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Ancona Il ricordo del questore Giovanni Palatucci, “Giusto tra le nazioni”

Reggente della Questura di Fiume, riuscì a salvare oltre cinquemila persone, tra cui ebrei, dalla furia nazista, morì all’età di 36 anni nel campo di sterminio di Dachau

Ancona – Nella mattinata di giovedì, in Largo Palatucci, si è tenuta la cerimonia di commemorazione e deposizione di una corona, alla presenza del vicario del Questore, Federica Ferrari, del Comandante del Compartimento Polstrada, dirigente superiore Marina Primiceri, ai funzionari e ai dirigenti della Questura di Ancona, della Polizia Postale, Polizia Scientifica, della Zona Telecomunicazioni, della Polfer e alla presenza anche del vice Presidente della Comunità Ebraica di Ancona, Daniele Tagliacozzo.

Alla cerimonia anche i poliziotti in quiescenza dell’Anps (Associazione nazionale Polizia di Stato) di Ancona e don Alessio Orazi, della Parrocchia Santissimi Cosma e Damiano. Quest’ultimo ha benedetto la corona e raccolto i presenti in un momento di ricordo in memoria del giovane poliziotto, medaglia d’oro al merito civile (1995).

Nella piazzetta, infatti, è stata deposta una corona dinnanzi alla stele intitolata al giovane Questore Palatucci, posizionata sotto un albero di melograno piantato nel 2021 in sua memoria.

Giovanni Palatucci morì all’età di trentasei anni nel campo di sterminio di Dachau, a pochi giorni dalla Liberazione, il 10 febbraio 1945.

Il Commissario della Polizia di Stato Palatucci, nei pochi anni in cui fu reggente della Questura di Fiume, riuscì a salvare oltre cinquemila persone, molti ebrei, mettendo a repentaglio la sua stessa vita, fino appunto all’estremo sacrificio, cui non volle sottrarsi con la fuga, per non esporre i suoi collaboratori a una ritorsione delle famigerate SS, Schutzstaffel.

Giovanni Palatucci è stato definito dallo Yad Vashem di Gerusalemme uomoGiusto tra le Nazioni“, ovvero quelle persone che prendono i destini del mondo sulle loro spalle, con umiltà e spirito di servizio, come appunto raccontava in una lettera ai genitori, nel 1941, lo stesso Palatucci: “Ho la possibilità di fare un po’ di bene e i beneficiati me ne sono assai riconoscenti. Nel complesso riscontro molte simpatie. Di mio non ho altro di speciale da comunicare”.

Lo Yad Vashem riconosce Giusti i non ebrei che durante le persecuzioni salvarono la vita ad almeno un ebreo senza trarne alcun vantaggio personale.

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