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IL CHIARIMENTO Servizi alla persona fuori Comune, il “non si può” della Prefettura

La risposta sulla possibilità di raggiungere parrucchieri e centri estetici: «Ci si sposta solo per generi alimentari o di prima necessità»

ANCONA, 19 novembre 2020 – Abbiamo lavorato con le istituzioni per trovare una via meno pesante per le aziende – fa sapere in una nota la Cna – e continueremo a farlo, nel rispetto tuttavia dei ruoli e delle funzioni. Appena entrati in zona arancione abbiamo chiesto lumi interpretativi alla Prefettura, la cui risposta è giunta chiara ed esplicita.

«Ci si sposta da un Comune all’altro solo per l’assenza di generi alimentari o di prima necessità, ovvero dalla maggiore convenienza economica, che consigliamo di indicare bene nell’autocertificazione».

Massimiliano Santini, direttore della Cna provinciale sottolinea come «pur nel rispetto dell’assoluta legittimità ed autorevolezza che ricopre l’autorità prefettizia, la Cna apprende con preoccupazione al sostanziale impedimento della mobilità intercomunale per gli utenti del settore benessere e servizi alla persona e dopo aver lavorato fin da subito per trovare una sintesi sindacale con la Regione Marche, alla quale va il nostro rinnovato ringraziamento, da ieri sera abbiamo comunicato ai nostri associati il contenuto della risposta della Prefettura di Ancona alla nostra richiesta di chiarimento rispetto alle disposizioni del Dpcm del 3 novembre scorso, che regolamentano appunto una questione diffusa e centrale per la vita di molte attività nella zona arancione».

Foto Massimiliano Santini

Massimiliano Santini, direttore Cna provinciale di Ancona

«Premesso che, a differenza di altre associazioni, abbiamo preferito attendere che la situazione avesse avuto un chiarimento autentico e non un parere interpretativo, onde evitare di esporre i clienti delle nostre attività a possibili sanzioni, avremmo ovviamente preferito poter continuare a rasserenare le categorie coinvolte da tali restrizioni, in primis il benessere, ma anche il commercio e quanti di coloro che hanno una cospicua fetta di clienti fuori Comune. Così, purtroppo, non è stato e già da ieri sera abbiamo raccolto decine e decine di messaggi di scoramento e rassegnazione, ma non le solite lamentele di circostanza, o proteste urlate contro il sistema, bensì dentro le parole dei nostri seri e responsabili imprenditori c’era invece la necessità di avere certezze delle norme e poter continuare a manifestare la loro onestà e responsabilità, svolgendo in assoluta sicurezza il loro mestier»e.

Per Fausto Bianchelli, responsabile Cna Sanità e Benessere «Aaquesto punto, forti della necessità di portare avanti le altrettanto legittime richieste dei nostri associati e trovando una auspicabile sintesi con le altre rappresentanze datoriali, ci preme rappresentare e ribadire la grande difficoltà economica che sta degenerando in una vera e propria “disperazione” da parte di molte piccole imprese del settore, formalmente aperte, ma che nei fatti si trovano con la necessità di affrontare un’operatività del tutto residuale, avendo investito in protocolli, procedure, dispositivi per poter lavorare a pieno regime. Questo fatto assai diffuso trova particolare affermazione nei piccoli Comuni e nell’entroterra, dove la realtà è data da un intreccio di relazioni personali, fiduciarie ed economiche che vanno oltre i meri confini comunali».

Foto di Fausto Bianchelli, responsabile Cna Ancona Sanità e Benessere

Fausto Bianchelli, responsabile Cna Ancona Sanità e Benessere

Altro fatto che la Cna sta rilevando a tutti i livelli non solo regionale, sta nelle sfumature interpretative alle quali si assiste tra i vari territori provinciali, con disparità di trattamento delle imprese, che l’Associazione sta trattando per poter avere una naturale applicazione su tutto il territorio nazionale. Per queste ragioni la Cna ha avviato un’iniziativa sindacale a livello nazionale e sta lavorando da qualche settimana anche a livello regionale insieme alle altre Associazioni di categoria, al fine di tutelare e sostenere le imprese economicamente, sottolineando la necessità di trovare una uniformità applicativa dei provvedimenti vigenti e futuri.

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