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Cronaca

VERTENZA ELICA Dopo il vertice di ieri al Mise 8 ore di sciopero

Per il coordinamento unitario del gruppo “proposte di modifiche al piano assolutamente insufficienti”, riprende lo stato di agitazione

FABRIANO, 20 ottobre 2021 – Dopo il vertice di ieri al Mise, e la fumata nera dopo ore di tesa ed intensa discussione, 8 ore di sciopero per i lavoratori di Elica.

«L’incontro di ieri al Ministero dello Sviluppo economico ha disilluso le aspettative che erano state create dagli annunci della multinazionale fabrianese, che si è presentata al tavolo istituzionale con proposte di modifiche al piano assolutamente insufficienti per costruire un progetto industriale che restituisca la centralità al territorio fabrianese, con una prospettiva solida e di lungo periodo, come invece era stato dichiarato dall’azienda, nel percorso iniziato insieme al Coordinamento sindacale dopo la presunta sospensione del piano».

«La grande delusione delle lavoratrici e dei lavoratori – commentano dal Coordinamento Unitario – ha portato alla proclamazione immediata di 8 ore di sciopero per la giornata odierna ed alla ripresa dello stato di agitazione e della mobilitazione in tutte le sue forme, affinché si possa al più presto continuare una discussione costruttiva sugli impegni presi dalla stessa Elica e che sia rispettosa delle persone, del territorio, che non sposti il problema solo di qualche anno ma che garantisca un progetto, dove il lavoro ritorni anziché andarsene e che diventi un modello da seguire per tutto il Paese».

E poi le critiche alle modifiche presentate ieri da Elica in sede di discussione al Mise, un passo ritenuto dal Coordinamento insufficente.

«Le ulteriori 20 persone alle quali sarebbe garantito il lavoro con il reshoring di una parte residuale di produzioni dalla Polonia, non possono essere considerate uno sforzo sufficiente, così come non valutiamo adeguate le proposte di volumi ipotetici che dovrebbero realizzarsi a determinate condizioni nei prossimi due anni e che comunque restituirebbero circa 200  esuberi da gestire alla fine del 2023, dopo un probabile utilizzo pesante  dell’ammortizzatore sociale nel biennio di riferimento».

(Redazione)

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