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Cronaca

VERTENZA Elica: «Pronti al dialogo», ma la politca attacca

Intanto stamattina manifestazione dei lavoratori alla Fime di Castelfidardo

FABRIANO, 28 maggio 2021 – «L’azienda ha registrato una bassissima adesione da parte dei dipendenti di Fime – Elica Motors Business Unit, pari al 14,8%. Ha, quindi, partecipato allo sciopero solamente parte del personale degli stabilimenti di Mergo e Cerreto».

Commenta così la multinazionale fabrianese lo sciopero e il presidio di oggi davanti ai cancelli della Fime, e ribadiscono che nessun impatto occupazionale investirà lo stabilimento di Castelfidardo annunciando anche investimenti tali da consentire il raggiungimento di prestazioni, sull’area motori, superiori alle attuali.

«Confermiamo la disponibilità al confronto con le organizzazioni sindacali. In quella sede – commentano con un comunicato stampa – l’azienda ha già espresso una significativa apertura al dialogo sulla revisione del piano industriale oltre che sull’adozione di strumenti idonei a diminuire l’impatto sociale quali la reindustrializzazione e gli incentivi all’uscita».

Le voci della politica

Duro il commento a margine della manifestazione di oggi della consigliera pentastellata Simona Lupini. Che invita a mantenere alta la pressione: «Imprese come Elica sono cresciute grazie alle grandi capacità e ai sacrifici fatti nel tempo dai lavoratori: è fondamentale tutelare l’occupazione e le produzioni di valore su tutto il territorio regionale, da Cerreto a Castelfidardo. Su questo saranno fondamentali sia la mobilitazione dei lavoratori, e delle loro comunità, sia l’azione istituzionale, con l’impegno importante della viceministra Alessandra Todde».

Critiche anche dal circolo fabrianese di Fratelli d’Italia, che chiede direttamente lumi all’ad di Elica, Cocci, dopo aver osservato che la multinazionale fabrianese nel primo trimestre ha ottenuto una crescita con ricavi in doppia cifra. (leggi l’articolo)

«L’A.D. di Elica Cocci, lo scorso 8 aprile dichiarò testualmente che l’insostenibile perdita di profittabilità nell’area Cooking Italia, rendono questo piano seppur doloroso, inevitabile”. Ci rivolgiamo direttamente a lui,  chiedendogli se quelle dichiarazioni erano già sostenute dai numeri oggi pubblicati e consolidati, oppure se erano soltanto delle previsioni, oggi smentite dai fatti. Se le sue previsioni erano errate e i numeri confermano un cambio di rotta, non è auspicabile rivedere completamente il piano e rinunciare alla chiusura dei siti produttivi di Cerreto d’Esi e Mergo? Chiaro ed evidente che se Elica non ritira o ripropone un piano sostanzialmente diverso, la scelta dell’azienda può solo e soltanto essere una vera speculazione finanziaria legata ai titoli di borsa e non una ristrutturazione aziendale».

Dura anche la parlamentare Dem Alessia Morani, «Il piano di delocalizzazione è inaccettabile e va ritirato – ha dichiarato durante il presidio di oggi – Non possiamo permettere che oltre 400 lavoratori rimangano senza lavoro e che che ne facciano le spese anche i lavoratori dell’indotto ed un intero territorio. Questa mattina alla manifestazione mancava la destra che ora governa la regione. Dicano una volta per tutte da che parte stanno: dalla parte dei lavoratori o dalla parte dell’impresa che vuole delocalizzare».

(Redazione)

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