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Cronaca

VERTENZA ELICA Il Mise convoca incontro, la Fiom chiede ritiro del piano

Pierpaolo Pullini, Fiom: «Il ritiro formale del piano permetterebbe di aprire una discussione vera»

FABRIANO, 16 aprile 2021 – Vertenza Elica: martedì 20 alle 15 primo incontro per discutere della vertenza Elica al ministero dello sviluppo economico.

L’incontro è stato convocato congiuntamente dal Mise e dalla Regione Marche. Al tavolo (incontro in videoconferenza) chiamati i sindacati.

Convocazione che giunge a seguito dell’incontro in Regione dello scorso 8 aprile (leggi l’articolo), sindacati ed azienda distanti, con Elica a confermare il piano industriale 2021/2023 che porterà a una riduzione dei volumi produttivi (da 1.400.000 a meno di 400.000), chiusura di reparti a Mergo, la chiusura dello stabilimento di Cerreto D’Esi, trasferimento di linee produttive in Polonia e 409 (su 560) esuberi nei due stabilimenti interessati.

Decisa la presa di posizione della Fiom, che attraverso Pierpaolo Pullini, responsabile del territorio di Fabriano, chiede il ritiro del piano presentato da Elica lo scorso 31 marzo.

«Aprire ogni tipo di interlocuzione con un piano strategico come quello presentato da Elica è una strada non percorribile e chiude ad ogni possibile discussione – spiega Pullini –  non siamo in presenza di una crisi industriale da giustificare eventuali licenziamenti ma solo ad un processo di delocalizzazione con il principio che il lavoro c’è ma si decide di farlo altrove».

Il responsabile sindale per il territorio fabrianese Pierpaolo Pullini

«Il ritiro formale del piano – prosegue Pullini – permetterebbe di aprire una discussione vera e di carattere industriale su come rendere possibile il mantenimento dei livelli produttivi e occupazionali, attuali e futuri, sul territorio di Fabriano. Diventa di importanza vitale la convocazione del tavolo al Mise, per capire come costruire il futuro produttivo di Elica in Italia, per fermare questo ennesimo tentativo di delocalizzazione e per gettare le basi per un rilancio di un nuovo modello che valga per tutto il comprensorio e non solo. Questa strada sta mettendo a rischio la tenuta sociale dentro le fabbriche e in tutto il territorio».

(Redazione)

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