decise nel sottolineare la necessità di ritirare il piano presentato da Elica il 30 marzo scorso e conseguentemente anche bloccare la delocalizzazione.

«Una scelta che non condividiamo in nessun modo – scrivono in una nota ufficiale Fim, Fiom e Uilm –  Il gruppo aveva già 10 anni fa operato una ristrutturazione del sito con la riduzione dell’organico per ridurre i costi per aumentare le marginalità. Nel corso di questo decennio abbiamo registrato scarsi investimenti su macchinari e sulle persone ed una parte dei 35 milioni investiti in ricerca e sviluppo hanno sostenuto prodotti che si fanno da anni in Polonia. Il piano industriale di Elica si basa sul presupposto della incapacità di fare produzione in modo profittevole nel settore del cooking, un presupposto peraltro sconfessato dalla recente ripresa produttiva di illustri concorrenti e che rappresenta più una resa che un progetto di riorganizzazione».

All’incontro presenti anche l’assessore regionale al lavoro Aguzzi ed il sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli, e proprio quest’ultimo ha usato parle durisime nei confronti di Elica.

«Incontro imbarazzante – ha commentato duro Santarelli – azienda indisponibile nel rivedere il suo programma di dismissione, spacciato riorganizzazione, e inserendo in una slide il programma di sostegno ai fuoriusciti con al primo posto NASPI e Cassaintegrazione. Quindi l’idea è proprio quella di delocalizzare usando i soldi degli italiani».

«Hanno dichiarato coraggiosamente – conclude Santarelli –  che ad essere delocalizzata sarà solo la produzione di bassa gamma quando invece sappiamo benissimo che la prima cosa che verrà prodotta in Polonia sarà uno dei prodotti di punta. La sensazione è che non sanno come motivare una scelta che appare azzardata e per la quale in realtà un motivo valido non esiste».

(Redazione)

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