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Cronaca

JESI Caterpillar: «Difendo la mia lotta e sono ancora qua…»

manifestazione caterpillar

La manifestazione con il corteo dei lavoratori in regime di mobilità, la vera partita si giocherà al Mise

JESI, 23 dicembre 2021 – C’erano tutti alla manifestazione a sostegno dei lavoratori della Caterpillar – promanazione della storica Sima – organizzata dal Comune e dai sindacati Fiom – Cgil, Fim – Cisl, Uilm – Uil.

La città li ha accolti e accompagnati, le forze dell’ordine hanno vigilato ma tutto si è svolto senza problemi.

Anche il percorso è stato gestito con efficienza dalla Polizia Locale (oggi era al debutto il nuovo comandante Giovanni Dongiovanni).

Accanto alle maestranze impegnate – 189 dipendenti più 67 interinali – a non perdere il posto di lavoro, rappresentanti delle istituzioni locali, regionali, nazionali, dei partiti, delle associazioni, e c’erano anche persone solidali, altri lavoratori, i Sindaci della Vallesina.

In un tripudio di bandiere, colori, fumogeni, tamburi, cori, nel serpentone di circa 1.500 partecipanti al corteo che si è mosso alle 16.15 da Porta Valle per raggiungere, attraverso via Setificio, via Garibaldi, via Mercantini, via Cavour, via Pergolesi, il punto di arrivo in Piazza Federico II dove era stato allestito un palco a ridosso della pista di ghiaccio.

Sembravano i contorni di una festa, in realtà in quel corteo rumoroso c’era l’affermazione di una appartenenza a quel lavoro che la multinazionale americana intende calpestare in nome del profitto, la stringente solidarietà di chi è coinvolto e di chi è vicino, la lotta per sostenere un diritto sancito dalla nostra Costituzione, la difesa della dignità di chi si spende lavorando con professionalità e impegno, la consapevolezza che l’etica applicata al lavoro non può essere da una sola parte ma va condivisa.

E loro, lavoratori e lavoratrici della Caterpillar in regime di procedura di mobilità in scadenza il 24 febbraio, ce l’hanno messa tutta per farsi sentire, per dire siamo qui, la nostra lotta è la vostra lotta, è la lotta di tutti di noi, di un territorio già calpestato che non merita ulteriori schiaffi.

E hanno innalzato spesso quello che è divenuto il loro inno, il quale riassume in poche parole la situazione in cui, loro malgrado, si sono ritrovati: un giorno all’improvviso / venni a sapere che / la fabbrica chiudeva / non chiedermi perché / da ieri come allora / per la mia dignità / difendo la mia lotta / e sono ancora qua.

In Piazza Federico II – dove per qualche istante sono state anche spente le luci del cielo stellato che la addobba in segno di solidarietà – si sono tirate le somme di un pomeriggio grande, come ha voluto sottolineare Maurizio Gabrielli, responsabile territoriale Fiom Cgil, che ha ricordato i momenti trascorsi dal 10 dicembre, giorno dell’irrituale e infausta comunicazione.

Sul palco si sono poi susseguiti i rappresentanti della Rsu Diego Capomagi Fiom Cgil e Donato Acampora, Fim Cisl, i segretari nazionali Michele De Palma, Fiom Cgil, e Stefano Boschini, Fim Cisl, il vice sindaco Luca Butini – che ha portato anche i saluti del primo cittadino Massimo Bacci, come noto assente causa Covid – il Presidente della Regione, Francesco Acquaroli, le on. Laura Boldrini e Alessia Morani, il deputato e segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni – che era già stato a Jesi la settimana scorsa – il segretario di Rifondazione, Maurizio Acerbo. Presenti, tra gli altri, anche gli assessori regionali al lavoro, Stefano Aguzzi e alla sanità, Filippo Saltamartini, i consiglieri Carlo Ciccioli, Maurizio Mangialardi, Antonio Mastrovincenzo.

Una sola la direttiva, dalle loro parole, ma che è anche un dato di fatto incontrovertibile: portare chi decide dell’azienda a sedersi al tavolo del Mise nel più breve tempo possibile, «perché quando i cancelli di un’azienda si chiudono e non si riaprono poi dentro ci cresce l’erba».

Pino Nardella

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