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Cronaca

Fabriano Indelfab: «La fine è fallimento di tutti ma non delle lavoratrici e dei lavoratori»

Pierpaolo Pullini responsabile sindacale Fiom per il territorio fabrianese critica duramente il percorso che ha portato al fallimento

Fabriano, 16 maggio 2022 – Con il termine degli ammortizzatori sociali, da oggi 245 disoccupati in più ( 485 in totale tra Marche ed Umbria ): nella giornata di ieri sono finiti definitivamente gli ammortizzatori sociali conservativi per i dipendenti della Indelfab, ex JP Industries.

«Finisce così un pezzo di storia dell’industria italiana – commenta amaramente Pierpaolo Pullini responsabile sindacale per il territorio fabrianese – e scompare definitivamente un comparto del distretto del bianco che aveva reso l’area montana della provincia di Ancona una zona di benessere diffuso, oggi scenario di depressione sociale, abbandono, spopolamento e desertificazione industriale».

Il responsabile sindale per il territorio fabrianese Pierpaolo Pullini

«Dobbiamo prendere atto che, dal fallimento dell’Antonio Merloni – ancora Pullini –  un progetto industriale vero e proprio non si è mai concretizzato e questo è il fallimento di  tutti, a cominciare da chi si era impegnato ad individuare partners, progetti, strumenti per un rilancio occupazionale che forse non era impossibile».

«Le uniche persone a non aver fallito, restano sicuramente le lavoratrici ed i lavoratori della Indelfab, sempre disposte  a fare sacrifici, a rinunciare a pezzi di salario – incalza Pullini – sempre disponibili a riprendere il lavoro anche quando sapevano che la retribuzione non ci sarebbe stata, per provare comunque in tutti i modi a sostenere i progetti che di volta in volta venivano presentati, nella speranza di  poter avere, dopo tanti anni di cassa integrazione, un lavoro dignitoso anche da lasciare alle generazioni future».

«Da oggi quel sogno non esisterà più e, oltre a cattedrali nel deserto memorie di una storia perduta – conclude amaramente il responsabile sindacale – restano solamente due anni di disoccupazione, in un territorio troppo spesso incapace di riconvertirsi e rilanciarsi, cosa che invece stanno facendo le persone anche a condizioni di minor salario e minori tutele, perché questo è quello che resta quando fallisce un’azienda storica».

(Redazione)

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