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Cronaca

FABRIANO I LAVORATORI DELLA TECNOWIND NON MOLLANO, PICCHETTO E VOLANTINAGGIO: PAURE E SPERANZE IN VISTA DEGLI INCONTRI ISTITUZIONALI

FABRIANO, 13 marzo 2017 – Ancora una giornata di passione per i lavoratori Tecnowind. Dopo una nuova notte passata a presidiare i cancelli della fabbrica, oggi (13 marzo) mattinata di volantinaggio fatta nei pressi dell’incrocio che da Fabriano conduce al sito dello stabilimento dopo un incontro interlocutorio tra sindacati e C.d.A. . In 50 hanno manifestato, consegnando volantini e dialogando con gli automobilisti. Un paio d’ore (dalle 9.30 fino alle 11.30 circa) di mobilitazione per informare cittadini – e non – della situazione critica che in 280 stanno al momento vivendo. Un volantinaggio composto, tra bandiere e fumogeni, che non ha vissuto momenti di particolare tensione, ma solo solidarietà.

Nel frattempo sale l’attesa dei lavoratori, a meno di 24 ore dagli incontri di domani (Milano tra C.d.A. , banche e fondo interessato ed Ancona con il Presidente Ceriscioli prima e poi dal Prefetto per il Sindaco Sagramola, lavoratori e sindacati), con le aspettative dei lavoratori a caccia di certezze. Certezze che mancano, così come traspare dai cartelli affissi lungo il perimetro dello stabilimento e dalle maglie con il logo Tecnowind “griffate” con punti interrogativi.

Si preannuncia quindi una nuova giornata di presidio, con i lavoratori a difendere i cancelli e lavoro. Massimo Bellucci, Fim – Cisl, ha voluto ricordare ancora una volta l’urgenza di una situazione critica: “Bisogna trovare una soluzione perché questa azienda rischia di diventare una scatola vuota. Siamo arrivati al limite, il nostro auspicio è che il Fondo interessato presenti un’offerta”.

Dello stesso avviso Isabella Gentilucci, Uil – Uilm, che ha però posto l’accento sulla necessità di una risposta concreta per evitare una deindustrializzazione di un territorio sempre più evidente. “il rischio più grande è quello che se dovesse scomparire anche questa azienda la città rischia davvero molto. È preoccupante perché la crisi sta impoverendo il tessuto industriale in maniera progressiva. Ancora non siamo arrivati al limite, ma in questa maniera si arriva ad abituare il lavoratore alla povertà”.

(saverio spadavecchia)

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