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Cronaca

VERTENZA ELICA L’appello del vescovo Massara: «Subito una soluzione condivisa»

«Voragine sociale minaccia il futuro anche dei lavoratori dell’indotto spingendo verso il fallimento un’intera filiera»

FABRIANO, 6 aprile 2021 – Anche la diocesi di Fabriano-Matelica esprime la propria preoccupazione per le ripercussioni del piano di ristrutturazione di Elica, che porterà alla (descritto dall’azienda come necessario per la sopravvivenza dell’intero gruppo) riduzione dei volumi produttivi (da 1.400.000 a meno di 400.000), chiusura di reparti a Mergo la chiusura dello stabilimento di Cerreto D’Esi, trasferimento di linee produttive a maggiore in Polonia e 409 (su 560) esuberi.

“Un macigno sulle spalle di tanti”

Viva la preoccupazione del vescovo Massara: «Sono giorni di dramma individuale e collettivo quelli che stiamo vivendo – ha commentato con una nota ufficiale – l’Elica, una delle principali aziende di un territorio già ad elevato tasso di disoccupazione, ha annunciato oltre quattrocento esuberi. Una voragine sociale minaccia il futuro anche dei lavoratori dell’indotto spingendo verso il fallimento un’intera filiera.  Sono le ditte del comparto delle cappe aspiranti che tradizionalmente sono un punto di forza del nostro storico distretto dell’elettrodomestico. Un patrimonio di talenti professionali e capacità organizzative che non può essere disperso». 

«Nei prossimi giorni – ancora il vescovo Massara – è prevista l’apertura di un tavolo di crisi alla Regione Marche e il nostro auspicio è che un’analoga iniziativa venga adottata al più presto anche al ministero per Sviluppo economico. A tutti i livelli, infatti, vanno intraprese procedure di confronto tra le parti sociali per salvaguardare la dignità dei lavoratori e la continuità della produzione». 

Chiede unita il Vescovo, ed invita deputati e senatori marchigiani ad una “Sinergia positiva” attraverso una interpellanza parlamentare trasversale.  

«Ad essere in discussione – conclude – è la tenuta del sistema economico e sociale dell’intero territorio, perciò invito le istituzioni a mobilitarsi fattualmente per accompagnare lo sviluppo di questa grave situazione verso una soluzione positiva.  La Diocesi farà la sua parte per andare incontro alle necessità di chi non può essere lasciato andare alla deriva». 

(Redazione)

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