Segui QdM Notizie

Provincia

AMARCORD Quando Senigallia sognava, e faceva sognare, col tennis

50 anni fa per la prima volta un tennista italiano vinceva un torneo Atp: accadde proprio sui campi del Ponterosso, ora tristemente abbandonati, a due passi dalla Rotonda.
Quel tennista era un giovane Adriano Panatta, al primo trionfo in carriera

SENIGALLIA, 22 Agosto 2021 L’8 agosto del 1971, una domenica, esattamente come quest’anno, Senigallia era sulla bocca di tutti gli appassionati sportivi.

Sulla Spiaggia di Velluto, anzi, sui campi in terra rossa del Ponterosso, a due passi proprio dalla spiaggia e dalla Rotonda, si faceva infatti la storia del tennis tricolore.

Per la prima volta, un tennista italiano vinceva un torneo del circuito professionistico (ATP): a centrare quello storico traguardo fu un giovane e promettente romano, diventato poi un simbolo della racchetta, Adriano Panatta.


Il futuro campione iniziò a vincere proprio a Senigallia, nel Trofeo d’Argento che si disputava – tra ali di folla – al Ponterosso.

Mezzo secolo fa dunque sulla Spiaggia di Velluto si assistette davvero a un momento storico: il primo torneo ATP vinto da un italiano e il primo vinto da un campione poi famosissimo.

Fu anche la prima e una delle poche volte (7 in tutto) con una finale tutta italiana visto che Panatta ebbe la meglio su Martin Mulligan, un australiano naturalizzato che difendeva l’azzurro in Coppa Davis e che a Senigallia fu l’unico a vincere due volte (1968 e 1969).

Il Trofeo d’Argento non si disputa dal 1973 e i campi da tennis del Ponterosso sono abbandonati dal 2013, tra reti rotte ed erbacce: davvero una pessima immagine a cui si spera l’attuale amministrazione possa rimediare in tempi brevi.

Ma la memoria di quel torneo non è mai svanita: puntualmente, l’edizione 1971 viene ricordata come il primo successo di una serie a lungo interrotta, ma ora ampliata da nuovi campioni come Berrettini e Sinner, che hanno portato il totale dei tornei vinti dai tennisti azzurri a 73.

Senigallia e il Ponterosso vissero appieno il boom del tennis italiano degli anni Settanta: il Trofeo d’Argento non era solo un evento sportivo, ma pure mondano.

Eppure si giocava sul serio, con fior di fuoriclasse: qui vi furono gli ultimi scampoli di gloria per un Nicola Pietrangeli a fine carriera (sua l’edizione inaugurale del 1965), giocarono tra gli altri il numero 1 del mondo Ilie Nastase, rumeno come il talentuoso e turbolento Ion Tiriac (vincitore 1967) e lo jugoslavo Franulovic, da anni organizzatore del milionario torneo di Montecarlo.

Senza dimenticare i doppi e il singolare femminile: la grande australiana Helen Gourlay, vincitrice di cinque tornei del Grande Slam, fece doppietta nel 1966 e 1967.

In tempi recenti, è stata aperta una pagina facebook costantemente aggiornata e gli appassionati Andrea Bocchini, Attilio Girolimini e Valtero Bruscia hanno iniziato a scrivere un libro sull’edizione 1971.

Ma la speranza di tutti gli amanti del tennis è soprattutto che in un giorno non troppo lontano quei campi tornino a vivere, magari proprio ripresentando la superficie in terra rossa già sacrificata per il cemento (e il calcio a 5) circa 15 anni prima del definitivo abbandono dell’intera struttura, spogliatoi, bar e ristorante compresi.

Forse è un sogno, forse no: di certo, quei gloriosi campi del lungomare Alighieri non meritano questo colpevole abbandono.

Andrea Pongetti
©RIPRODUZIONE RISERVATA

News