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Cronaca

CUPRA MONTANA L’INFIORATA DEL CORPUS DOMINI, OGNI PETALO SIMBOLO DI FEDE E TRADIZIONE

CUPRA MONTANA, 6 giugno 2015 – Ci siamo! Siamo arrivati alla data fatidica in cui si festeggia il Corpus Domini, come ormai è consuetudine da molti anni a Cupra Montana. Un’imponente Infiorata si stende come un meraviglioso tappeto per le vie principali del centro storico; solo l’Arciprete, protetto dal baldacchino dorato, regge Il Santissimo calpesta (ma con discrezione) il disegno prezioso che si snoda in un caleidoscopio lungo per centinaia e centinaia di metri fino alle porte della chiesa principale, l’arcipretura di San Leonardo.

È da molti giorni che persone di buona volontà e di fede si danno da fare per raccogliere i fiori che poi verranno sapientemente disposti in stole dai disegni geometrici che rapiscono gli occhi per armonia e bellezza. Su tutti trionfa il giallo sfacciato ed odoroso della ginestra, sparso con dovizia perché in questo periodo si ha la più grande fioritura di questa pianta il cui colore vivo da allegrezza agli occhi ed al cuore; le acacie contribuiscono generosamente con i loro grappoli candidi e le loro foglie di un bel verde carico a rendere il suolo delle vie quasi un giardino vivo. Anche l’acacia olezza di buono, rendendo piacevole il respiro e da consistenza all’aria che circonda la processione, una consistenza insolita ma balsamica e gradevole. Sembra quasi che dalla terra si alzi un profumo d’incenso per rendere ancora più solenne la processione.

La banda partecipa alla gioia della celebrazione con i suoi brani particolarmente sentiti anche dai suonatori che non lesinano di certo l’impegno nello strappare ai vecchi ottoni note che sembrano essere rimaste incastrate dentro di loro dalle tante e tante processioni fino a qui svolte e che quando escono, sembrano quasi premiare l’impegno dei più volonterosi. Lenta e solenne si snoda la lunga processione giaculando ed in determinati punti strategici del percorso si ferma per celebrare la benedizione solenne, accolta con profonda devozione e raccoglimento da tutti i fedeli ed impartita con gesto solenne dal celebrante.

In corrispondenza degli incroci e delle piazze, maestri del disegno e dell’arte dell’infiorata realizzano, quasi in gara fra loro, dei veri e propri quadri riproducenti opere di insigni artisti del passato la cui durata è purtroppo effimera e condizionata dagli agenti atmosferici non sempre favorevoli. (Una vecchia credenza popolare vuole che sia di buon auspicio per la raccolta delle messi dell’anno il fatto che i fiori serviti per addobbare le strade vengano portati dall’acqua fino al lontano torrente Esinante.)

Dai paesi limitrofi la gente, numerosa, ormai raggiunta dalla notizia della valenza dell’avvenimento, fa ala numerosa al passaggio della processione e partecipa alla preghiera solenne del celebrante che incede ieratico. Ovunque è un cercare di immortalare l’evento con i più moderni mezzi che la tecnologia mette a disposizione ed effettivamente questo fatto toglie la sacralità dell’evento e rende difficile il pregare.

Dall’infinito tappeto che scende o si arrampica per le vie antiche del paese si levano, disturbati dai passi, infiniti insetti che dai fiori traggono nutrimento: api, cetonie dorate ghiotte di rose e di sambuco e farfalle che cercano di travestirsi da fiori ma le smaschera la loro voglia di cielo! Tutti quelli che in qualche maniera hanno contribuito alla riuscita dell’infiorata si compiacciono fra loro e con se stessi dimentichi del sacrificio fatto e del sudore versato che li aveva costretti, per qualche attimo, ma soltanto per un breve attimo, a ripromettersi che questa era l’ultima raccolta di fiori alla quale avrebbero partecipato!

(Pietro Anderlucci)

(le immagini si riferiscono alle precedenti edizioni dell’Infiorata)

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